Capitolo 13: Possibilità

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Il sole iniziava a calare, tingeva il cielo di sfumature arancioni e rosse, mentre il campo di battaglia era ormai in silenzio. Il suono delle spade che si infrangevano, le urla e il clangore degli scudi erano cessati, lasciando spazio solo al respiro pesante dei sopravvissuti. Ingrid si chinò accanto a Leif, che giaceva a terra, ferito, ma vivo. Il sangue scorreva lentamente dal suo petto, ma non era una ferita mortale. Nonostante fosse debole, i suoi occhi erano ancora vigili.

«Non morirai oggi, Leif,» mormorò Ingrid, stringendogli la mano con forza. «Non lo permetterò.»

Il respiro di Leif era affannoso, ma riuscì a sorriderle, seppur con fatica. «Non pensavo... di finire in questo stato,» sussurrò, il tono leggero, nonostante il dolore evidente. «Ma immagino che ci sia ancora speranza.»

«C'è sempre speranza,» rispose Ingrid con fermezza, mentre Astrid le passava bende e acqua per pulire la ferita. Gli occhi della giovane erano velati di preoccupazione, ma il suo spirito guerriero non si era spezzato.

Poco distante, Halfdan e Harald discutevano tra loro, il viso di entrambi segnato dalla stanchezza e dalla tensione. Avevano combattuto come orsi, e avevano riportato una vittoria importante, ma ora sapevano che la battaglia più grande era ancora da affrontare. Halfdan si voltò verso il gruppo di fuggitivi, osservando con sguardo penetrante la scena che si era svolta davanti ai suoi occhi.

Quando i suoi occhi si posarono su Ingrid, qualcosa in lui si mosse. Aveva visto la furia della battaglia nei suoi occhi, l'aveva vista lottare e proteggere i più deboli, e nonostante tutto... non era scappata. Non aveva approfittato della situazione per fuggire. Aveva scelto di restare.

In quel momento, qualcosa di profondo e irrisolto iniziò a farsi strada nel cuore di Halfdan. Non poteva spiegare con precisione cosa fosse, ma il fatto che lei fosse rimasta, che avesse scelto di combattere e proteggere, lo colpì più di quanto fosse disposto ad ammettere.

Harald, accanto a lui, osservava con lo stesso stupore. «Non è fuggita,» mormorò, scuotendo leggermente la testa. «Nonostante tutto, è rimasta.»

Halfdan annuì, lo sguardo ancora fisso su di lei. «Ha protetto il gruppo,» disse, la voce più bassa del solito. «Insieme a Hakon hanno scoperto chi ci ha traditi. E ora sappiamo che dietro tutto questo c'è Sigvard.»

«Sigvard,» ripeté Harald, stringendo i pugni. «Quel dannato traditore ha osato sfidare la mia autorità e mettere in pericolo Rogaland. Non solo... vuole anche Ingrid. Vuole prendere tutto.»

Halfdan si voltò verso il fratello, la sua espressione era di puro odio verso il conte traditore. «Non riuscirà a farlo. Lo annienteremo.»

Si avvicinarono al gruppo di sopravvissuti, il suono dei loro passi pesanti sulle foglie secche della foresta. Ingrid sollevò lo sguardo, incontrando gli occhi di Halfdan. Per un istante, il tempo sembrò fermarsi. Nei suoi occhi non c'era più il giudizio freddo di un tempo, ma qualcosa di diverso. Qualcosa che non riusciva a decifrare completamente. Ma prima che potesse dire una parola, fu Harald a rompere il silenzio.

Shadows of Vestfold ||VIKINGS FANFICTION||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora