"Va tutto bene, con lui?"
"Sai bene che non siamo qui per parlarne. Lo sai meglio di me. Comunque sì, grazie tante."
La donna spostò il suo sguardo verso un punto indefinito della stanza, cercando di escluderlo dal suo campo visivo, e sul volto le comparve un sorriso amaro, ironico, fradicio di lacrime non versate che lottavano per uscire dalla diga delle sue labbra serrate.
"Il tuo solito tono insolente. Se continui così rischio di tagliarmi, le tue parole sono piuttosto affilate..."
L'uomo non reagì, sentendo le sue parole. Si limitò a guardarla, era molto bella.
"Allora?", disse ad un certo punto.
"Allora... allora, io non ti amo."
Lui continuò a guardarla.
La donna ci mise qualche secondo per ricominciare a parlare, ma alla fine si spiegò.
"Io non ti amo nel senso che non voglio avere un figlio o mettere su famiglia con te. Quello sarebbe un disastro, ahah."
Rise debolmente, come figurandosi una realtà che, per quanto non sarebbe stata perfetta in alcun senso, pareva comunque più allettante di quella in cui si trovava ora. Sfiorò quella possibilità con una cautela imbarazzata, pentita di averle anche solo lanciato un timido sguardo, disperata.
Kaeya convenne a quella sua frase con un debole sorriso, che si spense quasi subito, velato da una sorta di compassione.
"Io non ti porterei mai dei fiori, e li accetterei con riluttanza da te – di nuovo, una possibilità remota, irrealizzabile, non augurabile... ma sempre migliore dell'attuale presente –, non provo per te quell'amore giovanile e stupido, fatto solo di smancerie e cazzate così – pronunciò quelle parole con lo stesso tono che usano genitori e nonni per parlare degli stupidi interessi dei più giovani –, tu mi piaci e basta, farei di tutto con te, perché rendi i miei giorni migliori in ogni caso"
"...Ma non farei di tutto per te. Non morirei al posto tuo, se potessi, sono troppo egoista per farlo, ma se tu dovessi per qualche motivo non esserci più io perderei un pezzo di me. Sarei vuota, rotta, come il fantasma di una nobildonna che aspetta solo di scomparire, come una conchiglia abbandonata dal suo mollusco, un ciondolo dimenticato senza più la sua collana.
"Non so se sarebbe stato lo stesso per te, anche se, ora che ci penso, nonostante io non lo voglia ammettere, l'ho sempre saputo, dopotutto – la risposta è no.
"Io non avrei mai potuto innamorarmi di nessun altro, tesoro, anche se... io non ti amo. Sono come un sacerdote devoto alla sua unica, e bellissima, divinità"
Lui non prese benissimo quella frase. Si mise dritto sulla sua sedia, pronto a ribattere alla sua frase, come se davanti a lui non ci fosse stato il fantasma di una nobildonna con il cuore spezzato; lei, però, lo fermò prima.
"Non ho finito ancora."
Forse aveva paura della sua risposta. Forse doveva effettivamente continuare. Probabilmente tutte e due.
In ogni caso, era un notevole sforzo, per una signora nelle sue condizioni.
"Non ti voglio dare la colpa, non è giusto e io ne sono consapevole, ma è quello che penso.
"Eravamo noi due.
"Jean ha Lisa, Venti salta da uno all'altro come un bruco sulle foglie, e poi c'eravamo noi due. Entrambi da soli, da soli insieme.
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𝐑𝐄𝐐𝐔𝐈𝐄𝐌 ➣ 𝗴𝗲𝗻𝘀𝗵𝗶𝗻 𝗶𝗺𝗽𝗮𝗰𝘁
Fanfiction⩩ - 〝𝗔𝗹𝗯𝗲𝗱𝗼 𝗮𝘃𝗲𝘃𝗮 𝗯𝗶𝘀𝗼𝗴𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗰𝗼𝘀𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝗴𝗹𝗶 𝗳𝗮𝗰𝗲𝘀𝘀𝗲 𝗽𝗿𝗼𝘃𝗮𝗿𝗲 𝗾𝘂𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗲𝗺𝗼𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝗿𝗶𝘁𝗿𝗮𝗲𝘃𝗮 𝗻𝗲𝗶 𝘀𝘂𝗼𝗶 𝗾𝘂𝗮𝗱𝗿𝗶.〞 𝗗𝗼𝗽𝗼𝘁𝘂𝘁𝘁𝗼, 𝗲𝗿𝗮 𝗶𝗺𝗽𝗼𝘀𝘀𝗶𝗯𝗶𝗹𝗲 𝗰𝗼...