Andrealphus era uno a cui piaceva avere il controllo. Uno che aveva fatto tutto per bene. Aveva studiato la magia degli elementi e sviluppato una particolare predilezione per il ghiaccio, dopotutto era un uomo freddo, e la sua attitudine era coerente con i propri poteri.
Il Marchese, suo padre, non si era mai curato troppo di lui. D'altronde era stato occupato ad educare l'unica figlia femmina che potesse garantire alla famiglia un passaggio di status.
In ogni caso suo padre non aveva avuto tempo, né interesse, di trovargli una moglie, e a lui andava più che bene così. Le donne non gli erano mai interessate, e aveva potuto continuare la sua vita da scapolo senza che nessuno si domandasse dove, e soprattutto con chi, passasse le notti.
Suo padre non avrebbe di certo approvato quella sua inclinazione ma era un uomo vecchio ormai, e finché nulla usciva da palazzo...
Un giorno, molto presto, avrebbe ereditato il Marchesato, e non smaniava di certo di condividerlo con una moglie comprata in cambio di qualche titolo; una moglie che, nel migliore dei casi, si sarebbe rivelata petulante e ribelle come sua sorella e, nel peggiore, assertiva e spenta come metà delle duchesse che frequentavano le feste del Marchese.Prima di quel giorno nella sala del trono di Paimon, Andrealphus non aveva mai conosciuto la paura. Proprio perché aveva sempre fatto tutto a dovere nessuno si era mai lamentato del suo operato; nessuno mai aveva mai osato attribuirgli delle responsabilità e soprattutto nessuno si era mai permesso di porgli un ultimatum.
Ma quello che gli faceva ardere il petto di rabbia e timore, non erano le insinuazioni o le minacce, era la totale assenza di controllo sugli eventi.
Ora girovagava perduto nelle sue stanze, si era fatto portare del tè che non aveva bevuto, e la tazzina giaceva abbandonata sul tavolino tondo accanto alla finestra. Quanto avrebbe voluto tornarsene al suo palazzo e dimenticarsi di quella faccenda. Invece era intrappolato lì, in quel posto arredato con i più disparati strumenti astronomici e che a tratti puzzava di erba bagnata e concime come se fossero in una bieca magione di campagna.
Il suo fallimento era nelle mani – a dire il vero tra le gambe – della sua stupida, stupida sorella. E ovviamente della genetica, delle condizioni fisiche, dello stress... e di tutte quelle stronzate che aveva propinato a Paimon nel tentativo di placarlo.Ma come era possibile?
Si era passato una mano tra i capelli, sopraffatto da una morsa al petto che gli toglieva il fiato.
Stella e il principe avevano trascorso insieme quasi tutte le notti dal matrimonio, tutte le notti per otto mesi.Che sua sorella fosse davvero sterile? O peggio, che il principe Stolas lo fosse...
Rabbrividì."Se quello stupido giardiniere regale fosse la causa io sarei rovinato!" disse a denti stretti, in tono quasi agonizzante. Il prestigio, il potere, le armate. Sarebbe stato tutto perduto. Certo, non gli appartenevano direttamente, ma sua sorella, per quanto potesse essere disubbidiente, era sempre stata come cera nelle sue mani.
Non aveva mai capito se lo odiasse o provasse per lui uno strano e indecifrabile affetto, certo era che non poteva fare a meno di lui. Era da lui che tornava dopo i peggiori momenti con il Marchese, ed era lui che sapeva consigliarle sempre come fare meglio. Come tenere buono loro padre.
Dal suo canto, quando erano bambini, l'aveva invidiava molto: suo padre le aveva dato tutte le attenzioni che ad Andrealphus erano state negate. Lui aveva imparato tutto quello che sapeva da solo, nelle sue stanze, con i tutori e i maestri privati. Ma quando si trattava di insegnare a Stella a danzare, a conversare elegantemente, a riconoscere le costellazioni, a suonare quello stupido violoncello, il Marchese era sempre sulla soglia ad osservare i progressi della bimba destinata a sposare il Principe Stolas, ad essere la perfetta moglie del guardiano delle stelle, ad essere la madre del destinato erede dei Goetia.
Certo, c'erano stati gli schiaffi, la disapprovazione, i rimproveri, le infinite aspettative, le punizioni più disparate... Ma almeno loro padre la vedeva. E lui, lui che era certo più intelligente, più talentuoso, più ubbidiente era stato relegato al ruolo di balia di corte e artificiere di quella bomba ad orologeria che si era rivelata essere sua sorella.
Era l'unico che riusciva a tenerla buona con le buone o quasi. L'unico in grado si placare gli scatti di ira e di volubile irrazionalità che Stella tendeva a manifestare ogni qual volta si sentiva in trappola, in preda alla frustrazione o all'insoddisfazione.
Ma ora quel ruolo gli si stava rivoltando contro, era diventato corresponsabile di qualcosa su cui non aveva nessun controllo: sua sorella, la bimba cresciuta e istruita su misura per il principe Stolas, non era in grado di adempiere al più semplice dei compiti.
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STORIA DI UN MATRIMONIO
FanfictionCosa succede se due persone incompatibili si trovano in matrimonio combinato? Stolas è un ragazzo pacato e sognatore, Stella una ragazza vitale e arrabbiata con il mondo. Solo che sono di sangue reale e devono mettere al mondo un erede. Una storia...