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"Questo senso di niente passa se ci sei tu"

— Tutto questo sei tu, Ultimo

Non aveva mai pensato di coronare il suo sogno. Correre in Formula Uno. Guidare una di quelle macchine che da bambino vedeva sullo schermo la domenica con suo padre.

Era entrato quasi per casualità, e la sua vita era passata dal suo divano alla pista in un secondo.

Pilota rivelazione dell'anno, amatissimo da tutti i fan, Juanjo Bona era quello che si potrebbe definire un vero e proprio fenomeno.

Per lui era ancora tutto troppo surreale, troppo bello per essere vero.

Aveva iniziato correndo nella pista di go-kart vicino casa sua, un amico di suo padre gli aveva procurato una tessera a prezzo scontato e non aveva rifiutato.

Aveva solo quattordici anni, ma prendeva le sue giornate in quella piccola pista come un lavoro vero e proprio.

Trovarsi davanti al team principal della Ferrari in un normale giovedì non era di certo nei suoi piani.

Appena compiuti diciassette anni lo avevano notato e avevano visto in lui qualcosa, un talento che pochi ragazzini della sua stessa età hanno.

Quell'uomo aveva parlato con suo padre quella stessa giornata, domandandogli se poteva accompagnare Juanjo a correre in uno dei circuiti che usavano per allenare i piloti professionali.

Suo padre non pensava fosse vero, ma accettò e accompagnò suo figlio in quel circuito.

Se non l'avesse fatto Juanjo non si troverebbe dov'è ora, in uno degli hotel più lussuosi del Giappone attendendo che la notte passasse per poter correre il suo terzo gran premio in Formula Uno.

Forse da fuori non sembra, ma ci vuole un sacco di lavoro per arrivare a questi livelli, un sacco di esercizio, concentrazione e preparazione.

"Oye Juanjo, scendi per salutare gli altri?"

La voce del suo compagno di squadra lo riportò nel presente, era felice che fossero amici ora. Charles era un bravo ragazzo.

"Non penso, salutali per me però"

"D'accordo, cerca di non distruggermi domani in pista".

Juanjo rise, perché in effetti aveva vinto gli ultimi due gran premi, ed era il suo primo anno nello sport.

"Notte Charles"

Il ragazzo uscì dalla stanza lasciandolo solo. Quando era solo gli piaceva pensare, pensare e ricordare.

Ricordare i weekend di gara passati sul divano con la sua famiglia, ricordare tutte le volte che era tornato a casa con le ginocchia nere per essersi schiantato contro qualche muretto nella pista vicino casa, ricordare il ragazzino che lavorava alla pista e gli sistemava le ruote del go-kart quando sbagliava le curve.

L'aveva sempre trovato simpatico, era un ragazzino dolce che si preoccupava sempre di aiutarlo quando ne aveva bisogno. Sapeva che lo faceva solo con lui, perché mentre correva lo vedeva seduto su una pila di vecchi pneumatici intento a guardarlo.

"Per me un giorno correrai in Formula Uno", gli aveva detto un giorno mentre avvitava un bullone ad un perno nella parte posteriore del kart.

"Ci spero", aveva risposto lui.

Si chiedeva come potesse sapere perfettamente cosa fare per aggiustare le ruote a soli quattordici anni.

Juanjo aveva dei ricordi nitidi dei suoi pomeriggi con il ragazzino. Martin. Chissà dove era finito ora.

Tutto questo sei tu || Juanjo e MartinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora