Capitolo quattordici

99 21 90
                                    

⚠️ attenzione: questo capitolo contiene scene di violenza.
"Ero pronta a perdere tutto per lui. Conscia che dargli il poco che ho porterebbe alla mia distruzione"

-Sunny

Anche se sono cosciente e sveglia, il resto del mio corpo sembra a pezzi, quello che ne rimane dopo essere stato schiacciato da un enorme masso. Eppure non ricordo l'accaduto.
I muscoli si tendono ogni volta che provo a muovermi, una fitta lancinante mi trapassa i legamenti, un modo per persuadermi a rimanere immobile.

Le ossa sembrano stare peggio; le sento deboli, pronte a incrinarsi sotto il peso del mio corpo. Un corpo umano che non dovrebbe abbracciare il potere dei gioielli.
Eppure lo sento più leggero da quando le ho indossate, come se un enorme peso si fosse sollevato dal mio cuore.
Utilizzo le poche forze rimaste per mettermi seduta e guardarmi intorno.
Sembra che non sia rimasta nella Camera dei Tesori; lo scenario è cambiato un'altra volta.

Il pavimento freddo dove mi trovo sembra essere fatto di una pietra nera lucente; parti di essa sono colorate di un intenso rosso, ma ricoperte da diramazioni di radici nere.
Molto di quel posto assomiglia alla camera blindata, la gemella, adattata ad altri gusti.
Il semplice trono in pietra che ho già visto adesso splende al centro della stanza, il sovrano dell'Oltre vi si siede indisturbato.

<<Mi dispiace non accoglierti in un luogo più ospitale, l'arredamento non è il mio forte.>>

Incontro i suoi occhi per la seconda volta da quando li ho aperti; un brivido mi percuote il corpo, la realizzazione di quanto quella figura sovrumana sia potente.
Varie rose appassite circondano il trono, proseguendo con i contorni della stanza; le radici dei morenti fiori disegnano sul pavimento delle figure sinuose come i petali del fiore stesso.
Eppure non sembrano mostrare alcuna componente di tale bellezza.

L'aria pesa sulle mie spalle stanche, ma non intendo mostrare debolezza davanti a lui.
Porto veloce le mani alle orecchie, pronta a togliermi gli orecchini, ma le dita si chiudono intorno ad uno solo. Sento il cuore scalpitare dalla paura di averlo perso.
Guardo Morte impietrito, eppure il suo sguardo glaciale è fermo su un punto davanti a me; quando ne seguo la traiettoria, vedo l'Aurora di Luce.
La bianca perla resta immobile a terra, come se l'avessi abbandonata.

<<Adesso è il caso che ti tolga anche l'Ombra di Luna.">> L'ordine esce dalle sue labbra, il comando del Re di quel Regno.

<<Lo farò quando sarà il momento,">> ammetto, un senso di pericolo mi fa drizzare la schiena alla vista del suo volto scontento.
Alla vista della realtà.

<<Sai almeno di cosa si tratta? Cosa comporterebbe al tuo corpo tenerla addosso?">> Ingollo l'amarezza dell'ignoranza; sono a conoscenza del pericolo che porta, ne ho i segni su tutto il corpo. Ma lasciarla incustodita a lui mi sembra peggio.
Guardo l'Aurora di Luce fondersi con il pavimento, un modo per proteggersi da chiunque tenti di prenderla. <<Non ti scomodare, non potrei prenderla neanche se desiderassi farlo. Può essere solo donata.>>

Parte della preoccupazione viene sostituita dal sollievo. <<È per questo che vuoi che la tolga? Per donartela?">>

Un sorriso sgombro si mostra sulle labbra rosee. <<Non è quella che voglio,>> ammette sincero, l'espressione di chi non cova desiderio. <<Ma non voglio nemmeno che lui ce l'abbia.">> La confessione che aspetto arriva con il suono più velenoso.

Il mento pronunciato si posa sul palmo della sua mano, come se volesse osservare attentamente la mia prossima reazione.

<<Vuoi sapere di cosa si tratta?>> Un luccichio pervade gli occhi cerulei, illuminandoli come zaffiri, un sorriso divertito dalla situazione in cui mi trovo.

Rancore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora