Will 3

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Mi giro e rigiro nel letto pensando solo a una cosa:

Victoria.

Non riesco a togliermela dalla testa e non so come fare per evitare che lavori al locale per me. Sono il capo, dovrei essere in grado di saper dire di no, ma con lei non ce la faccio okay? Ho solo una cosa da fare a questo punto. Chiamare mia sorella. Prendo il telefono e compongo il numero fregandomene dell'orario. Sono le 3:30 di notte ma, conoscendola, sarà ancora sveglia e infatti, dopo solo pochi squilli mi risponde.

"Will?"

Sorrido non appena sento la sua voce

"Ciao polpetta, tutto bene?"

Cheryl è molto più piccola di me, avevo 10 anni quando è nata nel giorno del mio compleanno, da allora ogni anno compiamo gli anni insieme. Non saprei immaginare la mia vita senza di lei. L'unica cosa buona che ha fatto mia madre

"Si,tutto bene, pensavo dormissi. Sei tornato ora dal locale?"

Annuisco quasi come se potesse vedermi

"Si,appena rientrato e ho bisogno di un tuo consiglio"

La sento bere qualcosa che spero sia acqua e mormorare un sottile "mhmh?" per lasciarmi parlare

"Allora diciamo che c'è questa ragazza, si chiama Victoria, che si è presentata al mio locale l'altro giorno pretendendo di essere assunta"

Posso sentire i suoi pensieri dall'altra parte del telefono e infatti prima che potesse parlare riprendo parola io

" E si, prima che tu me lo chieda, è brava- molto brava, ma questo magari evito di dirlo a mia sorella, giusto per convincermi da solo che non lo sia- ma c'è questa sottospecie di attrazione tra di noi che non so quanto farebbe bene al locale"

Lei ridacchia e sento un rumore di lenzuola, si deve essere appena messa al letto

"È questo il grande problema? Pensavo fosse successo qualcosa di così grave da meritare una tua chiamata alle 3:30 ma a quanto pare ti sei solo preso una bella cotta"

Sbuffo e mi passo una mano tra i capelli per poi passarla quasi automaticamente tra la barba corta che curo sempre con grande attenzione.

"Quindi dovrei assumerla? E se poi succede qualcosa e non va bene? Sai che non sono bravo con le relazioni okay? Non vogli-" mi interrompe di colpo

"Cristo, Will quanto sei pesante. Se è il tipo di attrazione che penso io, ed è quella perchè sennò non mi avresti chiamata, vacci a letto e superala. Non tutte le relazioni devono creare qualcosa lo sai no? O ti devo fare io la lezione della cicogna, dell'ape con il fiore o dei baci speciali sta volta?"

Ridacchio sentendola e alzo gli occhi al cielo al ricordo di un bel po di anni fa quando tentai di spiegare alla mia sorellina di sei anni come si facessero i bambini

"Si okay ho capito Cheryl, grazie per il tuo aiuto. Quando torni a Londra? Mi manchi"

Lo so, ho cambiato argomento. Ma è vero, mi manca molto. Mia sorella è partita per New York un paio di anni fa per studiare criminologia all'Università e ormai le visite sono molto limitate. È difficile non vederla ogni giorno. Mia sorella è la mia bambina, l'ho cresciuta io. Ci siamo stati sempre l'uno per l'altra. Alla morte di nostro padre, alle difficoltà con il rapporto con nostra madre e soprattutto quando quest'ultima ha deciso di risposarsi con l'uomo più abominevole del mondo, ogni volta che c'era una difficoltà sapevo che girandomi (o meglio abbassando lo sguardo visto che la differenza di altezza è notevole) l'avrei sempre trovata accanto a me a stringermi la mano per evitare di fare qualche stronzata.

"Presto Will, lo prometto. Ho due esami da fare e poi tento di raggiungerti per passare due settimane lì. Ho voglia di vederti anche io e poi magari mi fai conoscere questa ragazza che ti logora tanto la testa" la sento ridere per l'ennesima volta

"Smettila di prendermi per il culo polpetta!!!"

La sua risata travolge anche me e in men che non si dica stiamo parlando di tutt'altro. Di come stanno andando gli studi, del locale, di nuovi negozi aperti nelle rispettive città, nuovo cibi cucinati. Di tutto e di più. E in uno schiocco di dita ci addormentiamo al telefono distrutti.

È una cosa che facciamo spesso a dir la veritá. Quando eravamo più piccoli e vivevamo insieme, alcune notti, mentre dormivo, sentivo la porta aprirsi e Cheryl si infilava sotto le coperte con me per dormire al mio fianco, poi la mattina si svegliava presto e tornava in camera sua e il mattino quando mi svegliavo facevamo sempre finta di niente come se io non lo sapessi. Non le ho mai chiesto il perché lo facesse, magari aveva gli incubi, magari voleva solo dormire accanto a qualcuno ma non avevo bisogno di spiegazioni. Sapevo che chiederglielo la avrebbe messa a disagio quindi era una cosa nostra. Lei sapeva che io sapevo e io non avevo bisogno di motivazioni. Abbiamo sempre funzionato bene, io e lei, non avevo bisogno di altri e tutt'ora è tutto ciò che rimane della mia famiglia.

Ma va bene così.

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