28 - Oltre l'oscura coltre

17 3 0
                                    

La luce solare degli Abissi Infernali, seppur fosse già più lieve rispetto gli altri Mondi, le diede fastidio come quasi sempre

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

La luce solare degli Abissi Infernali, seppur fosse già più lieve rispetto gli altri Mondi, le diede fastidio come quasi sempre. Fece un semplice movimento con la mano e, in quanto sovrana di quel luogo, esso rispose al suo comando, al suo pensiero; così delle nubi grige si crearono in cielo proteggendo la sua pelle pallida e solo allora aprì gli occhi mettendosi a sedere e lasciando cadere l'occhio sul corpo accanto a sé con freddezza. Inizialmente non capì cosa fosse successo fin quando vaghi ricordi riaffiorarono nella mente e tutto fu più chiaro.

Lilith dormiva con estrema tranquillità nonostante i segni di morsi, graffi e tagli sparsi lungo tutto il corpo privo di vesti. Alcune continuavano ancora a sanguinare per quanto fossero profonde, lasciando liquido nero, denso e viscido sulla pelle cadaverica della demone e sul terreno. Sheera non si era resa conto di averla tormentata così tanto dal dolore quella notte, oltre che dal piacere, accadeva sempre quando la sua energia negativa la dominava, le offuscava la vista e i ricordi. Anche se quella volta non aveva perso completamente il controllo, era stata abbastanza cosciente. E poi, la demone dai capelli castani sapeva bene che con lei si giocava a modo suo, per sfamare quel potere oscuro che custodiva e che doveva assecondare. Era divertimento per entrambe, distrazione, fame. Solo questo, come ogni altra Creatura Oscura voleva.

La Dea si alzò e s'immerse nella grande pozza d'acqua accanto a loro risvegliandosi completamente con il freddo a contatto con la pelle, l'unico abbraccio che accoglieva volentieri. Una volta uscita si asciugò avvolgendosi con le sue fiamme scure e si vestì con uno schiocco di dita pensando di sistemare le ultime cose nel suo Mondo prima di andarsene. Non sopportava più di starsene a casa sua, in parte lo odiava. Non solo perché i suoi demoni la innervosivano ma anche per il semplice fatto che la rispecchiavano. E lei non sopportava sé stessa.

Grandi alberi dalle foglie violacee e nere, dai filamenti dorati come l'erba sotto i suoi piedi, anch'essa a tratti violacea o in altre tendente ad un arancio scuro, si estendevano maestosi davanti a sé; quella era una semplice radura il cui lieve vento freddo le accarezzò la pelle, le mosse i capelli scuri lasciati liberi. La terra era quasi umida sotto i suoi piedi, aveva piovuto da poco pensò mentre camminava in silenzio, da sola con una sensazione strana dentro di sé.

Quello che provava non le era nuovo in realtà, molte volte si era sentita così, come se non fosse collegata al suo corpo, come se non fosse il suo. Era la normalità per lei, poteva solo camminare lentamente e sentire un senso di appartenenza e completezza che solo gli Abissi Infernali, suo malgrado, le davano. La sua energia lì era più viva che mai, ogni volta che cambiava umore anche gli Abissi Infernali mutavano proprio come in quel momento, in cui il cielo aveva assunto una sfumatura violacea, nubi grigie fattosi più minacciose. Cambiava, la ascoltava, la sentiva, ma poi? Cos'era?

Quello era un Mondo vuoto, freddo, desolato e a tratti inquietante ma anche affascinante, ammaliante, poteva rapire e intrappolare. Esattamente come la Dea Nera. Era come trovarsi davanti ad uno specchio e la cosa la faceva sentire male se ci pensava, odiava vedere sé stessa, la desolazione della propria anima nera. Era così lunatica, a volte pensieri complessi e inusuali la tormentavano. Era scontrosa, fredda, una mente caotica. Perché Distruzione significava Caos, tutto in lei lo era. E talvolta aveva paura di sé stessa, del suo distruggere. Non del produrre caos di per sé ma ferire, fare del male a chi non lo meritava.

Untill we ShatterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora