26 - Ferite

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Voci, voci su voci e ancora voci

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Voci, voci su voci e ancora voci. La sua testa ne era piena talmente tanto da farle male, gli occhi faticavano a mettere a fuoco, il corpo era indolenzito. Non aveva passato una bella nottata purtroppo, un'altra che si aggiungeva all'elenco infinito per la sua eterna vita di Dea portandola quella tarda mattinata a nascondersi in uno dei suoi nascondigli negli Abissi Infernali. Intorno non aveva altro che pareti di roccia fredda.
Non sapeva esattamente per quale motivo il destino volesse che l'essere che portava disperazione, caos e negatività soffrisse a sua volta. Che fosse un modo per pagare i suoi peccati? Ma non era nata già dal principio con un'anima nera? Non avrebbe mai potuto cambiarla, era un simbolo di ciò che rappresentava. Lo odiava.

– Non vuole proprio saperne di andarsene via dai miei pensieri!– esclamò infastidita e con le mani tra i capelli, il respiro affannoso per il dolore. Era arrivata ad evitare di dormire il più possibile per evitare di stare male quasi ogni giorno, eppure la cosa si era rivelata ben peggiore: gli incubi di tutti i Salir e Yarix si erano mescolati ai suoi ricordi, alle immagini, ai suoi pensieri. Il più presente di tutti? Kyra.

La Dea Bianca non le dava pace, continuava a vedere la sua luminosità, a come si mostrava così felice di incontrare un essere come lei nonostante sapesse essere pericolosa. Cosa spingeva la chiara a starle intorno? A volerle far conoscere luoghi a lei misteriosi baciati dal giorno?
Kyra si era divertita ore e ore prima nel farle assaggiare dolci che mai si sarebbe aspettata di provare, e ogni sapore era stato così unico e insolito, per un momento le aveva dato l'impressione di essere come chiunque altro senza il compito di portare sciagure. L'energia positiva della Creazione si era insinuata nella sua distruttiva.

– Non cominciare, ti prego!– disse ancora a mo' di supplica alla nuova ma familiare voce che si fece più forte delle altre. Stava invocando la parte più terribile di lei, il suo lato senza una logica e mossa dalla pura voglia di uccidere, mutilare, devastare incurante delle sofferenze e morti lasciate lungo il suo passaggio.

La cosa più brutta era che, in una parte di sé, Sheera voleva lasciarla agire per potersi staccare dalla realtà, fare in modo che smettessero le voci e i pensieri di girare vorticosi. E forse era la cosa migliore per lei. Lasciati andare, non accadrà nulla di male disse un eco lontano e allo stesso tempo nitido. Nulla che non sia nella tua natura... ridacchiò, e anche Sheera, aveva dato il comando alla propria oscurità un'altra volta.

          

– Sei un fuoco.–

Furono queste le prime parole che Kyra sentì appena sveglia nell'Eden, e per poco non sussultò nel sentire una voce sconosciuta accanto a sé. Era scattata a sedere sul grande masso di casa sua, il suo solito posto.

– Cosa?–

Si voltò e notò una piccola creatura volante simile a una sfera di luce girarle attorno; era una delle Creature Chiare, esseri che la Dea Bianca aveva visto molto raramente. Non interagivano mai con lei, forse per il semplice fatto che svolgevano il loro compito di curare le anime diligentemente da non pensare ad altro, oppure l'energia di Kyra, la sua forze, dava loro fastidio. D'altronde, non era la prima volte che l'aura della Creatrice facesse sentire qualcuno come un essere inutile a confronto.

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