tredici

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«Resta qui.»

SCARLETT'S POV

Mi sveglio lentamente e vedo una leggera luce entrare dalla finestra, peccato non sia la finestra di camera mia. Ricordo solo dopo qualche secondo che, in realtà, sono rimasta a dormire a casa di Noah la sera prima.

La mia mente comincia a farsi spazio nel mondo reale e inizio a mettere in ordine tutti i particolari di camera di Noah che avevo notato la sera precedente. Come le cose sparse sulla scrivania o l'armadio lasciato aperto e leggermente in disordine.

Ancora leggermente in dormiveglia avverto un leggero peso sul fianco sinistro.

Io sono girata verso l'esterno del letto, ancora raggomitolata, ma quando mi giro vedo Noah che occupa più di metà letto, girato verso di me, e col braccio appoggiato al mio fianco.

Mi irrigidisco leggermente, non totalmente in stato di allerta perché Noah sta ancora dormendo, e lo si può capire dai suoi respiri profondi. Quando dorme è addirittura carino.

La distanza tra me e lui è ancora presente, l'unica cosa che ci unisce è il suo braccio. È come se avesse voluto avere un contatto con me senza essere troppo invadente, anche nel sonno.

Tutto si può dire di Noah Harris, tranne che non sia un ragazzo rispettoso. Questo lo sto capendo passando del tempo con lui, ed è una parte che apprezzo molto.

Non so come muovermi, perché preferirei non svegliarlo, ma allo stesso tempo non voglio rimanere ferma qui ad aspettarlo. Mi sembrerebbe troppo intima come cosa.

Inizio a compiere dei piccoli movimenti per vedere quanto sia pesante il suo sonno, e noto con piacere che non si è accorto di niente. Infatti, dopo pochi istanti, continuo a muovermi alla stessa velocità di prima. Tuttavia, all'improvviso lo sento emettere un suono, e decido di fermarmi subito.

Ancora in dormiveglia, molto probabilmente, lo sento dire «Resta qui.» e a quelle parole io mi paralizzo all'istante come se mi avesse detto le parole più assurde del mondo. Vuole che resti a letto con lui?

Decido di inventarmi una scusante innocua, solo per prendermi un attimo da sola «Devo andare in bagno Noah, torno subito.»

Lui annuisce, ancora un po' addormentato, e allenta leggermente la presa sul mio fianco permettendomi di uscire più liberamente possibile dal letto.

Come ho detto, mi dirigo verso il bagno, ma principalmente per capire come sono ridotta. Vedo i miei capelli leggermente spettinati e le mie guance sorprendentemente rossastre. Molto probabilmente il rossore è dovuto dalle parole di Noah di poco fa.

Mi do una sistemata, ma prima di ritornare in camera di Noah decido di andare a prendermi un bicchiere d'acqua, considerando che sto iniziando ad accusare la sete mattutina. Nel farlo controllo che il padre stia ancora dormendo, e infatti è così. Lola gli avrà dato qualcosa di veramente forte per farlo dormire così profondamente.

Arrivo alla cucina ma quasi urlo nel trovare le due gemelle sedute all'isola al centro della stanza con un bicchiere di succo ciascuna «Ciao, Mercoledì.» mi saluta Erin con lo stesso nomignolo con cui mi chiama Noah.

«Non mi chiamo così.» le dico solamente, e subito dopo le chiedo silenziosamente dove siano i bicchieri. Lei mi indica uno sportello della cucina e, dopo aver preso il bicchiere, mi dirigo a prendere l'acqua.

«Ma mio fratello ti chiama Mercoledì.» non ha tutti i torti, in effetti.

«Lo so, ma a me non piace.» le dico con un leggero sorriso, per farle capire che non me la sono presa in alcun modo. Lily, d'altro canto, continua a fissarci senza dire una parola.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 14 ⏰

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