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๋࣭ ⭑⚝ ๋࣭ ⭑


𝑁𝑜𝑛 𝑐𝑒𝑑𝑒 𝑖𝑙 𝑐𝑢𝑜𝑟𝑒 𝑐𝘩𝑒 𝑎𝑓𝑓𝑟𝑜𝑛𝑡𝑎 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑒𝑠𝑡𝑒, 
𝑡𝑟𝑎 𝑜𝑚𝑏𝑟𝑒 𝑜𝑠𝑐𝑢𝑟𝑒 𝑟𝑖𝑠𝑝𝑙𝑒𝑛𝑑𝑒 𝑑'𝑜𝑛𝑜𝑟𝑒, 
𝑐𝑎𝑚𝑚𝑖𝑛𝑎 𝑖𝑛 𝑠𝑖𝑙𝑒𝑛𝑧𝑖𝑜, 𝑚𝑎 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑖 𝑎𝑟𝑟𝑒𝑠𝑡𝑎, 
𝑐𝘩𝑖 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑖 𝑎𝑟𝑟𝑒𝑛𝑑𝑒 𝑡𝑟𝑜𝑣𝑎 𝑖𝑙 𝑠𝑢𝑜 𝑓𝑖𝑜𝑟𝑒.

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Minji mi osservava con un misto di curiosità e serietà, uno sguardo che mi faceva interrogare sulla sua natura. Mi chiedevo se fosse sempre stata così, o se questo atteggiamento fosse dovuto alla sua estrema protezione nei confronti di Anastasia, un comportamento che, tutto sommato, potevo comprendere e accettare.

Il suo sguardo cadde immediatamente sui fogli che avevo appeso alla mia lavagna. Notò le fotografie di Anastasia, una di lei stessa, e vari appunti su cui avevo lavorato meticolosamente. Era evidente che stava cominciando a comprendere la situazione.

《Mi spiega, dottore, cosa sta facendo esattamente?》 
Mi chiese Minji, con una voce che lasciava trapelare una certa diffidenza. Capii subito che non si fidava di me, e questo rappresentava un mistero che non riuscivo a risolvere. Come mai nutrivano pregiudizi così forti nei miei confronti?

《Prima di continuare, le ricordo di non dire nulla ad Anastasia. Non voglio appesantirla troppo, dato che dovrà iniziare una nuova cura, e l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno è di complicarle ulteriormente la vita. Tuttavia, ho bisogno di capire meglio ciò che sta accadendo, ed è per questo che lei è qui.》

Minji mi fissò in silenzio per qualche istante, poi, con una camminata leggera e quasi timorosa, si avvicinò alla mia bacheca, come se avesse paura di quello che avrebbe potuto scoprire.

Lessee con calma ogni parola che avevo scritto, mentre io, come di consueto per calmare i nervi, mi preparai un caffè. Solo quando sentii il suo sospiro sollevai lo sguardo verso di lei.

《Cosa vuole sapere? Vedo che si è informato accuratamente.》

《Non ha letto tutto, a quanto pare.》

Le indicai con il dito un dettaglio che sembrava aver trascurato: avevo annotato il sospetto su uno strano scrittore anonimo. Lei, visibilmente scossa, lo lesse attentamente. La osservai con attenzione, chiedendomi se potesse essere lei la responsabile di tutto. Ma qualcosa non tornava.

Improvvisamente, la vidi impallidire, come se il mondo le fosse crollato addosso. Imprecò sottovoce, poi mi fissò dritto negli occhi con un’intensità feroce, come una piccola leonessa pronta ad attaccare.

《Chi cazzo è?》

Le mostrai la fotocopia con il messaggio anonimo e le spiegai che non avevo altre informazioni. Sapevo che Anastasia nascondeva bene il suo turbamento, ma non avevo idea di quanto fosse davvero in pericolo. Se non parlava, come potevo indagare o capire cosa stava realmente accadendo? Cosa provava veramente?

《Ho notato che era spaventata al nostro arrivo, ma non ho avuto modo di approfondire. Sa, in questi mesi... anzi, anni... cade spesso in depressione. Ma lo nasconde bene con noi.》

Dopo queste parole, Minji si sedette e le offrii l’unica bevanda che avevo a disposizione: un caffè. Lei annuì, ringraziandomi, e rimanemmo in silenzio per un po', giusto il tempo necessario per mettere in ordine i pensieri.

《Anastasia è sempre stata dolce con tutti. Non era stupida; se qualcuno la offendeva, sapeva rimetterlo in riga in due secondi. Ma non serbava rancore. Andava avanti e perdonava. Quando io e Olivia eravamo sulla pista, non ci siamo accorte di niente...》

《Minji, la prego di andare con calma e di spiegarmi ogni minimo dettaglio di quel giorno.》

E così inizio a spiegarmi ogni cosa, io ovviamente presi appunti.

E così iniziò a raccontarmi ogni dettaglio, mentre io, attentamente, prendevo appunti.

20 gennaio 2016 
Registrazione di Minji:

《Mi ricordo quel giorno come se fosse ieri, dottore. Era la nostra prima volta in Corea, un paese che avevamo sempre ammirato sin da bambini. Non avevamo fatto molti giri turistici, perché Anastasia aveva bisogno di concentrarsi, e noi lo capivamo perfettamente. Avevamo deciso di riservarci quelle esplorazioni a dopo la gara.》

《Io e Olivia quel giorno avevamo trovato dei posti perfetti: in alto, proprio al centro, così da poter osservare Anastasia in tutta la sua grazia. Ricordo di aver avuto particolarmente freddo, ora che ci penso. Non so se fosse per il clima rigido o se fosse qualcosa legato a quell’ambiente chiuso, ma quel freddo anonimo mi è rimasto impresso. Sa, sono stata in molti stadi di ghiaccio, eppure non avevo mai sofferto così tanto il freddo, e questo detto da una persona che di solito non è per niente freddolosa. Però mi tranquillizzai pensando che forse in Corea erano semplicemente abituati a temperature così basse.》

《La cosa strana è che Anastasia non sembrava aver notato nulla di insolito... ma ora, ripensandoci, non posso nemmeno esserne sicura. L’agitazione gioca brutti scherzi e magari anche lei sentiva qualcosa ma cercava di non darlo a vedere.》

(Prende un sorso di caffè.)

《Dopo aver aspettato un paio d’ore per le presentazioni e l’elenco delle gare della serata, finalmente la vedemmo. Era stupenda, indossava un vestito blu notte tempestato di brillantini che la fasciava perfettamente. E con i suoi capelli arancioni? Sembrava uscita da un dipinto di Monet.》

《Ricordo che stava osservando il palco e ci notò subito. Con il suo solito sorriso luminoso ci salutò dolcemente. Era così bella... oh, l'ho già detto, mi scusi. Rivivere quei momenti non è affatto facile.》

《Stava per andare in pista quando il suo allenatore apparve da dietro le quinte, probabilmente per rassicurarla. Poi lei scivolò sul ghiaccio, pronta per la sua esibizione. Non notai nulla di strano in lui, solo che si allontanò subito dopo. Sì, in effetti mi parve strano che non restasse a guardare la gara, ma in quel momento non ci feci caso.》

《Ero completamente concentrata su di lei, ma tutto durò solo un paio di secondi. Fece appena in tempo a eseguire tre piroette, e poi... boom. Cadde.》

《Una parte dell’attrezzatura delle luci cedette all’improvviso. Erano enormi, sa? Ricordo distintamente che, dopo averla portata via d’urgenza, l’ultima cosa che vidi fu la pista creparsi sotto il peso di quelle luci.》

《L’allenatore? No, non l’ho più visto dopo quel giorno. Ma ricordo di averlo intravisto in ospedale il giorno dopo, proprio mentre stava uscendo. Noi stavamo correndo verso di lei, ancora incosciente.》

Minji fece una pausa, la sua voce si incrinò leggermente mentre cercava di trattenere l’emozione. 《Che schifo, come ho fatto a non accorgermi di tutto questo?》

___

Avevo riascoltato più volte il racconto di Minji, ma c'era un dettaglio che continuava a sfuggirmi, un enigma che non riuscivo a risolvere: quel maledetto allenatore. Perché se n’era andato così all’improvviso? Si trattava di sensi di colpa? Di qualcosa di più oscuro? Non riuscivo a capire, e ogni volta che ci pensavo, le domande si moltiplicavano nella mia mente.

La stanchezza cominciava a farsi sentire, e decisi che era il momento di riposare. Domani, avrei sicuramente interrogato anche Olivia. Nonostante l'avvertimento di Minji, che mi aveva chiaramente detto quanto fosse una persona vulnerabile, ero consapevole che Olivia avrebbe potuto lasciarsi sfuggire qualche dettaglio che Anastasia, nel suo stato di ansia, poteva non aver rivelato.

Sapevo che correre quel rischio era necessario, anche se c'era la possibilità che potesse mettere in pericolo la delicata stabilità di Anastasia. Tuttavia, il bisogno di fare chiarezza era più forte delle mie preoccupazioni.

- 𝐢𝐥 𝐬𝐢𝐥𝐞𝐧𝐳𝐢𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐠𝐡𝐢𝐚𝐜𝐜𝐢𝐨 - 𝐇𝐰𝐚𝐧𝐠 𝐇𝐲𝐮𝐧𝐣𝐢𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora