Capitolo 4

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Joselyn

Joselyn Yanéz odiava il lunedì.

La considerava un'affermazione banale e universale: se la Terra era rotonda e il cielo era azzurro, allora Joselyn odiava il lunedì.

Come volevasi dimostrare, quel lunedì non era iniziato nel migliore dei modi: Piton aveva tolto 20 punti ai Grifondoro per il suo ritardo di cinque minuti; inoltre, nell'intento di incantare la sua piuma per farle scrivere il tema di Erbologia da sola, aveva accidentalmente fatto esplodere la boccetta di inchiostro, sporcando tutte le pareti della sua stanza.

Come se non bastasse, la sua pazienza era stata messa a dura prova dagli studenti di Hogwarts.

Gli studenti di Hogwarts. Joselyn roteò gli occhi, pulendo gli ultimi residui neri di inchiostro dalla sua pelle tipicamente latina e dai capelli mori.

Sebbene fossero trascorsi alcuni giorni, ogni singola persona della scuola continuava a parlare di Axel Remoray dalla sera in cui Silente l'aveva annunciato dal suo pulpito. Il nome di Axel era passato sulla bocca di tutti e Joselyn non riusciva più a sopportarlo.

Le ragazze erano molto attratte da lui e parlavano continuamente di quanto fosse affascinante, soprattutto per la misteriosa cicatrice che gli solcava il viso e gli occhi "azzurri come il cielo". Quegli stessi occhi venivano però altamente criticati da tutta la popolazione maschile di Hogwarts e i più gelosi l'avevano addirittura soprannominato "Fata Turchina" a causa del colore cristallino.

Dal canto suo, Axel non aveva dato ascolto a nessuna voce e non aveva prestato attenzione alle numerose occhiatine che le ragazze gli riservavano mentre camminava per i corridoi del castello. Tuttavia, c'era qualcosa che non la convinceva: benché il suo viso apparisse gentile e affabile, il suo arrivo a Hogwarts era fin troppo equivoco. Non si aspettava che salvarlo da una morte certa significasse ritrovarselo a girare per i corridoi della scuola con la divisa indosso. La sua fiducia nei confronti di Silente aveva vacillato per un po': se il ragazzo non fosse stato importante non avrebbe di sicuro cancellato il suo ricordo dalla memoria degli studenti.

Con uno sbuffo, uscì dal bagno della sua camera e si lasciò cadere sul letto. Diede una rapida occhiata alla sua amica Tori Dunsmore che, con tre o quattro libri aperti davanti a sé, stava ripetendo qualcosa a bassa voce. Si domandò dove fossero le altre compagne di stanza, ma abbandonò subito quel pensiero.

<Cosa stai studiando?> chiese alla ragazza.

<Storia della Magia> rispose lei con uno sbadiglio, la pelle scura che brillava alla luce della candela <Una noia mortale. Vuoi unirti a me?>

<Se proprio insisti> mormorò, appoggiando la schiena contro la testiera del letto.

Tori si schiarì la voce, gli occhi fissi sul libro <La seconda metà del diciannovesimo secolo è caratterizzata da un rinnovato interesse nei confronti dell'occultismo e dell'esoterismo magico>

<Che cos'è l'esoterismo magico?> fece Joselyn, intenta a imitare il tono di voce del professor Binns.

Tori posò due dita sotto al mento <Corrisponde alle dottrine spirituali segrete, giusto?>

La mora annuì e l'altra ragazza, dopo aver appuntato qualcosa sul suo libro, continuò a leggere ad alta voce.

<La figura che meglio incarna il revival delle scienze occulte nell'Ottocento è->

<Eliphas Lévi> la interruppe, ripensando a tutte le volte in cui il professore aveva ripetuto quel nome durante la lezione.

<E chi era?>

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