Capitolo 9

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Quando Marco mi invitò a teatro per vedere lo spettacolo degli studenti della classe avanzata, accettai subito, anche se un po' incerta. Mi chiesi se fosse una buona idea espormi così presto a performance di livello superiore, ma ero anche curiosa di vedere come si esibivano i più esperti.
La sera dello spettacolo, mentre mi preparavo, ricevetti un messaggio di Alberto. «Stasera usciamo? Cena e film al cinema?» Mi sentii parzialmente in colpa nel rispondere che avevo già un impegno, ma gli spiegai subito la situazione.
«Marco mi ha invitata a uno spettacolo teatrale dell'accademia. Voglio vedere come se la cavano quelli della classe avanzata.»
Alberto rispose quasi subito. «Bene, un'ottima idea. Goditelo e poi mi racconti tutto. Mi raccomando, divertiti.» Mi sorpresi della sua reazione positiva, ma sapevo che lui era sempre stato il mio primo sostenitore. Mi sentii più tranquilla sapendo che, anche se non era con me quella sera, mi avrebbe sostenuta comunque.
Quando Marco venne a prendermi, ero pronta. Non ero agitata, ma molto emozionata. Il ragazzo, mi disse che stasera avrebbero rappresentato "Notting Hill" , la famosa commedia romantica del 1999, con Julia Robert e Hugh Grant, è stata adattata in una versione teatrale dal professor Russo, amante del musical, una forma di spettacolo teatrale che combina dialogo, canto e danza, dal titolo "Notting Hill – The musical", con musica e testi originali tradotti in italiano. Quando ho visto "Notting Hill" per la prima volta con mamma, avevo sedici anni e ricordo di essere rimasta profondamente commossa. La scena che mi colpii di più fu quella in cui Anna Scott, interpretata da Julia Roberts, si presentò al negozio di libri di William e lo ringraziò per il suo amore. Lei gli disse che il suo amore era come una parte di un romanzo, qualcosa che capita solo nei sogni, e lui rispose con la semplice verità dei suoi sentimenti. La sincerità e la vulnerabilità di quel momento mi toccarono profondamente, e mi ritrovai a lacrimare per l'emozione e la bellezza di una storia d'amore così autentica e pura.
Quando entrammo nel foyer, il pubblico si stava dirigendo verso le poltrone nella sala. Le conversazioni erano piene di entusiasmo e aspettativa, e il suono dei passi e dei sussurri riempiva l'aria.
Mi sistemai nella mia poltrona, osservando il teatro che si riempiva lentamente. Ogni tanto, qualcuno passava davanti a me per raggiungere il proprio posto. Non passò molto tempo prima che incontrassi Lara. Apparve con il suo solito portamento sicuro, attraversando la sala come se fosse la protagonista indiscussa della serata. Quando i nostri sguardi si incrociarono, mi avvicinai senza esitare. Sapevo che Lara avrebbe approfittato di qualsiasi segno di debolezza, quindi decisi di non dargliene l'opportunità. «Che sorpresa vederti qui,» disse lei, con il solito tono che lasciava intendere molto più di quanto non dicesse apertamente. «Pensavo che avessi ancora bisogno di un po' di tempo per prendere confidenza con il palco.»
«Anche a me fa piacere vederti, Lara,» risposi, mantenendo la voce ferma. Avevo deciso che non le avrei permesso di mettermi a disagio. Volevo godermi la serata e, per una volta, non lasciarmi influenzare dalle sue provocazioni.
Marco, che stava osservando la scena, si avvicinò e intervenne con il solito tono calmo. «È bello essere qui tutti insieme. C'è tanto da imparare guardando questi nostri colleghi all'opera,» disse, con un sorriso che mirava a distendere la tensione.
Apprezzai il suo modo di gestire la situazione, senza dare troppo peso alle frecciatine di Lara.
Quest'ultima, chiaramente colta alla sprovvista, si limitò a scrollare le spalle. «Buona visione,» disse, prima di allontanarsi con un sorriso enigmatico. Non potei fare a meno di scambiare un'occhiata complice con Marco, che mi fece un cenno di incoraggiamento.

Lo spettacolo iniziò poco dopo, e io mi persi subito nelle performance degli attori. Ogni loro movimento, ogni parola, trasmetteva una tale intensità che sembrava quasi vivere quelle emozioni in prima persona. Più li osservavo, più mi rendevo conto di quanto lavoro e dedizione ci fossero dietro ogni singola espressione, ogni gesto. Non mi sentii intimidita, piuttosto ispirata. Era come se vedessi per la prima volta ciò che era possibile raggiungere con abbastanza impegno e passione.

Durante l'intervallo, Marco ed io uscimmo a prendere una boccata d'aria. «Allora, cosa ne pensi finora?» mi chiese, mentre camminavamo lungo Via del Tevere Antico.
«È... travolgente,» risposi, cercando di trovare le parole giuste. «Non mi aspettavo che fosse così intenso. Ma è anche motivante. Mi fa venire voglia di migliorarmi, di dare di più.»
Marco sorrise. «È esattamente l'effetto che dovrebbe fare. Il teatro è questo, Bianca. È passione, dedizione, e soprattutto è un viaggio. E noi siamo solo all'inizio.»
Tornammo dentro per la seconda parte dello spettacolo, e questa volta mi sentii ancora più coinvolta. Gli attori sembravano aver raggiunto un livello ancora più alto, e mi trovai a studiare ogni loro movimento, ogni loro sfumatura delle loro voci. Volevo imparare, capire come riuscivano a trasmettere così tante emozioni in modo così naturale.
Alla fine dello spettacolo, l'applauso del pubblico riempì la sala, e mi unii agli altri nel battere le mani, sentendo un sorriso crescere sul mio viso. Era stata una serata illuminante, sotto molti punti di vista.
Uscimmo dal teatro, e l'aria fresca della sera mi fece sentire leggera, quasi euforica. «Grazie per avermi invitata,» dissi a Marco. «Sono contenta di essere venuta.»
«Sono contento anch'io,» rispose lui, con quel sorriso caloroso che avevo imparato a riconoscere come segno di sincero apprezzamento. «Hai fatto un passo importante stasera. Continua così.»

Mentre camminavamo verso casa, il mio telefono vibrò. Era un messaggio di Alb: «Come sta andando? Voglio sapere tutto!»
Sorrisi tra me e me, immaginando il suo entusiasmo nel sentire ogni dettaglio.
Risposi subito: «È stato incredibile. Gli attori erano bravissimi, e ho imparato molto. Sto tornando a casa, ci vediamo tra poco.»

Quella sera, mentre mi addormentavo, ripensai a tutto ciò che avevo visto e sentito. Sapevo che la strada era lunga, nonostante ciò, sentii che ce l'avrei potuta fare davvero. Non era solo un sogno lontano, ma qualcosa che, con impegno e determinazione costante, poteva diventare il mio futuro.

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