PaigeNon avevo mai visto una partita di hockey sul ghiaccio.
Il Beton Center era l'impianto in cui giocavano i Bison, nel pieno centro del campus.
Le lezioni di quel venerdì erano state sospese.
Quando giocavano sembrava che tutto il resto si fermasse. Non mi resi conto dell'importanza che aveva l'hockey in quella città, fino a quando non mi sedetti sugli spalti accanto ai miei colleghi.
Il palazzetto vibrava sotto le urla e i canti dei tifosi.
I vessilli verdi e gialli dei bisonti torreggiavano sulle gradinate.
Quando Nicole, la docente di biologia, si era affacciata nella mia aula e mi aveva informato della sospensione delle lezioni, avevo tirato un respiro di sollievo, pensando al fatto che sarei tornata a casa prima quel pomeriggio. Ma lei era stata irremovibile. Guardare i Bison era un obbligo per il corpo docenti.
Mentre ero sugli spalti sorseggiai la coca dalla cannuccia e mi guardai attorno curiosa.
Nel momento in cui i giocatori scivolarono sul ghiaccio mi resi conto del perché venissero associati a quel mammmifero.
Erano grossi, sovrastanti e sfrecciavano come bisonti nelle praterie, spazzando via qualsiasi cosa o persona avrebbero trovato lungo il loro cammino.
Le balaustre traballavano sotto i loro attacchi e in un paio di occasioni rabbrividii per la violenza degli scontri.
Il gioco era velocissimo, ma veniva interrotto spesso. Almeno un paio di volte per area, il campo veniva pulito dai frammenti di ghiaccio prodotti dalle lame dei pattini.
Lo scopo era quello di mandare un piccolo disco nella porta avversaria attraverso un bastone ricurvo.
I giocatori in campo erano sei, ma in panchina ne individuai molti di più.
Nicole mi aveva detto che la partita era composta di tre terzi di venti minuti di gioco effettivo con quindici minuti di intervallo.
Alla fine di ogni terzo c'era un cambio di linea, ossia di tutti i giocatori.
La musica rimbombava dagli altoparlanti.
Quando la partita incalzò le mazze iniziarono a sbattere tra di loro e in poco tempo venne segnato il primo goal che portò in vantaggio la squadra dei Kings.
In quel momento i miei occhi caddero su Devon Cooper.
Era una figura imponente, ma con le protezioni sembrava enorme.
Sembrava a suo agio sul ghiaccio.
Pattinava con la stessa disinvoltura con la quale sembrava camminare.
Davanti a lui si parò un avversario che avanzò nella sua direzione per sferrare l'attacco, ma Cooper riuscì ad evitare un violento contrasto e fece scivolare il dischetto sul ghiaccio in direzione di quello che sembrava essere un attaccante che lo controllò con maestria entrando nella zona offensiva. Quello fu il primo degli svariati successi dei bisonti quel giorno.
Non me ne intendevo molto, ma mi resi conto che i Bison giocavano meglio dei Kings.
E quando l'arbitro fischiò la fine della partita, non mi sorpresi che la squadra di casa ne fosse uscita vittoriosa.
Vidi i giocatori abbracciarsi e lanciarsi contro le balaustre facendo vibrare l'intero palazzetto mentre il pubblico li acclamava.
L'IceBar era affollato quella sera.
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عاطفيةSINOSSI 🔞🌶️💙💊 Come si può ancora credere nell'amore quando la vita ha deciso di colpirci nel modo più amaro possibile? Come ci si può fidare nuovamente di questo sentimento se chi diceva di amarci, ci ha tradito? Paige Bennet ha 33 anni e un ma...