Capitolo 18 La scommessa

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Devon





"L'eccitamento che un giocatore d'azzardo prova quando fa una scommessa è pari alla somma che potrebbe vincere moltiplicata per la probabilità di vincerla"

B. Pascal











Quando gli effetti dell'orgasmo si erano placati, Paige si era messa in piedi e si era sistemata la gonna alla buona.

Era scomparsa nel piccolo bagno della biblioteca evitando stoicamente di incrociare il mio sguardo.

Mi sistemai i jeans e mi carezzai le labbra gonfie.

Avevo ancora vivida la sensazione dei suoi denti che affondavano nel mio labbro inferiore e le unghie che lasciavano solchi sulle mie braccia.

Era stata una gran bella scopata.

L'avrei potuta definire la scopata del secolo per come me lo aveva fatto drizzare quando le avevo infilato la lingua tra le cosce.

Aveva un sapore unico.

Un sapore che non avrei dimenticato facilmente.

Avevo sempre saputo che sotto quella maschera glaciale si celasse una donna di fuoco. Me ne ero reso conto da come fiammeggiavano i suoi occhi dorati durante il sesso. Dai suoi gemiti di goduria. Dal modo in cui mi attorcigliava le cosce alla vita per trattenermi dentro di lei.

L'avevo sentita umida e bollente attorno al cazzo nonostante il velo del condom e l'avevo presa con una prepotenza a stento frenata. Era stata il mio sogno proibito fino a quel momento e succhiarle i capezzoli, vederla godere mi aveva fatto un certo effetto.

L'avevo vista mentre si inarcava e mentre si lasciava andare a sospiri colmi da candida enfasi.

Frastornato da quella visione, avevo fissato lei. Le sue gambe aperte, il suo clitoride umido che riluceva dei suoi umori e della mia saliva.

Mi passai una mano tra i capelli e finii di sistemarmi, ancora incredulo per quello che era successo tra di noi.

- Dove sono le mie mutandine? -

La voce di Paige mi fece trasalire.

Mi voltai a guardarla e le dedicai un'occhiata intensa.

Si era data una sistemata, ma le sue labbra erano ancora rosse e turgide. Inoltre lo sfregare della mia barba incolta le aveva arrossato la pelle candida del viso e del collo.

Aveva gli occhi enormi, il volto stanco e i capelli ancora spettinati.

L'orgasmo l'aveva distrutta, ma nonostante tutto, era bellissima.

Mi strinsi nelle spalle e sbottai - Saranno cadute sul pavimento -

- Ho cercato dappertutto...- insistette portandosi le mani alla testa mentre i suoi occhi vagavano ovunque nella sala.

- Non so che dirti - replicai distogliendo lo sguardo.

Paige respirò profondamente e poi fece un passo verso di me.

- Devon...-

La sua voce era bassa e roca. A stento udibile.

La fissai e mi resi conto che era confusa e agitata come non lo era mai stata prima di allora.

- Per quello che è successo...volevo dirti...-

Si interruppe a metà frase.

Sembrava non riuscisse a trovare le parole per continuare a parlare.

Le afferrai una mano e incrociai le mie dita con le sue.

Catturai i suoi occhi dubbiosi in uno sguardo intenso e ammisi

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