Capitolo 2

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Il sole di Roma filtrava timidamente attraverso le tende leggere della mia nuova camera, annunciando l'inizio di una nuova giornata. Il primo giorno di lezione all'università era finalmente arrivato. Mi svegliai presto, sentendo un misto di emozione e attesa per quello che ci aspettava.
Alberto era già in piedi,intento a preparare una colazione veloce. Lo osservai mentre preparava il caffèlatte e farciva delle fette biscottate con della crema di nocciole. Il suo spirito vivace e l'energia che emanava erano palpabili . «Pronta per il grande giorno?» mi chiese, con entusiasmo contagioso.
«Si, sono davvero pronta,» risposi, mentre sorseggiavo la bevanda che poco prima mi porse, cercando di assaporare il momento.
Un volta pronti, carichi e determinati, ci dirigemmo verso l'università. Roma si svegliava lentamente mentre il sole si sollevava sopra l'orizzonte, colorando il cielo di sfumature arancioni e rosa. Le vie tortuose, fiancheggiate da antichi edifici e angoli nascosti, si animavano con il passare delle ore. Le piazze si popolavano di persone in cerca di un bar in cui poter fare colazione. Notai i vicoli pittoreschi che si snodavano tra le grandi vie, ricchi di botteghe storiche e ristoranti accoglienti. Nell'aria l'aroma del pane fresco si mescolava al profumo del caffè e ai suoni vivaci della città.
Roma mostrava il suo carattere attraverso l'architettura variegata: Dalle eleganti palazzine dei secoli passati ai moderni edifici residenziali, fino ai vivaci murales che decoravano alcuni angoli meno conosciuti. Il ritmo della città era un mix di modernità e tradizione , riflettendo la sua ricca storia e la vitalità del presente.
Arrivati destinazione, fui avvolta da un senso di meraviglia. La hall era un vasto spazio luminoso , con pareti di vetro che permettevano alla luce naturale di inondare ogni angolo. Lampade di design pendevano dal soffitto, creando un gioco di luci soffuse. Divani moderni e poltrone ergonomiche erano disposti in aree di attesa accoglienti, e opere d'arte moderna decoravano le pareti. Schermi digitali proiettavano informazioni sui corsi e sugli eventi universitari, contribuendo a creare un ambiente dinamico e al passo coi tempi.
Una giovane assistente ci accolse con un sorriso cordiale. «Benvenuti, posso aiutarvi ?»
«Si, grazie, siamo Alberto Marchesi e Bianca De Luca , nuove matricole di comunicazione»
L'assistente consultò rapidamente il computer. «Dunque, la vostra prima lezione è di sociologia della comunicazione con la professoressa Greco, nell'aula 4 , al secondo piano.»
Salimmo le scale che portavano al secondo piano, dove un corridoio si apriva su una serie di aule moderne. L'aula 4 era spaziosa, con ampie finestre che offrivano una vista sui giardini interni. Tavoli e sedie erano disposti in diverse file. Io e Alberto ci sedemmo vicini. Poco dopo , la lezione cominciò. La professoressa entrò e cominciò a parlare con sicurezza e passione, illustrando il programma della materia. La mattinata proseguì con la conoscenza degli altri docenti e l'introduzione delle loro rispettive discipline.
E tra una pausa e l'altra, decisi in accordo con Alberto di esplorare il resto dell'ateneo. Ogni angolo sembrava progettato per favorire l'apprendimento e la creatività. La biblioteca era un luogo di pace, con scaffali di legno scuro e zone di lettura illuminate da lampade a led. Le aree lounge erano accoglienti , con tanti divani e spazi per lo studio di gruppo.
Infine uscimmo sui giardini pensili, respirando l'aria fresca e profumata per via delle piante mediterranee e alberi ad alto fusto che donavano ombra e suscitavano un senso di tranquillità.
Quando la giornata volse al termine la mia mente era un turbinio di emozioni contrastanti, il primo giorno di università , con tutte le sue novità e sfide, aveva messo a dura prova la mia timidezza tra chiacchiere incessanti e i volti sconosciuti, avevo cercato di trovare il mio posto, spinta dalla paura e dalla curiosità. Nonostante l'ansia e l'insicurezza che avevano segnato ogni momento era in quel caos che avevo intravisto speranza. Forse passo dopo passo, avrei imparato a far emergere la mia voce e a costruire il mio spazio in questo nuovo capitolo della mia vita, salvo imprevisti...

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