Capitolo sei

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"Spezzare un cuore è difficile, eppure non c'è nulla di più fragile."

-Sunny

Tutto ciò su cui i miei occhi si posano è un pezzo d'arte; eppure, la persona che mi si trova davanti è reale, non il dipinto di un artista devoto alla sua passione.

La voce è dolce e ammaliante, ma le parole che ne escono sono pericolose e velenose. Ciò che di più letale esiste al mondo è una persona e si chiama Morte.

Quando il mio sguardo si posa sulla corona, la mia memoria mi spinge a inchinarmi davanti al sovrano dell'Oltre. Il sorriso malizioso che dipinge le sue candide labbra mi scuote, ricordandomi la mia impotenza di fronte ad essa. Eppure, non ho paura nell'incontrarla; ho atteso troppo a lungo che si prendesse la mia anima, così che finalmente possa riposare in pace e che le persone a cui tengo possano vivere serenamente.

Ma tutto è andato invano. La sento risalire con i suoi artigli velenosi.

<<Tu sei arrabbiata.>>La sua dolce voce fa tremare la terra; l'anima al mio fianco mi osserva come per scorgerne la conferma, eppure la mia espressione rimane impassibile, frutto di anni di finzione. Sembrerebbe che la Morte abbia il dono di leggere le anime, un potere pericoloso.

Un senso amaro mi sale in bocca al ricordo dell'ultima volta che ho contrattato con un essere maligno, il tradimento che ho subito. Eppure, non mi sento diversa adesso. Ho passato la vita a prepararmi a questo momento, credendo che finalmente sarei arrivata alla fine che speravo, che tutto si sarebbe risolto. Invece mi ritrovo impotente, il destino che ho disperatamente cercato di cambiare in questi anni è andato in fumo, come tutti i miei sacrifici. Adesso sono morta, la mia anima è a pezzi e la vita di mia sorella è comunque appesa a un filo, e l'unica cosa che sento è la rabbia ribollirmi il sangue.

<<E dimmi, perché sei arrabbiata?>>La domanda sembra stupida; si legge sul suo viso divertito che conosce già la risposta.

<<Chi non lo sarebbe se fosse morto?>> una domanda beffarda esce dalle labbra di Black. Punto i suoi occhi scuri, pieni di arroganza, ma sinceri, almeno stavolta non mi prende in giro.

<<Mi domando cosa ci fa la tua anima qui. Mi sembra di averti detto che non sei il benvenuto.>> La risposta acida e lo sguardo freddo mostrano il disprezzo reciproco. Passo la vista dall'uno all'altro in cerca di maggiori informazioni, oltre a quella che sembrano detestarsi e che hanno dei precedenti.

<<Sembra che invece mi vedrai spesso d'ora in poi. Mi ero dimenticato quanto fosse divertente questo posto.>> il sorriso sghebro che mostra è una provocazione al sovrano di queste terre. Lo sguardo torvo che gli rivolgo affiora al ricordo di quelle povere anime annegate e volatilizzate.

<<Sembra che ti diverta a torturare le anime,>> la voce della Morte esce minacciosa. <<Ma adesso ho da fare con la Veggente, per cui ti pregherei di andartene con le buone, Black.>> La frase finisce in una minaccia velata, che il moro sembra non voler cogliere.

Per un momento sento la sorpresa affiorare nel sentire quel nome. Il suo respiro troppo vicino mi scalda l'anima al contatto.

<< Non ti eccitare troppo, è solo un soprannome.>> un sorriso malizioso attira la mia attenzione su di lui e i suoi occhi luminosi.
Sbuffo irritata allontanandomi da lui di qualche passo, ho bisogno d'aria e stargli vicino non mi aiuta.

<<Te lo sogni,>> rispondo acida, scostando il mio sguardo freddo, dal fuoco che vedo nei suoi occhi.

Sembra che l'aria tra Black e Morte si sia fatta pesante, prolungata dalla richiesta di uno e dal rifiuto dell'altro.

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