Capitolo 21 Regole

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Paige





Durante il periodo di Natale i cittadini di Grand Forks si riunivano nella piazza centrale della città per intonare i canti natalizi mentre il grande albero illuminato creava un'atmosfera da sogno.

Mi sollevai il collo di pelliccia per proteggermi dal freddo e mi voltai a guardare Amelia che fissava le luci intermittenti con candido stupore. Adorava il Natale.

I miei occhi attraversarono la piazza e si soffermarono su Tex Cooper che se ne stava impettito a braccia conserte con uno sguardo assorto nel vuoto.

Evitai stoicamente di posare gli occhi su suo figlio in piedi accanto a lui con le mani infilate nelle tasche dei jeans e il cappuccio nero della felpa che gli copriva la testa.

Avrei scommesso tutto quello che possedevo che quegli occhi blu mi stavano guardando.

La sera precedente lo avevo raggiunto nel Motel e in quella stanza avevamo fatto di tutto.

Ricordavo i dettagli.

Il candore dei suoi denti mentre mi mordeva il capezzolo e il modo sinuoso con cui muoveva i fianchi tra le cosce mentre mi penetrava. Era giovane, ma sapeva quello che faceva. Sapeva come far godere una donna.

Lo sfilava e affondava i colpi in profondità, portandomi vicinissima all'orgasmo per poi diminuire, farmi calmare e ricominciare.

Era instancabile e in quell'amplesso selvaggio io avevo urlato dal piacere, implorandolo di non smettere mentre lui implacabile aveva continuato a godere del mio corpo.

Lo avevamo fatto tre volte e tutte e tre le volte mi ero resa conto di essere in uno stato di orgasmo continuo che era durato fino a quando lui non mi aveva messo sulle ginocchia e aveva aumentato il ritmo. Avvertivo ancora la sensazione delle sue dita che affondavano nella carne dei miei fianchi e i seni che sussultavano sotto i suoi colpi...

- Mamma? –

La voce di Amelia mi riportò alla realtà.

Mi irrigidii e mi voltai a guardarla mentre i suoi occhi verdi mi soppesavano interrogativi.

- Che c'è? – le chiesi con l'espressione di una ladra colta a rubare.

- Ti ho chiesto se hai pensato qualcosa per la festa di Capodanno. Sono tornata prima da New York per trascorrerlo con te –

Le sorrisi, ma non feci in tempo a rispondere che Susie irruppe nella nostra conversazione con la delicatezza di uno spalaneve esclamando – Esiste una sola festa di Capodanno a Grand Forks! Ed è quella che viene organizzata nel giardino coperto dell'IceBar –

Sia io che Amelia ci voltammo a guardarla e sorridemmo.

- Giardino coperto? – mormorammo all'unisono.

Susie annuì al colmo dell'eccitazione – Già! Una meraviglia! Stan è grandioso in questo e non solo...-

Non mi sfuggii l'occhiolino che mi riservò.

Ma non compresi il motivo del suo gesto fino a quando qualche istante dopo non si chinò su di me bisbigliando al mio orecchio – Sono così felice che tra te e Stan le cose stiano funzionando! –

Le sorrisi rigidamente senza cogliere appieno il significato delle sue parole, ma lei continuò in tono ammiccante – Hai un succhiotto piuttosto evidente, Paige –

Pregai in quell'esatto momento di sprofondare negli abissi della terra e mi portai una mano al collo per coprirmi il segno che mi avevano lasciato i denti di Devon.

Farfugliai qualcosa, ma la folla ci zittì perché il prete cominciò a recitare una preghiera.

Ci affrettammo a tacere e tenni gli occhi bassi.

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