Introduzione: Le ombre di Vestfold

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Il vento soffiava feroce dalle montagne del nord, sollevando la neve in vorticose spirali che sembravano danzare sull'oceano gelido. Il feudo di Vestfold, con le sue robuste mura di legno e pietra, si ergeva come un'ombra scura contro il cielo plumbeo. All'interno, l'attività frenetica degli abitanti sembrava non accorgersi della tempesta imminente, anche se un senso di tensione aleggiava nell'aria.

Sulla collina che dominava il fiordo, Ingrid stava in piedi, osservando il mare. I suoi occhi azzurri fissavano l'orizzonte con una determinazione incrollabile, mentre i ricci scuri le sfioravano il viso, mossi dalla brezza. Il suo arco era appoggiato contro la schiena, pronto all'uso, e la spada pendeva al suo fianco. Non era una fanciulla come le altre del villaggio, non lo era mai stata. Da quando era piccola, suo padre, il conte Ulf, l'aveva addestrata come un guerriero, consapevole che in tempi come quelli, persino una fanciulla come lei doveva saper brandire un'arma.

Ma oggi, una strana inquietudine le stringeva il cuore. Non era la battaglia imminente a farle paura — di quelle ne aveva viste tante. Era qualcosa di più profondo, qualcosa che non riusciva a nominare. Un presagio.

«Ingrid!»

La voce profonda di suo padre la destò dai pensieri. Ulf si avvicinò, il viso scavato dalle rughe della guerra e del tempo. Nonostante l'età, i suoi occhi ardevano ancora di quel fuoco indomabile che gli aveva guadagnato rispetto e paura tra i suoi uomini.

«I loro drakkar sono stati avvistati» disse con voce grave. «Re Harald e suo fratello sono vicini.»

Ingrid si voltò verso di lui, stringendo i pugni. Conosceva le storie di Halfdan, il selvaggio, il guerriero che, a differenza di Harald, sembrava più interessato alla distruzione che alla conquista. Non era un uomo che si fermava davanti a niente, e la sua reputazione lo precedeva come un lupo che bracca la sua preda.

«E noi siamo pronti» rispose Ingrid, con voce sicura. «Combatteremo, come sempre abbiamo fatto.»

Ulf annuì lentamente. «Sì, combatteremo. Ma questo non è come gli altri scontri. Harald e Halfdan sono determinati a prendere il nostro feudo, a spezzarci. Vogliono la nostra terra per la loro ambizione.»

«E falliranno» disse Ingrid, con una risolutezza che non ammetteva repliche.

Il conte si fermò per un istante, come se volesse aggiungere qualcosa, ma poi si limitò a un cenno del capo. «Riunisci gli uomini. Io vado a preparare le difese.»

Mentre Ulf si allontanava, Ingrid prese un respiro profondo, cercando di soffocare l'inquietudine che la tormentava. Vestfold non sarebbe caduta. Non finché lei fosse viva.

Nel frattempo, sulle acque scure del fiordo, i drakkar avanzavano silenziosi come predatori nella notte. Halfdan il Nero stava a prua della sua nave, osservando le luci del villaggio in lontananza. Il freddo pungente non sembrava scalfirlo; il suo sguardo era fisso, concentrato.

«Vestfold non ci resisterà a lungo» disse uno dei suoi uomini, un sorriso crudele sulle labbra.

Halfdan non rispose subito. Lasciò che le parole del guerriero svanissero nel vento gelido prima di voltarsi appena, gli occhi scuri e pieni di una feroce determinazione. «Non è questione di resistere. È questione di annientarli.»

La sua mano si strinse sull'elsa della spada, mentre il drakkar fendeva le acque gelide, avvicinandosi sempre più a Vestfold.

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Spazio autrice
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