CHAPTER 9.

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POV HOPE.
"Ciao ehm, entra." Dico imbarazzata, non so come comportarmi sinceramente.

Entra e si guarda in torno.
Saliamo le scale ed entriamo nella mia camera, dopo che mi siede sul letto e prima che io possa dire qualcosa lui mi procede.

"Perché Hope? Dimmi solo perché, sarebbe stata molto meno imbarazzante tutta quella situazione ieri se tu me l'avessi detto." Dice, mi sembra arrabbiato ma ha la voce molto più tranquilla di quando solitamente è arrabbiato.

"Io...io non lo so. Sinceramente non ho mai voluto "pararmi il culo", come dite voi, ad ogni cosa perché sono Hope Toods, volevo solamente apparire come una semplice ragazza, senza essere diversa." Dico, e quando finisco di parlare lui subito ribatte.

"Hope, ci hai visti? Non giudichiamo mai nessuno, non ti avrei mai fatto apparire diversa. Forse tu fai questi ragionamenti, perché sinceramente Hope non me ne può fregare più di tanto." Dice tranquillamente è appena chiude la bocca un silenzio ci assale.

Dopo un po' continuo.
"Si l'avreste fatto, mi avreste tutti giudicato in un'altra maniera, tutti lo fanno." Dico piangendo per l'ennesima volta in poche ore.

"Chi lo fa? Perché lo fanno?
Se davvero vuoi sfogarti Hope, è ora di parlare. Altrimenti non rompermi il cazzo, perché non ritornerò qui di nuovo, da te." Dice gesticolando.

"Sono stanca di essere giudicata continuamente, tutti lo fanno Harry e sopratutto credo che se adesso lo sapevano tutti non ero per niente quella che sono adesso.
Sono timida per questo forse, non sono come una delle tante ragazze con cui sei andato a letto, sono diversa perché sono cresciuta così. Nella diversità.
Mi chiudo in me stessa per la sua mancanza.
Non mi sono mai ritenuta la causa della sua morte, ma ora lo sto dubitando. Sembra che adesso tutto il mondo è contro me, e io vorrei solo lei al mio fianco." Dico con la voce strozzata dal pianto.

Questa volta ho davvero detto tutto quello che avevo da dire, per la prima volta mi sono opposta a qualcosa, non mi sono fatta condizionare dall'opinione di qualcuno, non voglio più seguire la regala del "mostra quello che vogliono, così nessuno avrà da dire" adesso sono davvero stanca.

"Chi Hope, dimmelo o me ne vado." Dice quasi urlando e quasi vorrei urlargli in faccia, e penso che lo farò.

"Mia madre Harry, lei.
La ragazza senza madre, condannata a vivere per sempre con suo padre, perché lui la terrà sempre con se nascosta dal mondo reale.
Ecco come sono etichettata dalla gente che sa chi sono, dai giornalisti, e per fino dagli impiegati di mio padre, sono questa per loro. E non potrai mai capire cosa si prova a sopportare tutto questo, perché anche se mio padre mi sta accanto non saprà mai cosa provo io, andare avanti senza la sua presenza, fin da sempre, questo è perché io non volevo che sapessi chi sono in realtà, volevo per una volta apparire agli occhi di tutti una semplice ragazza."
Dico tutto d'un fiato.
E quando finalmente mi libero, le lacrime sembrano calmarsi ma comunque continuano a scendere, è la prima volta che mi sento così, è davvero un'ottima cosa liberarsi dal peso che si ha dentro.

POV HARRY.
Rimango paralizzato dalle sue parole, ora capisco tutte quelle cose, Luke parlava sempre di una mancanza nelle interviste, ma non ha mai realmente detto chi fosse, parlava di un amore ribelle ma condannato a finire presto, tutti quei dubbi presenti da un bel po' nella mia mente, vengono subito rimpiazzati con quelle giuste ipotesi.

Vedo Hope sul letto, mentre continua a piangere, vado verso di lei e istintivamente l'abbraccio e il suo profumo mi invade i sensi, sinceramente non so perché lo sto facendo l'ultima persona che ho abbracciato è stata mia nonna prima che lei morisse, da lì sono rimasto come traumatizzato e non l'ho più fatto.
Ricambia l'abbraccio e piange sul mio petto, non so cosa dire...beh si, vorrei chiederle perché tutti hanno etichettata lei in quel modo quando in realtà non la conoscono, perché suo padre la tiene così all'oscuro da tutto, e voglio sapere soprattutto perché si sente la motivazione della morte di sua madre, ma so che probabilmente lei viole sfogarsi non sentirsi dire qualcosa da me.
Restiamo per un po' in quella posizione fin quando lei non si sposta.

"Basta piangersi addosso." Sorride tra le lacrime e con il dorso della mano si asciuga il viso.

"Hai fame?" Mi dice mentre si alza dal letto.

"In relata si, non ho fatto colazione stamattina." Dico e la imito alzandomi.

"Va bene andiamo giù." Apre la porta ed esce.

"Io dovrei andare in bagno, devo davvero pisciare." Le dico procurando una risata da parte sua, ma allo stesso tempo abbassa la testa arrossendo. Nessuna delle ragazze con cui sono stato arrossivano, anzi se dicevo qualcosa del genere loro si eccitavano di più.

"Vai infondo al corridoio, gira a sinistra. È la quarta porta." Mi dice pensando.

"Spero di non perdermi." Gli dico per poi incamminarmi.
Apro casualmente un paio di quelle porte, per il momento ho visto una libreria, uno studio, un paio di stanze per dormire, e per fino una sala cinema e un bar, sembra una casa da sogno.
Appoggio la mano su una maniglia e rimango incantato da ciò che vedo; c'è una stanza che ha le dimensioni del vecchio appartamento dei miei, "le piccole case sono più confortevoli" questa fu l'ipotesi di mia mamma quando mio padre volle cambiare casa, ci sono un paio di sedie sparse ai lati della stanza, in fondo c'è un mini bar e in mezzo c'è un enorme piscina.
Chiudo velocemente la porta e finalmente trovo il bagno che cercavo, che sembra tutto tranne che un normale bagno.
Penso alle parole di Hope; "non sanno cosa si prova a sopportare tutto questo", e anche non conoscendola penso che non si è goduta in pieno tutta questa situazione, una parte di me è dispiaciuto per questo.
Io dispiaciuto per una persona?..

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