15-FORCE

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Ad Alyssa e Scott, che per quanto forti siano, avranno sempre bisogno di qualcuno che gli guardi le spalle.


Le giornate successive furono un susseguirsi di incontri segreti, messaggi criptati, e lunghe notti insonni passate a pianificare. Scott ed io ci muovevamo come ombre nella notte, cercando di non lasciare traccia del nostro passaggio. Ogni conversazione era avvolta nel mistero, ogni gesto calcolato.

Finalmente, dopo giorni di ricerca, trovammo una pista. Un uomo chiamato Adrian, che lavorava come intermediario tra i Blakes e alcune delle loro operazioni di contrabbando. Non era un membro di alto rango, ma aveva accesso a informazioni sensibili. E, a quanto pareva, non era immune al fascino del denaro.

<Adrian potrebbe essere la nostra chiave> disse Scott, mentre studiava il dossier che avevamo raccolto su di lui. <Non è particolarmente leale, e ha fatto diversi errori che lo hanno messo in cattiva luce con i suoi superiori. Potremmo usarlo a nostro vantaggio.>

<Dobbiamo avvicinarlo con cautela> risposi, mentre esaminavo la foto di Adrian, un uomo sulla trentina con un'espressione costantemente nervosa. <Non possiamo permetterci di farlo insospettire. Se pensa che stiamo cercando di manipolarlo, potrebbe venderci ai Blakes senza esitazione.>

<Ho già un piano> disse Scott, con un sorriso che non raggiunse i suoi occhi. <Ma avremo bisogno di tempo e precisione. Dobbiamo creare un contesto che lo faccia sentire al sicuro, come se fosse lui a manovrare la situazione.>

<E se funziona?> chiesi, cercando di immaginare come tutto sarebbe andato a finire.

<Se funziona, avremo finalmente un occhio dentro la cerchia dei Blakes> rispose Scott, la sua voce carica di determinazione. <E sarà solo l'inizio. Una volta che avremo le informazioni di cui abbiamo bisogno, potremo iniziare a smantellare la loro rete dall'interno, pezzo per pezzo.>

Era un piano audace, quasi folle, ma era tutto ciò che avevamo. Sapevamo che non potevamo affrontare i Blakes frontalmente; erano troppo potenti, troppo radicati in ogni angolo della città. Dovevamo essere astuti, pazienti, pronti a colpire al momento giusto.

E così, con il nostro obiettivo chiaro in mente, iniziammo a mettere in atto il nostro piano. I giorni seguenti furono un vortice di azioni precise e calcolate. Avvicinarsi ad Adrian senza destare sospetti fu un'impresa ardua, ma gradualmente riuscimmo a guadagnarci la sua fiducia.

Ogni incontro con lui era un passo avanti nel nostro piano, ma anche un rischio crescente. Dovevamo essere costantemente vigili, attenti a non rivelare troppo o troppo poco. Ogni parola doveva essere scelta con cura, ogni gesto calcolato per ottenere il massimo effetto.

Finalmente, dopo settimane di lavoro estenuante, Adrian iniziò a parlare. Le prime informazioni che ci fornì furono frammentarie, ma sufficienti per darci un quadro più chiaro della situazione all'interno dei Blakes. Scoprimmo che la loro rete era più vasta e complessa di quanto avessimo immaginato, con legami che si estendevano ben oltre i confini della città.

Ma c'era una cosa che ci preoccupava più di ogni altra: il leader dei Blakes, l'uomo che si celava dietro tutte le operazioni, era un mistero persino per molti dei suoi stessi uomini. Pochi lo avevano visto di persona, e ancora meno sapevano il suo vero nome. Era un'ombra, un fantasma che tirava i fili nell'oscurità.

<Se vogliamo avere una possibilità di distruggerli, dobbiamo scoprire chi è> dissi una sera, mentre Scott ed io discutevamo i prossimi passi nel mio appartamento. <Non possiamo combattere un nemico che non conosciamo.>

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