Clavicole al sapore di vaniglia

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Svestiti stanotte, Maia.
Svestiti e lasciati toccare da queste mani che non hanno mai toccato altro. Toccami, toccati.
Sei fatta di marmo, di vertigini, di sapone. Ti navigo sulla pancia con la bocca che sa di tè, sa di pesche, di liquore. Ho voglia di ubriacarmi.
Balliamo con le dita tra le gambe, piroette sulle cosce, nelle orecchie.
Quadri, scintille, sprazzi di colore.
Con quelle clavicole sporgenti come radici nella terra. Clavicole che sanno di vaniglia.

-corpi-

-corpi-

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