Capitolo 14 | You belong to me.

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⚠️ TW: scene di sesso descritta esplicitamente e dettagliata. Entrambi i protagonisti hanno più di 18 anni e sono consenzienti in tutto e per tutto delle loro azioni. In merito alle nuove linee guida della piattaforma sono costretta a segnalarvi il capitolo, in caso non lo vorreste leggere per la tematica trattata. ⚠️

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Approdo del re.

DEVA

Quel giorno, mi fu ordinato di andare da Floris, la regina. Sentii subito il nodo allo stomaco stringersi. Ogni volta che venivo chiamata da lei, sapevo che non sarebbe finita bene. Era come camminare su vetri rotti o chiodi, sapendo che il dolore dell'umiliazione era inevitabile. C'era qualcosa di strano nell'aria, un'energia che non riuscivo a spiegare ma che mi faceva tremare le mani. Entrai e la trovai lì, seduta, perfettamente composta, come sempre. Il suo abito era impeccabile, i suoi capelli raccolti con precisione, e il suo sguardo... penetrante, quasi come se volesse sviscerarmi.

«Siediti, sguattera» mi disse con voce calma. Non osai rifiutare, così mi accomodai su una sedia di fronte a lei, cercando di mantenere un contegno.

Per qualche istante rimase in silenzio, osservandomi, facendo sembrare che quel momento si prolungasse all'infinito. Poi, con un sorriso appena accennato, iniziò a parlare.

«Sai, Deva, ho sempre trovato interessante come la bellezza possa essere sia una benedizione che una maledizione.» Le sue dita affusolate accarezzavano lentamente il bracciolo della poltrona su cui era seduta. «Le persone ci guardano, ci ammirano, a volte ci invidiano. Ma quello che non vedono è il peso che portiamo. Le aspettative. Le responsabilità.»

Non sapevo dove volesse arrivare, ma avevo la netta sensazione che non si trattasse solo di un discorso generico sulla bellezza. Sentii lo stomaco stringersi, il cuore battere più forte. Tentai di non abbassare lo sguardo, ma ogni parola che pronunciava sembrava scavare più in profondità.

«La bellezza attira attenzioni, Deva. E l'attenzione degli uomini, in particolare, può essere... insidiosa.» Il suo tono cambiò leggermente, si fece più tagliente, come se volesse dirmi qualcosa senza dirlo apertamente. «Sai bene di cosa sto parlando, vero?»

Non risposi subito. Sentivo il sangue pulsare nelle tempie e feci del mio meglio per mantenere la calma, ma sapevo dove voleva andare a parare. Stava parlando di Aemond. Di quello che c'era, o forse di quello che sospettava ci fosse, tra me e lui.

Floris si alzò lentamente dalla poltrona e iniziò a camminare per la stanza, come se stesse riflettendo a voce alta. «Io, ad esempio, ho imparato a usare la mia bellezza per ottenere ciò che voglio. Ma ci sono altre donne, che non capiscono il valore che hanno. Donne che credono di poter attrarre attenzioni non volute e uscirne indenni.»

Il suo sguardo si fermò su di me, e questa volta il messaggio era chiaro. Non stava più parlando in generale, stava parlando di me.

«Aemond è mio marito» disse con voce ferma, quasi sibilante. «E tu sei... una serva, una ragazza insignificante che deve imparare il suo posto. Ma tu sei anche bella, Deva. Troppo bella per il tuo ruolo..»

Il cuore mi martellava nel petto. Ogni parola che pronunciava sembrava pesare una tonnellata, ed era chiaro che stava accusandomi, senza dire esplicitamente ciò che pensava.

«Io non...» provai a replicare, ma lei mi interruppe con un gesto secco della mano.

«Non devi dire nulla, Deva. Ho visto come lo guardi. Ho visto come lui ti guarda.» La sua voce si era fatta più bassa, ma carica di veleno. «E credimi, se pensi che la tua bellezza possa portarti vantaggi... stai sbagliando di grosso. Perché io sono molto più esperta di te in questo gioco, e non lascerò che una piccola sgualdrina come te rovini ciò che è mio.»

HUNTED | Aemond TargaryenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora