Capitolo XIII: la Luna piena

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Luna's POV

Sono le 22.47 e io ancora vago da sola per le strade di Milano. 

Non riesco a smettere a quello che è successo al ristorante; la notizia, lo svenimento, gli insulti...

Però, come avrei potuto reagire? È stato istintivo. Non so controllare la rabbia e l'ansia. 

Poi questo mi ha fatto spolverare un ricordo nella mia testa, ma non uno qualsiasi: io parlo di quel ricordo.

7 anni prima...

-'Sta festa è fantastica- esclamo.

-E già, sono felice che ti piaccia- risponde Loris.

Arriva da dietro Sofia.

-Heilá gente, chi vuole altri shot?-

-No grazie, io sono apposto- 

-Ecco Luna, la solita santarellina- dice con una risatina irritante.

-Guarda che sono capace di farlo e non ho paura-

-Ah si? E allora che aspetti, facci vedere che per una volta puoi anche ubriacarti-

Accetto la sfida e ingoio tutti di fila quei 4 shot. Dopo aver terminato mi giro verso di lei con uno sguardo ammiccante.

-Vedi? So fare anch'io queste cose- borbottò con voce tremolante.

Probabilmente sono già ubriaca, perché le gambe mi abbandonano e cado come una pera per terra. 

Intorno a me vedo tutto sfocato e non sono lucida. 

Vedo solo una massa di persone intorno a me; non riesco a capire cosa stiano facendo, perché le mie condizioni non me lo permettono.

Poi ho un vuoto.

Mi risveglio sul bordo del marciapiede con il vestito mezzo strappato lungo la coscia e il rossetto sbavato. 

Mi alzo e barcollo, perciò mi appoggio al muro di una casa. 

Prendo il telefono per chiamare un taxi, ma mi arriva una notifica da Instagram. La apro e vedo una marea di messaggi da sconosciuti. Tutti parlavano della stessa cosa. 

Io però, non capendo chiedo a uno di quest'ultimi di spiegarsi meglio. Dopo una manciata di secondi lui mi invia un video nel quale ci sono io, sdraiata a terra, con Loris ed altri due suoi amici che mi toccano e mi spogliano. 

Non riesco neanche a terminare di guardare il video che scoppio in un pianto. 

Qualcuno aveva pubblicato il video su Instagram e più di ventimila persone lo avevano già visto.

Tutte queste persone mi hanno vista mezza nuda con tre ragazzi addosso, anche il mio ragazzo. Loro si sono approfittati di me mentre non ero cosciente e mi avevo fatto le peggio cose. 

Mi avvio per le strade con i tacchi in mano. Mi fermo sul bordo di un ponte e guardo giù: forse è la soluzione.

Lascio le scarpe lì ai una panchina e salgo sul bordo in piedi, apro le braccia e sento il vento fra i capelli. 

Ho preso la decisione: lo faccio.

-Hey, no non farlo!-

Sento una voce da dietro e, girandomi mi ritrovo una ragazza bionda scura.

-Guarda che non è la soluzione!-

-Invece si, tanto nulla ha più senso ormai- 

Faccio un altro passo in avanti e lei mi corre incontro facendomi cadere all'indietro sull'asfalto. 

Dopo di te - La storia di DaddaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora