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Juanjo partiva in pole position, seguito da Verstappen e Leclerc, suo compagno di squadra. Dopo le qualifiche ottime che aveva fatto, Alvaro aveva pensato di adattare il piano al meglio. Juanjo doveva mantenere la prima posizione fino a quando Charles non fosse riuscito a passare in P2, a quel punto doveva lasciarlo sorpassare e mantenere una difesa stabile, per avere un podio Ferrari.

Ancora non era entrato in macchina e già sapeva quale sarebbe stato il risultato auspicato dal team. Faticava a capire come si sentiva al riguardo da quando era atterrato in Cina. Al momento aveva bisogno di concentrarsi e di non perdere di vista l'obiettivo della giornata, rimanere fedele a quello che avevano programmato.

I box erano carichi di agitazione, ingegneri e meccanici si muovevano con rapidità per assicurarsi che la vettura fosse perfetta e pronta alla gara. Dopo l'ultima stagione non potevano permettersi errori, non adesso che anche il pubblico sentiva che la Ferrari si stava riscattando.

Per ora aveva finito le interviste pre-gara, e si trovava seduto nel retro del box, con una bottiglia d'acqua mezza bevuta in mano e la tuta che gli pendeva lungo i fianchi. Si sentiva a suo agio quando aveva addosso i suoi vestiti da corsa, non c'era niente da fare, questa era senza dubbio la sua più grande passione.

Il ripiano su cui era poggiato non gli dava una buona visuale su cosa stesse accadendo al resto del Team, ma andava bene così, prima di una gara aveva bisogno di restare da solo e non preoccuparsi troppo di tutto quello che poteva andare storto.

Prima di tutto, la cosa che più poteva andare storta, era la strategia di Alvaro. Il fatto che lui fosse "Alvaro Mayo ex ingegnere Redbull" non lo rendeva il più bravo nelle strategie.

"Se pensi un po' più forte ti sentiranno anche gli altri del Team", Juanjo alzò lo sguardo verso la voce, era Martin. Era già pronto per aiutarlo nella gara, con le cuffie al collo e l'aria concentrata.

"Sì, perchè tu riesci a sentire quello che penso", disse in tono scherzoso.

Il più basso si unì con una piccola risata, "Smettila di pensare alla strategia di oggi, se va male, alla prossima sappiamo come rimediare. Sai benissimo che non puoi fare di testa tua"

Juanjo lo fissò incredulo, come faceva a sapere esattamente che quella era una delle cose che lo preoccupava?

"E poi non ti preoccupare del colore".

D'accordo, ora stava leggermente esagerando, "Scusami?"

"Non ti preoccupare se hanno cambiato leggermente la tonalità di rosso della tuta oggi, ti sta benissimo. Alla prossima Manu ha detto che torna tutto come al solito, stavano sperimentando un po'".

"Come fai a sapere che non mi piace come mi sta addosso questo colore?", doveva chiederlo, perchè era assurdo, impossibile e incredibile che Martin lo sapesse.

Il ragazzo lo fissò, e poi mosse le spalle dall'alto al basso, "Te l'ho detto, pensi troppo forte", si avvicinò per picchiettargli la tempia con un dito. Era ridicolo il fatto che Juanjo si sentisse molto più tranquillo dopo quel tocco.

"E tu non sei nervoso per il tuo primo gran premio come mio ingegnere di gara?"

Martin si sedette di fianco a lui, lasciando che le loro ginocchia si sfiorassero, "Non hai idea, è una responsabilità enorme. Devo controllare ogni tuo minimo dettaglio per assicurarmi che non ci sia nulla di storto", girò la testa per incontrare il suo sguardo.

Juanjo deglutì e parlò senza connettere il cervello alla bocca, "Non può essere tanto difficile se già lo fai normalmente".

Il più basso lo guardò dall'alto al basso, senza perdersi nessuna sfaccettatura del ragazzo che aveva di fianco, "Hai ragione", disse semplicemente, come se non fosse una frase pensata apposta affinché Juanjo trovasse allettante strapparsi tutti i capelli di testa.

Tutto questo sei tu || Juanjo e MartinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora