Eileen
L'ora del tè era un momento così raffinato e sacro, con la sua ritualità e il suo formale galateo, da farle saltare i nervi ogni dannata volta. Così come le dava sui nervi quel carrello portavivande esageratamente lussuoso adoperato alla mise en place di teiera, zuccheriera, lattiera, fettine di limone e pasticcini. L'odore di vernice fresca e legno antico le giungeva fino alla punta del naso in cerchi dolci e carezzevoli, mischiandosi all'aroma pungente di fiori pregiati che la ossessionava anche quando si trovavano fuori dal suo campo visivo. Era davvero un peccato, però, che la loro mole gigantesca non fosse nemmeno lontanamente sufficiente a coprire l'incubo tremendo di quella giornata.
Volse lo sguardo verso il camino ardente situato nell'angolo, troppo prezioso perfino per buttarci la legna, e diede un'occhiata al tocco operoso degli elfi domestici che si ripercuoteva nelle piccole fessure di ciascun costoso pezzo d'arredamento, nell'assoluto biancore delle tende appese ai lati delle finestre e nella fine composizione con cui le sfarzose decorazioni natalizie erano state disposte per la sala. L'arredamento appariva ricercato e tutto fuorché lasciato al caso; l'ordine si rifletteva nei tappeti disseminati con precisione millimetrica in posizioni a lungo calcolate e nei colori sempre adattati a formare un'unica tonalità tendente all'avorio.
Tutto in quella stanza era irritante. Persino l'invidiabile divertimento di quella dannata gatta persiana di proprietà di sua madre che, adagiata mollemente su un pouf di velluto, sembrava bearsi dello spettacolo che si offriva alla sua vista.
E chi poteva biasimarla? Quella creatura pulciosa non era mica costretta ad ascoltare la patetica conversazione che arrivava alle sue orecchie come un lamento esageratamente pompato e fastidioso.
Meditando sulle proprie disgrazie, Eileen Watson si adagiò lungo lo schienale della poltrona cogliendo un'occhiata di Sebastian Ravenscar che, seduto tra i suoi genitori, serrò la mascella in una morsa di evidente disagio. Con il piattino in una mano e la tazzina nell'altra, tentava il più possibile di apparire virile, sorseggiando il suo tè nel disperato tentativo di non tradire il bon ton. Per celare uno spudorato ghigno divertito, Eileen fu costretta ad abbassare gli occhi sulle proprie mani: la tazzina in questione era così ridicolmente piccola da contenere più o meno tre sorsi, abbellita da un'assurda moltitudine di piccoli e leziosi fiori stomachevoli. Se la portò alle labbra un'ultima volta sperando che la fine del suo tè corrispondesse alla fine di quella tavola rotonda chiaramente indesiderata.
Le espressioni sconsolate di Sebastian, almeno, erano l'unica cosa che manteneva sveglia la sua attenzione. Era stretto in un completo nero di alta classe che, sebbene gli conferisse un'aria sofisticata, sembrava farlo soffocare più dei residui di tè impregnati di zucchero o del denso odore di fiori. Dove diavolo li avevano pescati, poi, dei fiori a dicembre?
Al colmo dell'esaurimento, ma ancora con un ghigno sul viso causato dalla costernazione di Sebastian, Eileen affermò mentalmente – con una fermezza alquanto sospetta – che presto avrebbe scaraventato tazza e piattino nella precisa direzione del cranio dei suoi genitori, e allora sì che la giornata si sarebbe dipinta di qualche traccia di utilità.
<Come procede l'organizzazione del matrimonio?>
La voce esageratamente coinvolta della madre di Sebastian, Dianne, la fece preparare psicologicamente ad affrontare un noioso discorso già ripetuto innumerevoli volte.
Fu sua madre a degnarla dell'onore di farla rimanere in silenzio <Perfettamente. Siamo soddisfatti di unirci a una famiglia ragguardevole come gli Edevane e proseguire la discendenza purosangue>
"Proseguire la discendenza"?! Non spettava mica a lei partorire un nuovo marmocchio dal sangue puro!
<Immagino che il sentimento sia reciproco> intervenne Richard Ravenscar mentre si aggiustava il costoso bavero <e che Christian Edevane sia perfettamente favorevole all'unione con una ragazza meravigliosa come te, Eileen>

STAI LEGGENDO
Bloodbound - A Wizarding World Fanfiction
Fiksi PenggemarHogwarts, 1989. Fino a quella notte di settembre Eileen, Maryl e Joselyn avevano creduto che diventare Prefetti della scuola avrebbe garantito loro un anno tranquillo e privo di sorprese. Eppure, nessuna delle tre avrebbe potuto immaginare che un co...