Le mura del labirinto si ergevano alte e imponenti davanti a Lyra, fatte di pietra antica e coperta da un muschio verde scuro che sembrava respirare. Il cielo sopra di lei era di un grigio perenne, come se non volesse rivelare la sua vera natura. La luce era soffusa, senza un vero sole visibile, e l'aria sembrava vibrare di una strana energia. Il labirinto di Eldorn, come raccontavano le leggende, era un luogo dimenticato dagli dèi, un crogiolo di antichi misteri e pericoli indicibili.
Lyra aveva passato settimane a prepararsi. Viaggiando per terre lontane, incontrando eremiti e saggi che custodivano segreti dimenticati, raccogliendo ogni frammento di informazione possibile. Il Labirinto di Eldorn era un luogo che nessuno osava sfidare. Si diceva che chiunque vi fosse entrato non fosse mai tornato indietro. Alcuni sussurravano che al centro si trovasse un potere inimmaginabile, altri credevano che fosse la prigione di un antico male, ma nessuno conosceva la verità.
Eppure, Lyra non aveva scelta. La sua terra stava morendo, e solo l'antico potere nascosto nel cuore del labirinto poteva salvare il suo popolo. Aveva giurato che avrebbe trovato una via, nonostante le avvertenze, nonostante i pericoli. Il vento soffiava freddo contro la sua pelle mentre si fermava davanti all'ingresso del labirinto, un arco di pietra così vecchio che i simboli incisi su di esso erano quasi completamente erosi dal tempo. Ma Lyra conosceva quei simboli. Aveva studiato gli antichi testi, e sapeva cosa significavano: "Solo chi non ha paura di perdersi può trovare la via."
Entrò.
Subito fu accolta da un silenzio profondo. Le alte mura di pietra sembravano assorbire ogni suono, e ogni passo che faceva risuonava lieve e distante, come se stesse camminando su un terreno irreale. Il labirinto era un luogo vivo, e Lyra poteva sentirlo. Ogni svolta, ogni vicolo cieco, sembrava cambiato rispetto alla mappa mentale che si era creata basandosi sui racconti. Il percorso si snodava in modi imprevedibili, e presto, Lyra perse ogni senso di orientamento. Non c'era né giorno né notte in quel luogo, solo un'eterna luce crepuscolare che non cambiava mai.
Il tempo sembrava non avere significato, eppure, mentre camminava, sentiva la stanchezza crescere. Aveva portato con sé una borsa con provviste e acqua, ma quel luogo sembrava nutrirsi del suo stesso spirito, esaurendola più velocemente di quanto avesse immaginato.
Dopo ore di cammino, o forse giorni, Lyra si fermò in una piccola radura nel mezzo del labirinto. C'era qualcosa di strano in quel posto, un'energia diversa. Al centro della radura, un grande albero si ergeva, le sue radici contorte affondavano nella pietra del labirinto, come se si nutrisse della stessa struttura. Le foglie dell'albero erano nere come l'inchiostro, e da esse pendevano strani frutti, luminosi come stelle.
Non appena si avvicinò, una voce risuonò nella sua mente, fredda e distante, come se provenisse dal labirinto stesso.
"Cercatrice... sei giunta fin qui, ma il tuo viaggio non è ancora finito."
Lyra si fermò di colpo, guardandosi attorno. Non c'era nessuno.
"Chi sei?" chiese, la voce ferma nonostante il terrore che le stava crescendo dentro.
"Io sono il Custode." La voce sembrava venire da ogni angolo del labirinto. "Da millenni sorveglio questo luogo, e coloro che cercano il potere. Nessuno è mai uscito vivo da qui, se non seguendo le regole del labirinto."
"Quali sono queste regole?" domandò Lyra, stringendo l'elsa della spada che portava al fianco. Non sapeva se le avrebbe servito contro una voce senza corpo, ma le dava una sensazione di sicurezza.
"Solo chi sacrifica ciò che è più caro potrà avanzare."
Il cuore di Lyra ebbe un sussulto. Sapeva cosa significava. Il labirinto non chiedeva sacrifici materiali. Voleva qualcosa di più profondo, più personale. Ogni leggenda parlava di coloro che si erano smarriti non perché non fossero preparati, ma perché non erano disposti a perdere ciò che amavano di più.
"Devo salvare il mio popolo," disse Lyra, con voce decisa. "Non ho altra scelta."
"Tutti quelli che sono entrati qui avevano una ragione. Ma pochi comprendono il vero prezzo."
La figura di un uomo emerse dall'ombra del labirinto. Era alto, coperto da un mantello scuro, e la sua faccia era nascosta dall'oscurità sotto il cappuccio. Lyra fece un passo indietro, portando la mano alla spada, ma l'uomo non si avvicinò.
"Cosa sei disposta a sacrificare, Lyra?" chiese la voce. "Cosa ami di più in questo mondo?"
Il pensiero della sua terra, delle persone che amava, le attraversò la mente come un fiume in piena. Era disposta a sacrificare se stessa, ma sapeva che non era quello che il labirinto voleva. Cosa poteva offrire? Cosa avrebbe perso per sempre se avesse proseguito?
Il Custode attese. Lyra sentì il peso della scelta gravare su di lei. Il potere che cercava non era gratuito. Nessun potere lo era.
Fece un respiro profondo. "La mia memoria," disse infine, con voce spezzata. "Se posso salvare il mio popolo, offro la mia memoria. Non mi ricorderò di loro, non mi ricorderò della mia missione, ma saranno salvi."
Il Custode la osservò in silenzio per un lungo momento, poi fece un cenno. "Così sia."
Lyra sentì una fitta improvvisa alla testa, come un lampo di dolore acuto. Le immagini della sua vita cominciarono a sbiadire, come foglie strappate dal vento. I volti delle persone che conosceva, i ricordi della sua infanzia, tutto cominciò a svanire. Cadde in ginocchio, il mondo intorno a lei che si dissolse in un mare di nebbia.
Quando si alzò, non sapeva più chi fosse, né perché fosse lì. Il labirinto era un luogo straniero, e lei non era altro che una viaggiatrice senza nome, persa in un sogno che non comprendeva.
E mentre si allontanava dall'albero, la voce del Custode risuonò un'ultima volta.
"Hai fatto la tua scelta, Cercatrice. Ora il labirinto ti appartiene, e tu a lui."
STAI LEGGENDO
I racconti non raccontati
HorrorI racconti non raccontati è una raccolta di storie che attraversano generi diversi, unite dal filo comune dell'inaspettato e del non detto. In ogni racconto si cela un mondo nuovo, una sorpresa, un'emozione nascosta pronta a emergere. Dalla fantasia...