Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Quando Neuvillette gli aveva detto che non era sicuro sarebbe stata una buona idea, Wriothesley aveva minimizzato il tutto con un sorriso e un'alzata di spalle, riponendo tutta la sua fiducia in ciò che avevano costruito nel corso degli anni. Adesso che si trovava al cospetto del drago di Hydro, che lo guardava dall'alto della sua eleganza e potenza, tenendolo stretto tra gli artigli, si rese conto che forse avrebbe dovuto ascoltare le parole dello Iudex.
Tutto ciò che desiderava era vedere la forma draconica di Neuvillette, per conoscere ogni aspetto di lui e portare il loro rapporto su un altro piano; ma aveva deliberatamente ignorato le sue avvertenze, convinto di poter gestire la situazione senza troppi problemi.
«Neuvillette, che ne diresti di lasciarmi andare e di rimettermi giù?» Chiese, sperando che l'altro capisse cosa gli stesse dicendo.
Neuvillette lo guardò con i suoi grandi occhi violetti e sbuffò dalle narici. Wriothesley venne investito dal suo alito pungente, che gli spettinò i capelli scuri, e lo fissò di rimando, arrivando velocemente alla conclusione che non sarebbe stato facile farsi ascoltare. Non doveva esserne troppo sorpreso, dato che Neuvillette lo aveva avvisato di non riuscire a mantenere la lucidità e il controllo di sé stesso in quella forma. Eppure, non poté fare a meno di sentirsi improvvisamente nervoso - oltre che inconsciamente euforico – per ciò che sarebbe accaduto da lì in poi.
«Okay, va bene. Vorrà dire che me ne starò qui, buono, in questa enorme zampa squamosa.» Disse allora, cercando di sorridere in modo amichevole mentre passava le mani sulle lisce e fredde scaglie blu. «Ma hai intenzione di tenermi così per tutto il tempo? Lo sai che avevo in mente ben altro quando ti ho chiesto di farmi vedere la tua forma draconica.»
Neuvillette si limitò a fissarlo e a sferzare l'aria con la lunga coda piumata di bianco, mentre le pupille da rettile diventavano stranamente più rotonde. Wriothesley si fermò nell'accarezzare la zampa del drago e vide che le sue pupille tornarono ad assumere la consueta forma ellittica. Quando ricominciò a far scorrere le dita sulle scaglie, notò come gli occhi violetti di Neuvillette cambiassero di nuovo forma e capì che l'altro stava apprezzando quel genere di attenzioni. Sorrise soddisfatto e continuò a sfiorarlo, decidendo poi di spingersi oltre – in fondo, era proprio quello il senso della sua richiesta iniziale.
Allungò un braccio in direzione del grosso muso di Neuvillette e, con la punta delle dita, riuscì a toccare di sfuggita il suo naso. Il drago sbuffò di nuovo e mostrò appena le zanne, saggiando l'aria con le narici; poi, come rassicurato dall'odore familiare di Wriothesley, si abbassò finché non incontrò il palmo della sua mano, dandogli modo di riprendere ad accarezzarlo in quella parte del corpo alquanto sensibile.
Wriothesley ridacchiò nel vedere quanto fossero diventate rotonde e scure le pupille di Neuvillette e si concesse di continuare a toccarlo con entrambe le mani, raggiungendo a fatica la mandibola per fargli i grattini come fosse un enorme gatto. Il drago gorgogliò e sferzò l'aria con più energia, mostrando nuovamente le zanne ma senza apparire minaccioso come pochi istanti prima. Wriothesley finalmente si rilassò, senza essere più preoccupato di trovarsi ancora stretto tra gli artigli affilati dell'altro. Drago o non drago, era pur sempre Neuvillette, quello che aveva davanti: cosa sarebbe potuto andare storto?
