Taniuccia

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Quindi ti sposi.
Ti metti l'abito bianco, le giarrettiere, la sottogonna, i tacchi. Il velo. Tu che hai sempre odiato vestire di bianco. Dicevi che ti faceva sembrare un uccello. Una colomba e tu odiavi le colombe, perché ti ricordavano quel cazzo di catechismo infinito, quello a cui non volevi mai andare perché ci stavano quei ragazzini balordi. Che facevano quelli? Ah sì, te prendevano in giro. Te dicevano che eri brutta. Che eri cessa. Che eri stronza. Nun li ascolta, Taniu', so' loro gli stronzi. E pure cafoni. Quanti libri hanno letto? Quanto sangue hanno perso? Zero. Z.e.r.o. E tu? Manco se metto a contarli riesco a sparare una cifra. T'è sempre piaciuto legge'. Che ci trovi in quei libri, bah. Lo sai solo tu. Ma tu c'hai gli occhi brillanti quando puoi legge'. Te metti tutta contenta e leggi, leggi, leggi. Quanto cazzo te piacciono i libri. Te li magni.
Dimme che è una bucia, Taniu'. Dimme che non te sposi davero. Dimme che c'ho le allucinazioni, che me lo so' immaginato, che sto a vede' i mostri.
Ma dimme che non è vero, Taniu'.
Dimme che non accetti che un altro ti porti all'altare. Dimmelo regazzi', perché al solo pensiero de vedete all'altare, tutta bella aggiustata, me trema er core.

-l'abitodasposa-

-l'abitodasposa-

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