12 - Le parole di Selena

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A volte l'istinto porta a fare cose, compiere azioni di cui ci si può stupire e che all'inizio paiono illogiche, fino a quando non si capisce cosa ci fosse dietro

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A volte l'istinto porta a fare cose, compiere azioni di cui ci si può stupire e che all'inizio paiono illogiche, fino a quando non si capisce cosa ci fosse dietro. Era ciò che le era accaduto quando Sheera era svanita nel buio pochi giorni prima; Kyra aveva avuto l'impulso di seguirla come attratta da qualcosa ma si era bloccata per l'agitazione che l'oscurità le creava. Non le piaceva per niente non sapere cosa ci fosse in esso, la faceva sentire oppressa. La notte, invece, era una cosa diversa, il suo buio era schiarito dalle stelle e la luna.

Non sapendo quando la corvina sarebbe sbucata fuori dalla grotta se n'era andata, tornando nell'Eden. Però dentro di sé qualcosa aveva continuato a darle l'impressione che non fosse tutto a posto. I giorni a seguire non aveva né percepito né trovato tracce, persone malate, morte o luoghi devastati dal suo opposto, la cosa le parve strana. E poi, eccola lì, l'aveva intravista volare in lontananza per poi atterrare e camminare sull'acqua. Non ci aveva pensato due volte ad avvicinarsi, la prima cosa che notò furono i suoi occhi come... spenti, stanchi. La stupirono, dove era finita tutto quel tempo? E perché percepiva in lei una parvenza di dolore?

Sheera non era stata di buon umore, non che l'avesse mai vista nelle poche volte che si erano incrociate, ma preferì lasciarla in pace. Sapeva i limiti da non superare delle persone e, inoltre, alla Dea Nera piaceva il silenzio e la solitudine. Cosa altamente incomprensibile per lei.

Si stiracchiò un po' e si lasciò accarezzare dai raggi del sole dell'Eden nel mentre che si dirigeva verso la solita grande pietra su cui rimaneva ad osservare tutto ciò che aveva intorno. Però, si bloccò nell'istante in cui vi trovò una donna ad attenderla: occhi blu scuro, capelli d'argento, pelle di luce come quella che sprigionava la luna e coperto di miriadi di scintille. All'inizio non capì per quale motivo fosse lì, o almeno fin quando non le tronò in mente della regola più fondamentale ed importante che era stata infranta.

– Ehi Selena.– la salutò con un sorriso caloroso cercando di mascherare la sua agitazione. Da quanto ne era a conoscenza, quella donna di luce parlava sempre nella lingua degli Yarix con lei e non ne aveva mai capito il motivo anche se non le interessava granché da poter indagare. Di lei sapeva poco: controllava che il Bene e il Male facessero il loro corso, poteva indicare cosa non andasse nei Mondi quando sfuggiva alle Dee. Una sorta di messaggera, che possedere la magia o meno era un mistero.

– È passato un bel po' dall'ultima volta che ci siamo viste, Kyra.– le rispose al saluto con un cenno del capo e con voce neutra, pacata. Non capiva nulla da quel tono, come quello della corvina. Era arrabbiata? Felice?

– Cosa ci fai qui?–

Selena era appoggiata, se così poteva dire, e la cosa non le piacque granché, solitamente non portava mai a qualcosa di buono come quando aveva resuscitato un morto andando contro al ciclo della vita e si era beccata una ramanzina per essere andata oltre.

– Dall'altra me lo sarei aspettato, anzi, mi domandavo quando sarebbe accaduto, ma da te non proprio.– le disse e per un attimo Kyra si sentì in colpa. Era lì solo per la regola infranta, nient'altro. Non per chiederle se stesse bene o altro e questo un po' le dispiacque, la fece sentire ancora più sola.

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