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𝑁𝑜𝑛 𝑠𝑐𝑎𝑚𝑏𝑖𝑎𝑟𝑒 𝑖𝑙 𝑠𝑢𝑜 𝑠𝑖𝑙𝑒𝑛𝑧𝑖𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝑟𝑒𝑠𝑎, 
𝑒' 𝑖𝑙 𝑏𝑎𝑡𝑡𝑖𝑡𝑜 𝑠𝑜𝑚𝑚𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑑𝑒𝑙 𝑡𝑢𝑜𝑛𝑜 𝑙𝑜𝑛𝑡𝑎𝑛𝑜, 
𝑙𝑒 𝑠𝑡𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑐𝘩𝑒 𝑠𝑐𝑖𝑛𝑡𝑖𝑙𝑙𝑎𝑛𝑜 𝑛𝑒𝑙𝑙'𝑜𝑠𝑐𝑢𝑟𝑖𝑡𝑎', 
𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑠𝑜𝑙𝑜 𝑖𝑙 𝑝𝑟𝑒𝑙𝑢𝑑𝑖𝑜 𝑑𝑒𝑙 𝑐𝑎𝑜𝑠 𝑖𝑚𝑚𝑖𝑛𝑒𝑛𝑡𝑒.

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2020

《Vi chiederete dove sono finita, cosa ho fatto della mia vita e, soprattutto, se sto bene》, iniziai, fermandomi per sorridere timidamente mentre cercavo di nascondere un ciuffo ribelle dei miei capelli arancioni dietro l'orecchio.

《Ebbene sì, ragazzi, sto bene. Sono viva, e questo è ciò che conta, giusto? Mi dispiace solo di aver creato tanta preoccupazione per tutti voi》.

Sorrisi di nuovo, ma era una maschera che non riuscivo più a mantenere. Quando mi resi conto che il sorriso stava diventando una forzatura, decisi di spegnere la telecamera. Mi portai una mano sul viso e sospirai profondamente, chiedendomi perché dovessi essere così fragile, perché dovessi essere io a vivere tutto questo.

Mi appoggiai al cuscino che avevo dietro di me e fissai il panorama familiare. Questa era Tongyeong... A Seoul, mi avevano parlato tanto di questa città, dicendomi che finalmente avrei respirato aria fresca e pulita, lontana dalla capitale caotica, piena di treni e sporcizia, o così mi avevano detto. Ma non riuscivo a confermare se fosse davvero così.

Da quasi quattro anni ero praticamente prigioniera di ospedali e cliniche, sottoposta a una serie infinita di controlli ed esami. Sembrava che non sapessero più cosa fare con me.

Mi sentivo sfruttata e usata, e questo mi rattristava profondamente. Desideravo ardentemente delle cure adeguate, delle risposte concrete. E invece, mi ritrovavo a rimuginare su un letto d'ospedale, senza soluzioni in vista.

Sospirai, esausta di questa situazione. Cercavo di ripetermi le solite frasi consolatorie: 《Vai tranquilla, qui troverai sicuramente qualcuno che ti aiuterà》. Questo era ciò in cui speravo. Mi avevano parlato tanto di questo posto, non solo per l'aria pulita, ma anche perché c'era un dottore rinomato, un esperto che prometteva di guarirmi. Mi avevano assicurato quanto fosse bravo, ma ora il mio ottimismo sembrava vacillare.

Maledetto quel giorno. Se solo fossi stata più veloce e schiva, le cose sarebbero andate diversamente. Ma non dovevo pensare a questo, non dovevo rivivere quel dolore che mi tormentava ancora.

- 𝐢𝐥 𝐬𝐢𝐥𝐞𝐧𝐳𝐢𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐠𝐡𝐢𝐚𝐜𝐜𝐢𝐨 - 𝐇𝐰𝐚𝐧𝐠 𝐇𝐲𝐮𝐧𝐣𝐢𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora