Pensando a quando quel vino sapeva di sangue e quando quel sangue sapeva di vino. Ho classificato i vari periodi della mia vita in sconfitte maggiori e sconfitte minori. Attualmente sto lavorando a quelle minori, quelle maggiori sembrano un monumento alla gloria, al fallimento. Collezionare ingiustizie come medaglie sul comodino, così che, ogni tanto, apro gli occhi e le guardo, soddisfatta come una madre dai propri figli. Cresciamo in una società dove il bello è inteso e visto come giusto, il brutto no. Il brutto è messo da parte e considerato "non buono". Sarà per questo che sono cresciuta con l'idea che essendo brutta e scheggiata non sarei mai stata buona in qualcosa. La condizione irrimediabile dell'essere umano intesa come condizione universale dell'insoddisfazione. È uno di quei concetti che m'affollano la testa e ci ruspano dentro. Mi guardo allo specchio e penso; com'è possibile che in una società dove il buono a nulla è valorizzato come bello, io che penso e reagisco, sono catalogata come brutta e basta? Qual è la definizione di pensante? Di riflettetore? Perché non basiamo i nostri canoni su qualcosa di funzionale più che su qualcosa di esteticamente approvato? Mi ritrovo a pensarci sempre da sola, come se più che pensieri fossero raptus. Come se dovessimo avere paura delle nostre scelte di pensiero.
-pensieriallasera-
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Regine, Monologhi
PoetryDonne che parlano, donne che piangono, donne che si strappano l'anima per scriverci. [🌷.°•🫧.°•🎀] ©Monologhi, 2024 Quest'opera è di proprietà di Lillaalways__, nessuno a parte la piattaforma Wattpad è autorizzato a diffonderla, copiarla o esportar...