Capitolo 12 Pensieri intrusivi

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Paige








- Mamma è inutile. La pizza non la sai fare –

Amelia mi incenerì con uno sguardo e fece una smorfia di disgusto mentre addentava l'impasto che avevo preparato e che a mio parere era a dir poco perfetto.

- Puoi mangiare solo quella di Domino e non hai la capacità per comprendere certe raffinatezze - la rimproverai mentre mi pulivo la bocca con un tovagliolo.

Amelia alzò gli occhi al cielo, ma continuò a mangiare.

Presi un sorso di vino e la studiai attentamente per qualche secondo.

Da quando aveva cominciato a lavorare a Lost Creek Ranch era come rinata.

Trascorreva i weekend lavorando sodo e quando rientrava a pomeriggio inoltrato sprofondava nel suo letto priva di forze.

- Come sta andando al ranch? Ti piace? – mi informai con la bocca piena.

Amelia si strinse nelle spalle e mi sorrise – Sì, i cavalli sono pazzeschi e Russel mi sta insegnando tutto su di loro –

Il pezzo di pizza si fermò a metà del tragitto verso la mia bocca e le mie labbra si piegarono in un sorriso sornione.

- Russel? Ma davvero? – incalzai inarcando un sopracciglio.

Amelia mi lanciò un'occhiataccia.

- Mamma – mi ammonì seccata.

- Cosa? – sbottai innocentemente, ma Amelia era una sveglia e mi rimproverò - Smettila di usare quel tono di voce –

- Che tono userei sentiamo – mi difesi scrollando le spalle con noncuranza, ma Amelia non si lasciò distrarre.

- Quello insinuante – sottolineò ironica.

- Non era mia intenzione –

- Come se non ti conoscessi – insistette mia figlia.

Scoppiammo a ridere e il cuore mi balzò quasi dal petto.

Era una vita che non passavamo un momento del genere.

I suoi occhi verdi brillarono e per un'istante mi sentii cullata.

Continuammo a mangiare pacificamente fino a quando non dichiarai - Ho sentito tuo padre –

Amelia si irrigidì e smise di mangiare.

- Cosa voleva? –

- Sapere come stiamo e mi ha detto che non rispondi alle sue telefonate. C'è qualche motivo che te lo impedisce? – le chiesi spiandola di sottecchi.

Amelia restò in silenzio per un po', giocherellando con le posate.

- È solo che non mi va di parlarci...- bisbigliò in tono sommesso.

Le afferrai la mano attraverso il tavolo e gliela strinsi.

- So che in questo momento non sono nella schiera delle persone che preferisci Amelia. Ma sai che se hai bisogno di me io sono qui. Devi solo schioccare le dita –

Amelia si morse un labbro per camuffare un sorriso e prese un sorso di coca.

Quando finimmo di cenare mi affrettai a lavare i piatti sporchi.

Mentre avevo le mani immerse nell'acqua non potei fare a meno di pensare all'incontro che avevo avuto nel corridoio quel pomeriggio.

Quell'impertinente!

La mente imprecò prima che io potessi tenerla a bada.

"È che lei mi piace prof".

Mi azzannai il labbro inferiore e mi resi conto che stavo insaponando lo stesso piatto da almeno dieci minuti.

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