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𝑁𝑒𝑙 𝑏𝑢𝑖𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑛𝑜𝑡𝑡𝑒, 𝑢𝑛 𝑠𝑢𝑠𝑠𝑢𝑟𝑟𝑜 𝑠𝑖 𝑢𝑑𝑖',
"𝐶𝘩𝑒 𝑐𝑒𝑟𝑐𝘩𝑖, 𝑎𝑚𝑖𝑐𝑜, 𝑖𝑛 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑣𝑎𝑠𝑡𝑜 𝑚𝑎𝑟?"
"𝑅𝑖𝑠𝑝𝑜𝑠𝑡𝑒", 𝑟𝑖𝑠𝑝𝑜𝑠𝑒, "𝑎 𝑐𝑖𝑜' 𝑐𝘩𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑜 𝑑𝑖𝑟𝑒."
"𝐸 𝑠𝑒 𝑓𝑜𝑠𝑠𝑒 𝑖𝑙 𝑠𝑖𝑙𝑒𝑛𝑧𝑖𝑜 𝑙𝑎 𝑐𝘩𝑖𝑎𝑣𝑒 𝑑𝑎 𝑡𝑟𝑜𝑣𝑎𝑟𝑒?"

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Le parole, ahimè, sembravano sempre sfuggirmi, essendo da sempre poco abile a esprimere ciò che provavo. Ma con lei tutto cambiava radicalmente. Era come se stessi camminando per la prima volta, come se ogni respiro fosse una scoperta inedita.

Lei, prima di tutto, è una persona, e questo non va mai dimenticato.

Nonostante questo, cercai di mantenere la calma e di tranquillizzare i miei nervi. Dopotutto, non era successo nulla di particolare. Ma sapevo di mentire a me stesso. Lo sentivo, anche se forse non ne ero ancora del tutto consapevole.

Ieri, inoltre, accadde qualcosa di singolare, quasi irreale. Mi ritrovai a raccogliere il telefono che Anastasia, una mia paziente, aveva fatto cadere. Volontariamente, con un gesto istintivo, lo presi in mano e mi accorsi di qualcosa di insolito.

Anastasia fuggiva come se fosse inseguita da un pericolo imminente, e subito dopo notai il messaggio sullo schermo del suo telefono. Non potevo semplicemente ignorare ciò che avevo visto.

Era evidente che si trattava di una minaccia concreta. Ma chi poteva essere così audace da fare una cosa del genere? Era chiaro che dietro quel messaggio c'era qualcuno che voleva dimostrare, con fredda arroganza, che un assassino era ancora a piede libero.

Sì, definirlo un assassino era assolutamente appropriato. Tuttavia, decisi di non farmi sopraffare dalle emozioni. Dovevo mantenere il sangue freddo, come sempre. Era una mia dote naturale. Prima di restituire il telefono ad Anastasia, feci una copia del messaggio, come prova per indagare con maggiore accuratezza.

Poi, mi misi alla ricerca di un'infermiera e le chiesi di controllare lo stato di salute della paziente Anastasia, pregandola di informarmi nel mio studio.

Senza perdere tempo, mi diressi verso la mia stanza e chiusi la porta dietro di me, come se ogni secondo fosse prezioso. Dovevo capire a fondo cosa stava accadendo. Anche perché non potevo,
chiedere direttamente ad Anastasia ulteriori dettagli; avrebbe solo peggiorato la situazione.

Mi accomodai con una tazza di caffè - l'unica cosa che potesse darmi un po' di conforto - e accesi il computer, pronto a immergermi nelle ricerche necessarie per fare chiarezza su questa inquietante vicenda.

- 𝐢𝐥 𝐬𝐢𝐥𝐞𝐧𝐳𝐢𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐠𝐡𝐢𝐚𝐜𝐜𝐢𝐨 - 𝐇𝐰𝐚𝐧𝐠 𝐇𝐲𝐮𝐧𝐣𝐢𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora