Capitolo 12. parte 1

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Riley

Il terzo giorno di scuola della settimana, per me, era sempre stato il mio preferito (ovviamente dopo il venerdì) perché iniziava ad avvicinarsi il fine settimana, e questo per me voleva dire rimanere a casa per due giorni a leggere, a studiare o a rilassarmi sul divano mangiando pop corn e guardando film natalizi.

Cosa potevo chiedere di meglio?

A quanto pare in California non sapevano cosa voleva dire stare a casa a leggere un libro ma conoscevano solamente la frase: "venerdì e sabato tutti a far festa e ad ubriacarsi in dei luridi locali gremiti di gente drogata."

Prima di partire mi era capitato di essere invitata ad una festa, ma avevo rifiutato perché non conoscevo praticamente nessuno delle persone che avrebbero partecipato e anche perché se mia madre ne fosse venuta a conoscenza mi avrebbe tagliato prima gli arti inferiori e poi quelli superiori.

<<Signorina Smithfield, è in classe con noi o in qualche pianeta differente?>> la voce odiosa del professore di fisica mi risvegliò dai miei stupidi pensieri.

<<Mi scusi>> alzai lo sguardo imbarazzata e sentii qualcuno alle mie spalle ridacchiare.

"Ma chi è che ha il coraggio di ridere? Giuro che, chiunque sia, lo spezzo in quattro parti uguali"

Mi voltai per cercare di capire chi fosse stato e vidi che era stato proprio Aaron a ridere.

Il sangue mi ribollì nelle vene e forse con un tono di voce troppo alto dissi <<Che imbecille! Cosa ci trovi di divertente a ridere?>>

Proprio qualche istante dopo la campanella suonò e senza nemmeno salutare il professore, tutti si alzarono dalla propria sedia per lasciare l'aula e dirigersi verso le proprie attività.

<<Sarei io quello imbecille?>> una voce alla mie spalle, ancora più odiosa di quella del professore di fisica, mi prese alla sprovvista facendomi sobbalzare.

<<Certo, sennò chi?>> ribattei senza esitazioni.

<<Di sicuro non sono io quello che è stato beccato con la testa tra le nuvole a pensare chissà cosa>> alzò le spalle e avanzò di qualche passo.

<<Almeno io non mi sono messa a ridere>> alzai le spalle e avanzai anche io di qualche passo verso di lui.

La classe ormai si era svuotata e noi eravamo gli unici ad esserci dentro.

<<Mi è venuto spontaneo ridere... dovevi vedere la tua faccia spaesata al richiamo del professore>> nel suo viso serio spuntò un ghigno beffardo e questo mi fece venire i nervi a fior di pelle.

<<Sappi che mi vendicherò>> sbottai a bassa voce. Mi voltai dandogli le spalle e uscii dalla classe  lasciandolo solo dentro l'aula ormai vuota.

A passi svelti raggiunsi la palestra e successivamente lo spogliatoio femminile, dove trovai Allison seduta in una panchina ad aspettarmi.

<<Riley, finalmente!>> si alzò in piedi e alzò le braccia al cielo.

<<Scusami! Ho avuto un piccolo imprevisto>>  "con quel maleducato di tuo cugino" non dissi  l'altra metà della frase per evitare domande.

<<Ma dove eri finita? Cosa hai fatto tutto questo tempo?>>

<<Come sei esagerata! Sono solo passati cinque minuti! Dove sono i vestiti? >> provai a cambiare discorso disperatamente.

<<Te li ho presi io, erano nel tuo armadietto>> mi diede dei pantaloni della tuta e una maglietta piuttosto lunga.

<<Ok, vado a cambiarmi>> andai verso il bagno e mi ci chiusi dentro.

Indossai i vestiti e uscii immediatamente perché le imprecazioni da parte delle altre ragazze in attesa del loro turno stavano diventando sempre più insistenti.

<<Scusatemi>> aprii la porta e mi diressi verso uno dei grandi specchi posizionati sopra i lavandini. Mi sistemai i capelli sciolti in una coda e raggiunsi Allison.

Andammo verso la palestra e ci avvicinammo ad una panchina occupata nell'attesa che il turno prima del nostro finisse.

<<Ciao ragazze>> Coraline ci raggiunse con il sorriso stampato in faccia  e si aggiunse al nostro gruppo. <<Siete pronte a giocare a pallamano?>>

<<Ovvio, specialmente perché giocheremo contro i maschi>> rispose Allison.

<<Maschi contro femmine? Ne sei sicura?>>

<<Sì, ne sono sicura. Si farano due partite: la prima maschi contro femmine e la seconda con la squadra mista>>

<<Bene>> il professore di motoria ci richiamò con il fischietto e ci fece segno di avvicinarci.

In quell'esatto istante, varcò la porta della palestra la squadra maschile. E chi non poteva esserci se non anche lui? 

Sì, sto parlando proprio di lui.

Il professore scelse chi far stare in panchina e anche i capitani delle squadre.

<<Mi sembri in gamba>> disse mentre mi consegnava la maglietta da capitano.

Andai a cambiarla velocemente in bagno e quando tornai, si stavano riscaldando tutti facendo dei giri nel campo semi vuoto.

Iniziai a riscaldarmi anche io e alla fine del quinto giro, il professore fischiò per ordinarci di metterci in ordine.

Mi guardai in torno. Ognuno era al proprio posto.

Proprio davanti a me avevo Aaron che spiccava con la maglietta del capitano.

Il professore si portò il fischietto alla bocca.

<<Sta' attenta, ragazzina>> mi ammonì Aaron prima di passare la palla ad un suo compagno di squadra.

"Che la guerra abbia inizio"


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