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Una settimana dopo il Gran Premio d'Australia, la rotta era verso Miami. Una gara che tutti i fan Ferrari avrebbero preferito dimenticare quest'anno.

Quest'ultimo Gran Premio si era rivelato un totale disastro, un incubo, e la colpa non era nemmeno dei piloti, come sempre mancava una strategia convincente. Manu aveva cominciato a dubitare delle doti dei due ingegneri strategici, Alvaro era stato poco presente, mentre Alec aveva assistito il Team durante tutto il weekend.

La squadra era dominata da un'atmosfera strana, c'era un specie di angustia provocata dalla mancanza di fiducia l'uno nell'altro. Soprattutto dopo che Charles in una delle interviste post-gara aveva detto che dovevano risolvere "alcune frizioni interne alla squadra per migliore". La stampa aveva iniziato a far uscire notizie, perlopiù false, cominciando a descrivere il degrado di Ferrari e dando la colpa principalmente ad Alec; per loro non aveva senso incolpare entrambi gli ingegneri quando uno di loro era stato poco presente.

In tutto ciò, Martin dormiva la maggior parte delle notti senza spegnere il cervello, tentando di mettere insieme le piste che lo avrebbero portato a risolvere il rompicapo. C'era qualcosa che stava chiaramente andando storto, e lo stesso Team Principal non sembrava farsene carico. Qualcuno doveva pur farlo.

Le notti in cui rimaneva sveglio a pensare erano anche quelle in cui il ragazzo che dormiva abbracciandolo per la vita si svegliava per chiedergli di dormire e di riposarsi.

"Amore che fai ancora sveglio?", diceva spesso, passandogli una mano lungo il petto distrattamente per invogliarlo a non stressarsi. Una delle cose che Martin non aveva potuto fare a meno di notare era che, durante la notte, quando tutto era buio e gli parlava con gli occhi ancora chiusi, Juanjo era solito chiamarlo "amore". Durante il giorno succedeva un po' meno spesso, solo quando era nervoso per qualcosa o troppo emozionato per contenersi. Però a lui piaceva sapere che era qualcosa di speciale, qualcosa che solo loro sapevano. O almeno per ora.

La primissima volta che Juanjo aveva interrotto il filo dei suoi pensieri notturni per chiedergli di riposarsi, Martin si era sorpreso.

"Come facevi a sapere che ero sveglio?", aveva sussurrato.

Juanjo, a pancia in giù sul materasso, aveva sbadigliato, "Respiri in modo diverso quando dormi", si era limitato a dire, per poi stringere il braccio che aveva intorno a Martin e portarselo di fianco in modo da abbracciarlo per bene, come se fosse il suo orsetto di peluche per dormire.

Martin aveva sorriso e per le ultime ore di sonno che gli rimanevano aveva cercato di non concentrarsi in altro che non fosse il battito del cuore di Juanjo o il modo in cui il suo corpo si incurvava per attaccarsi a lui.

In ogni caso, il Gran Premio di Miami era andato catastroficamente, tutti erano frustrati, e in modo particolare Martin, perchè ancora non era venuto a capo del mistero.

Juanjo aveva finito quinto, mentre Charles settimo. Sembrava di essere tornati nel 2022.

Il pilota 23 aveva appena finito una lunga sessione di interviste e si sentiva stanco, amareggiato, sudato e arrabbiato con se stesso. L'unica cosa che in questo momento poteva distrarlo e riportarlo a casa era un abbraccio di Martin. Andò a cercarlo nei box, però anche dopo aver chiesto ad altri del team, si rese conto che nessuno sapeva dove fosse finito.

Un istinto che non aveva mai sentito prima gli si appoggiò sulle spalle, creandogli nel petto una sensazione simile ad una voragine. Non sapere perchè fosse sparito era una brutta sensazione. Anche se, conoscendolo, aveva semplicemente deciso di andare a farsi una passeggiata per schiarirsi la mente, gli sembrava strano che nessuno l'avesse visto. O forse lui era l'unico che, quando Martin era in una stanza, non poteva fare a meno di seguire ogni suo movimento.

Tutto questo sei tu || Juanjo e MartinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora