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Ritroverò i tuoi occhi neri
Tra milioni di occhi neri
Saran belli più di ieri

-Vorrei incontrarti fra cent'anni [Ron feat. (Tosca)]

La sveglia sul comodino iniziò a suonare, e con essa anche quella del cellulare.
Il ragazzo, ancora dormiente, si alzò di scatto e le spense entrambe, per poi stendersi ancora.
Sbadigliò, strofinandosi con le mani sottili il viso pallido, non accorgendosi della persona che aveva di fianco.
Appena voltò il capo, si rese conto che non era da solo nella stanza, e un sussulto lo fece spaventare.
Chi dormiva con lui non poteva essere altri che Chan, il suo ragazzo. Jeongin rifletté sulla situazione di ieri sera, e gli si strinse il cuore, sia per come si era sentito e sia perché il maggiore aveva saputo aiutarlo in quella situazione. Avvicinò una mano verso i capelli biondi e rovinati sulle punte, a causa di tutte le tinte a cui li aveva sottoposti, ma erano lisci e senza nodi. Si poteva notare la ricrescita imminente, ma sarebbe stato bello sempre per gli occhi di Jeongin.

Chan era bellissimo. Un principe pronto a salvare la sua dama da ogni imprevisto. Eh si, la dama era Jeongin.

Il volto rilassato, gli occhi chiusi, il naso dritto, le labbra grandi ma perfettamente in sintonia con tutto il viso, le guance paffute a causa del respiro regolare, che provocava piccoli sospiri. Non indossava nulla al di fuori dei pantaloni del pigiama, e questo provocò una sorta di fuoco dentro il minore. Non poteva fare nulla, il ragazzo dormiva, e anche se il suo corpo lo invitava non sarebbe mai riuscito ad esporsi così tanto. Avrebbe voluto, ma si rifiutava. 

Il maggiore, dall'altra parte, percepiva lo sguardo di Jeongin, e ciò non lo lasciava per nulla indispettito, anzi, ne voleva di più. Così, prima che potesse pentirsene, si avvicinò al suo busto e lo strinse, beandosi del suo calore e profumo. Il minore sembrò agitarsi ma poi si rilassò, abbracciò le spalle possenti e incastrò il viso nel collo dell'amato «Buongiorno» sussurrò il biondo ricevendo in cambio un «'Giorno» e un lieve bacio sulla guancia «Come ti senti?» gli domandò Chan accarezzandogli le braccia, con movimenti circolari. 
«Adesso meglio - si strinse ancora di più, sciogliendosi definitivamente alle carezze - grazie per ieri» sussurrò l'ultima parte e ricevette in cambio un dolce bacio sulla fronte «Innie lo sai che non devi ringraziarmi» il nominato negò, prendendo le mani del ragazzo e stringendole con le sue «Ti prego, lasciamelo fare». 

Ci fu silenzio dopo quel commento, di quelli rilassanti, senza imbarazzo. Eppure entrambi i ragazzi avrebbero voluto comportarsi in maniera differente. 
Ma non ci riuscirono, chi per paura di far male e chi perché ancora provato dalla precedente rottura, così poco dopo si alzarono e si prepararono per andare a lavoro. 

Come ogni singolo giorno. 

***

«Hyunjin lo sguardo verso me» si sentì chiamare, e cambiò espressione facciale, sperando di star facendo bene «Perfetto così» le stesse persone con cui lavorava, adesso lo stavano fotografando. Inizialmente si sentiva troppo sotto gli occhi di tutti, ma quando si accorse del suo raggio di sole, si riprese, era solo lavoro. 

Indossava un jeans grigio, leggermente stropicciato, poi una canotta, che presentava una cerniera al centro, smanicata con i bordini celesti, il logo VERSACE nella zona sinistra.
Tra le labbra gli occhiali famosi, con il logo del brand, e un trucco leggero, solo un filo di fard sulle guance, ma nulla di più. I capelli erano legati dietro con un codino, e laccati per mantenerli uniti. La giacca di pelle era posta in modo da simulare il movimento, così da indossarla.
Ma la cosa che più affascinava era lo sguardo.
Il neo sotto l'occhio era così visibile e anche quello sulla guancia si notava molto.
Insomma una divinità gregca

Felix guardava il suo ragazzo, da lontano, non voleva dare troppo nell'occhio. 

Quando incrociò gli occhi con quelli del moro, gli sorrise, per dargli conforto, e vide le spalle poco prima rigide del ragazzo, riprendere la loro forma. Era mozzafiato. Non poteva dire altro. 

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