Albedo non provò nulla.
E se anche non fosse stato così, avrebbe seppellito i suoi sentimenti così in profondità da non accorgersi neanche che fossero lì.
Ma, in ogni caso, il suo cuore e la sua mente erano completamente svuotati.
Non una parola, non un sussurro gli passarono per la mente.Kaeya poi aprì la porta e strinse Albedo in un abbraccio, sussurrando parole che il ragazzo non capì e non si curò di capire. Non è che gli interessasse particolarmente in ogni caso. Kaeya doveva essere sconvolto, ed ad Albedo non potevano interessare di meno i deliri confusi di uno come Kaeya.
Finalmente riuscì a capirci qualcosa: aveva detto "ti amo".
Albedo avrebbe voluto scoppiare a ridere, ma le labbra non diedero segno di collaborare.
Albedo si scostò dall'abbraccio di Kaeya vagamente infastidito.
"Perché sei venuto?" Chiese, dimostrando più interessamento che poté, cercando di non sembrargli troppo freddo.
Kaeya non gli rispose, e sgranò gli occhi. Sembrava un idiota, ma riusciva comunque ad essere molto bello; c'era un motivo se era stato per così tanto tempo il suo modello preferito.
Albedo attese una risposta, muovendo impaziente gli occhi di qua e di là, e poi ancora su Kaeya. Cosa c'era, ora? Perché non parlava? Forza, su, dì qualcosa, non è una domanda tanto complicata!
Ma, invece di una risposta, Albedo ricevette solo delle timide e sottili lacrime che non fecero altro che esasperarlo ancora di più di quanto non lo fosse già. Ma dai, voleva fargli credere che stesse così tanto male? Non erano stupidi, né l'uno né l'altro, quindi perché stava mettendo in piedi tutta quella farsa, perché pareva così devastato?
"È possibile che tu sia cambiato così tanto...?", sussurrò l'uomo, e Albedo d'un tratto volle tirargli uno schiaffo. Ma si trattenne; non gli interessava a tal punto.
Forse.Albedo decise di ignorare la sua domanda. Dopotutto l'aveva fatto anche Kaeya, un attimo prima. Gli sembrava di parlare con un muro.
"Quindi? Perché sei venuto?"
Kaeya aprì la bocca per parlare, pareva più che patetico, a quel modo, ma non disse niente per un paio di secondi.
Poi finalmente la risposta arrivò: "Io... volevo vederti"
Albedo sorrise. Che risposta stupida.
"Avresti potuto farlo prima"
Non gli venne in mente nulla di meglio da dire. Kaeya, ridotto così, gli faceva pena; cercò di essere dolce, non voleva che stesse così tanto male, in fondo. Sembrò aver funzionato.L'uomo farfugliò una serie di parole di cui Albedo non riuscì a capire il senso, e poi concluse dicendo: "Ti prego, zittiscimi, dimmi che non ti interessa delle mie scuse..."
"Non mi interessa delle tue scuse", gli rispose il ragazzo. Sorrise, senza interessarsi del contesto di quelle parole, limitandosi a giocare con i fortissimi sentimenti di Kaeya, più che divertenti per lui.
"Anche tu sei cambiato, Kaeya"
"Forse sei tu, l'unico ad essere cambiato."
E lo credeva davvero: ora Albedo aveva semplicemente più controllo su se stesso e sui suoi sentimenti, come era sempre stato Kaeya, e ciò era un cambiamento in bene, ma soprattutto non così tragico o evidente come pareva all'uomo.
Era Kaeya, ad essere rimasto per una settimana intera solo con Rosaria e i suoi mille problemi, era Kaeya, che probabilmente stava avendo un crollo nervoso ed era stressato come non mai.Kaeya cadde in ginocchio. Albedo si affrettò a seguirlo, e, sinceramente rattristato per lui, gli accarezzò la guancia. Con pietà.
"Su, su, non mi sembra il caso. Lo so che sei stressato, Rosaria non è una persona facile, posso solo immaginare come sia stato pesante stare con lei"
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𝐑𝐄𝐐𝐔𝐈𝐄𝐌 ➣ 𝗴𝗲𝗻𝘀𝗵𝗶𝗻 𝗶𝗺𝗽𝗮𝗰𝘁
Fanfiction⩩ - 〝𝗔𝗹𝗯𝗲𝗱𝗼 𝗮𝘃𝗲𝘃𝗮 𝗯𝗶𝘀𝗼𝗴𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗰𝗼𝘀𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝗴𝗹𝗶 𝗳𝗮𝗰𝗲𝘀𝘀𝗲 𝗽𝗿𝗼𝘃𝗮𝗿𝗲 𝗾𝘂𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗲𝗺𝗼𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝗿𝗶𝘁𝗿𝗮𝗲𝘃𝗮 𝗻𝗲𝗶 𝘀𝘂𝗼𝗶 𝗾𝘂𝗮𝗱𝗿𝗶.〞 𝗗𝗼𝗽𝗼𝘁𝘂𝘁𝘁𝗼, 𝗲𝗿𝗮 𝗶𝗺𝗽𝗼𝘀𝘀𝗶𝗯𝗶𝗹𝗲 𝗰𝗼...