25. Inizio

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Dart
«Hai mai sentito parlare dei costruttori di golem?» Chiede Nepto.
«Certo, la famiglia Jeher.»
«Sai come realizzano i loro giganti?»
«Da quello che ho sentito il corpo è una semplificazione del corpo umano. Alcuni studenti di quella famiglia vengono in ospedale per studiare i cadaveri durante le autopsie.»
«Esatto, il corpo di un golem è una versione molto semplificata del corpo umano, fatta con materiali inorganici che gli donano un'incredibile forza e resistenza a discapito però dell’impossibilità di pensare e di una scarsa agilità e velocità»
«Cosa c’entrano i golem con l’anima dentro di te? Che io sappia loro non ne possono avere una»
«Anni fa la famiglia Jeher voleva tentare un esperimento: creare un golem in grado di ragionare.
Quindi hanno creato un cervello simile a quello umano unendo diversi cervelli di animali.
Purtroppo il golem non si svegliò neppure. Quindi decisero di provare a dargli un’anima.»

«L’idea aveva potenziale: un golem non è in grado di avere un’anima in quanto composto da materiale inorganico ma uno pseudo cervello come quello che avevano progettato avrebbe potuto ospitare un’anima.
Tuttavia gli serviva qualcuno che donasse la sua anima o parte di essa per la loro idea.
Quel qualcuno doveva anche avere un’anima compatibile con i tessuti dello pseudo cervello, essere consenziente e avere dei buoni risultati a diversi test logici e morali.
Sì rivolsero quindi a Holzegeist perché desse il permesso all’esperimento e li aiutasse a trovare un candidato idoneo.
Fu allora che lui mi propose di partecipare.
All’epoca ero incuriosito dalle anime e quindi accettai subito.
Il piano era semplice: dei manipolatori d’anima avrebbero estratto parte della mia anima e, attraverso ad un cavo speciale che collegava il mio corpo al cervello del golem, avrebbero potuto portarla fino allo pseudo cervello.
Una volta fatto ciò avrebbero tolto il cavo e tentato di fare muovere il golem.
Se il golem si fosse mosso avrebbero cominciato ad usarlo per una lunga serie di test di cui non mi ricordo nemmeno più.
Se invece non si fosse mosso ci avrebbero ricollegati e avrebbero rimesso al suo posto il frammento della mia anima.»
«Quindi se il golem si fosse mosso ora tu avresti soltanto più una parte della tua anima?» Gli chiedo.
Nepto scuote la testa «l’anima si rigenera col tempo, in un paio di settimane la mia anima sarebbe stata come nuova»
«Quindi cosa accadde?» Gli chiedo, trepidante.
Nepto risponde con un lungo sospiro prima di alzare i capelli per mostrare il retro del collo.
Lì una grossa e profonda cicatrice da bruciatura si allarga dalla nuca fino alla base del collo.
A giudicare dall’aspetto sembra ciò che rimane di un’ustione di terzo grado, anche se temo abbia raggiunto persino la colonna vertebrale.
«Mi amputarono il pezzo d’anima senza problemi ma mentre lo stavano inserendo avvenne un rigetto, non si è ancora capito il perché, e quel frammento d’anima al posto che finire nello pseudo cervello tornò con violenza nel mio corpo, causandomi questa cicatrice»
«Sapevi che sarebbe potuto succedere?»
«No, nessuno aveva motivo di pensare che avrebbe potuto esserci un rigetto.
Dopo quell’incidente mi tennero in osservazione per qualche giorno per rendersi conto dei danni che avevo subito ma sembrava che ne fossi uscito indenne, bruciatura a parte.
Tuttavia dopo qualche settimana iniziai a notare delle cose strane: arrivavo a due soluzioni diverse sullo stesso problema, facevo due ragionamenti opposti contemporaneamente e, quando ero indeciso su quale libro leggere la mia mano si muoveva come se ne avesse voluto prenderne due in un’unica volta.
Quindi feci altri esami e si scoprì che il frammento di anima che pensavamo fosse tornato ad essere un tutt’uno col resto della mia anima era in realtà diventato un’anima a sé stante, con la propria personalità.»
«Cosa avete fatto allora?»
«L’idea iniziale era di distruggere quella parte di anima poiché c’era il rischio che inglobasse la mia anima. Tuttavia io mi opposi»
«Perché?» Chiedo sorpreso
«Allora ero ossessionato dal superare i miei limiti da Figlio dell’Inchiostro e pensai che quel frammento potesse esserne privo.
Purtroppo ma sbagliavo.
Nonostante ciò l’anima continuò a crescere ma si fermò prima di inglobarmi.
A quel punto decidemmo insieme che meritava un nuovo nome, dato che era ormai diventata un’esistenza a se stante, per quanto avesse i miei stessi ricordi e le mie stesse capacità.
Dato il suo carattere edonistico e sicuro di sé decidemmo che il suo nome sarebbe stato Nepto “Desiderio”, come quello di un antico re.
E questo è quanto è successo»

Nepto
Il giorno dopo aver ucciso il Wendigo abbiamo lasciato il villaggio.
I villaggeri sono venuti tutti a salutarci e a ringraziarci.
Il sindaco addirittura ha preso me e Dart da parte e ci ha fatto le sue scuse per come ci aveva trattato «alla fine avevi ragione» ha detto rivolgendosi a me «avrei dovuto chiamare subito i cacciatori al posto di cercare di risolvere il problema da solo».

Adesso siamo quasi arrivati a Cornis, dove prenderemo il teletrasporto che ci riporterà a Livingroot.
«La fine di un’avventura ha un sapore amaro» commenta Desiderio.
Di certo è meglio del sapore che mi è rimasto in bocca ieri. Neve e bile non sono una bella combinazione.
«Almeno l’anima del Wendigo era saporita»
Aveva un sapore?
«Te non l’hai sentito?»
Per nulla, di cosa sapeva?
«Menta»
A Berguten faranno i salti di gioia quando lo verranno a sapere
«Vedo già i titoli degli studi: le anime dei Wendigo sanno di menta o la menta sa di anima di Wendigo
Non riesco a trattenere una risata sentendo la pessima battuta.
In quel momento Dart si avvicina «Stavi parlando con Desiderio?» mi chiede.
«Sì, parlavamo di anime e menta» gli rispondo trattenendo le risate.
«Menta?» chiede stupito.
«Sì, ma lasciamo perdere, non è un argomento così interessante. Dovevi chiedermi qualcosa?» In realtà penso di sapere cosa mi vuole chiedere.
«Adesso hai deciso cosa farai?»
Come immaginavo.
«In verità non ho mai avuto molta scelta» gli confesso «Hol mi ha offerto delle cose che volevo da molto tempo in cambio del mio aiuto e comunque ero molto incuriosito dalle creature maledette. Avrei continuato a farlo a meno che non mi fossi reso conto di essere negato.»
Un sorriso si allarga sul volto di Dart mentre sente le mie parole «Sono felice di saperlo. Spero che ci diano presto un’altra missione» dice mentre si allontana di nuovo da me.
Spero che la prossima missione sia in un luogo un po' più caldo e magari meno rurale.
«Magari anche senza una creatura maledetta di due categorie sopra il previsto»
Quello sarebbe davvero l’ideale.
I tetti delle case di Cornis cominciano ad apparire dalla neve segnando la fine della mia prima avventura come cacciatore.
Mi chiedo mi aspetti in futuro.
Magari farò una nuova scoperta oltre a quella che le anime di Wendigo sanno di menta.
Un brivido di eccitazione mi attraversa al solo pensiero. O forse è follia?

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