Finalmente il giorno del provino era arrivato. Avevo un nodo allo stomaco, ma anche una risolutezza che non avevo mai provato prima. Dopo una colazione leggera e aver ripassato i testi, mi avviai verso l'ALFA ART ACADEMY con Alberto al mio fianco.
Ogni passo verso l'accademia sembrava pesare come una tonnellata, ma il sostegno di Alberto mi dava la forza di andare avanti.
Quando arrivammo, l'atmosfera era frenetica. Gli aspiranti studenti si aggiravano nervosi e concentrati,pronti ad affrontare la loro prova.
L'edificio imponente e le pareti decorate con locandine di spettacoli famosi mi ricordavano quanto questo luogo fosse prestigioso.
Nella sala d'attesa, mi sedetti nervosamente accanto ad altri candidati. Fu allora che notai due persone che attiravano la mia attenzione: Lara e Marco. Lara era una ragazza con lunghi capelli corvini e lisci, occhi verdi penetranti e un sorriso sicuro. La sua postura eretta e i suoi vestiti eleganti trasmettevano un'aria di superiorità e sicurezza. Non faceva sicuramente mistero della sua ambizione e competenza. Marco, invece, aveva i capelli biondi un po' mossi, occhi azzurri gentili e un viso che esprimeva calma e riflessione. Vestiva in un modo più casual, ma curato, e sembrava avere un atteggiamento rilassato e accogliente.
Lara mi lanciò uno sguardo di valutazione non appena mi sedetti. «Oh e tu chi sei? Non ti ho mai vista da queste parti... Anche tu per il primo provino, immagino. Non è facile, troppa concorrenza qui, ti servirà un po' di fortuna sempre che tu ce l'abbia oggi!»
«Comunque sono Lara, piacere» continuò, con un sorriso che non nascondeva la sua arroganza. «E questo è Marco, mio cugino.»Marco mi fece un cenno di saluto con un sorriso caloroso.
«Bianca, piacere di conoscervi.»
«Ciao, Bianca, piacere mio» disse Marco. «Non preoccuparti troppo. Siamo tutti qui per lo stesso motivo e il provino è solo un passo nel percorso.»
Lara, non contenta di lasciar passare la conversazione così, aggiunse: «Spero che tu abbia preparato qualcosa di speciale. Qui non è facile ottenere un posto, e ci sono persone con molto talento. Speriamo che tu non sia solo una di quelle che ci prova e basta.»
«Ho cercato di prepararmi al meglio,» risposi, cercando di mantenere la calma. «Ho scelto il monologo del padre sulla timidezza che si trova nel secondo atto di "Sei personaggi in cerca d'autore di Pirandello e la poesia "La mia sera" di Giovanni Pascoli.»
Marco annuì con approvazione. «Buona scelta. Entrambi i testi sono profondi e complessi. Ti auguro buona fortuna.»
Quando fu il mio turno, Alberto mi accompagnò alla sala del provino. Gli insegnanti erano pronti e attenti, e mi sentii subito sopraffatta dal loro sguardo critico.
Iniziai con il monologo di Pirandello:
«Ah, la timidezza... Voi non sapete, non potete immaginare cosa sia davvero. E' come un velo invisibile che si frappone tra me e il mondo, tra me e la possibilità di agire, di vivere. E' un continuo sentirsi osservati, giudicati, come se ogni sguardo fosse una sentenza, ogni parola un'accusa.
La timidezza non è soltanto una paura; è una prigione. Una prigione da cui non si può evadere. Ogni gesto, ogni parola deve essere pensata, pesata, valutata, e alla fine, non si riesce a fare nulla. Si resta lì, immobili, bloccati dal terrore di sbagliare, di essere inadeguati.
E così, si finisce per vivere a metà, per non vivere affatto. Perché la timidezza ti impedisce di essere te stesso, di esprimerti, di condividere con gli altri quello che hai dentro.E tu rimani solo, intrappolato in un silenzio che nessuno può comprendere, in un vuoto che nessuno può riempire.
E intanto il tempo passa, e con esso passano le occasioni, le possibilità, le opportunità per essere felici. E tu rimani lì, a guardare la vita degli altri scorrere, mentre la tua si consuma in un'attesa interminabile, in un desiderio irrealizzabile di essere diverso, di essere libero. Ma la libertà non arriva mai, perché la timidezza è una catena che non si spezza. E così, giorno dopo giorno, ti trovi sempre più isolato, sempre più lontano da tuttoe da tutti, prigioniero di te stesso e delle tue paure.
Ecco questa è la mia vita. Una vita di rimpianti, di occasioni perdute, di sogni infranti. Una vita segnata dalla timidezza, dalla paura di vivere. E ora, davanti avoi, mi sento nudo, esposto, vulnerabile. Ma forse, proprio per questo, posso trovare la forza di liberarmi, di rompere finalmente queste catene, di essere, almeno per una volta, veramente me stesso.»
Poi passai alla poesia di Giovanni Pascoli:
«La sera è un sogno,una dolcezza,
la sera è il tempo che fugge,
e in questo tempo si culla il dolore.
Sulle spalle ho l'ansia,
e il cuore pesante di tristezza,
mi accompagna la notte,
e la pace è lontana.»
Durante la performance, notai Lara e Marco tra il pubblicodi audizione. Lara aveva un'espressione impassibile e valutativa, mentre Marco mi guardava con un'espressione incoraggiante. Sentivo che stavo dando il meglio di me e che la mia interpretazione era sincera. Mi commossi.
Quando terminai, il silenzio nella sala sembrò interminabile. Gli insegnanti si scambiarono sguardi e annotazioni. Infine, uno di loro mi comunicò che avevo fatto un'ottima impressione e che avrebbero discusso il mio provino per decidere il risultato.
Uscendo dalla sala, trovai Alberto che mi abbracciò, il suo volto luminoso di orgoglio. «Hai fatto benissimo, Bianca. Sei stata fantastica!» disse, e io sentii un enorme sollievo.
Marco si avvicinò e mi fece un segno di approvazione. «Hai fatto davvero bene. È stato un piacere vedere la tua perfomance. Se hai bisogno di consigli o di qualcuno con cui parlare, fammelo sapere. Questo è il mio numero». Mi lasciò un biglietto in cui scrisse il suo recapito telefonico.
«Grazie, Marco,» risposi, felice per il suo supporto. «Spero che sia andato tutto bene.»
Lara, che ne frattempo si era avvicinata, mi lanciò uno sguardo di superiorità. «Non male, ma non dimenticare che qui la concorrenza è alta. Certo, il provino è andato, ma non sarebbe meglio se ti concentrassi su qualcosa di più realistico? Le probabilità che tu riesca in questo campo sono più o meno come il posto che occupi sotto le mie décolleté: Molto basse e fuori dalla mia vista.»
«Anche se le probabilità sono basse, io ci credo davvero e sono disposta a lavorare duramente per realizzare il mio sogno. Non permetterò che lo scetticismo di una sconosciuta mi fermi. Preferisco concentrarmi su chi mi sostiene piuttosto che su chi cerca di abbattermi.»
Osservai Lara allontanarsi con un'espressione di disprezzo sul volto. Sorrisi, e respirai profondamente. La mia avventura all'ALFA ART ACADEMY stava forse per iniziare?!
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Hanging dreams: Il cuore di una nuova realtà
Short StoryBianca si trasferisce a Roma con il suo migliore amico Alberto per iniziare una nuova avventura universitaria. Mentre studia comunicazione, Bianca non riesce a scrollarsi di dosso il sogno segreto di diventare un'attrice, un desiderio che ha sempre...