Capitolo 17 | Smile when you bleed.

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⚠️ TW: scene forti emotivamente, autolesionismo, violenza fisica e psicologica. È un capitolo MOLTO forte.⚠️

━━˚₊‧꒰ა ☆ ໒꒱ ‧₊˚HUNTED

Approdo del re.

AEMOND

Quella sera, la cena era tranquillo, almeno all'apparenza. Mangiavo in silenzio, cercando di non incrociare lo sguardo di nessuno. La tensione tra me e Floris era palpabile; non ci eravamo rivolti la parola per tutta la giornata come sempre e la cena non sembrava destinata a portare sollievo. E poi, accadde: Deva, nel servire il vino, lasciò cadere una brocca, rovesciando il contenuto sul tavolo. Il liquido si sparse velocemente, macchiando la tovaglia e bagnando i piatti con dentro il cibo.

Un silenzio pesante calò sulla sala, interrotto solo dal tonfo della brocca che rotolava sul pavimento. Sentii lo sguardo di Floris che si accendeva di malizia, la sua voce tagliente come una lama quando intervenne, con una nota di compiacimento. «Aemond, caro, sembra che la tua serva sia davvero inadeguata per il servizio. Forse dovresti insegnarle come comportarsi, altrimenti che esempio dai alla corte? Non è la prima volta che si comporta in modo così maldestro.»

Il sangue mi ribollì nelle vene e non potei fare a meno di rivolgere il mio sguardo freddo su Deva, che era immobile con il viso pallido e gli occhi bassi. «Mi dispiace mio re, non volevo. È tutta colpa mia.»

La mia frustrazione per Floris, per tutta la giornata di tensione, trovò uno sfogo improvviso. «Cos'è questa incompetenza?» urlai, la mia voce echeggiando nella sala. «Non sei neanche capace di portare una brocca senza fare danni? Sei qui per servire, e invece sembri una bambina maldestra che non sa nemmeno come reggersi in piedi!»

Deva sussultò al suono della mia voce, i suoi occhi si riempirono di lacrime. La vidi tremare mentre tutti gli altri servi restavano immobili, non osando muoversi o intervenire. Ma il dolore nel suo sguardo mi trafisse, eppure non mi fermai.

Floris rise sommessamente accanto a me, il suono aspro e irritante. «Forse dovresti trovarne una più capace, mio caro. Questa sembra troppo sensibile per il ruolo che le hai affidato.»

Quella risata mi fece scattare, mi voltai verso Floris con lo sguardo carico di rabbia. «Taci! Taci immediatamente!» le urlai contro, il tono più feroce di quanto avessi mai usato con lei. «Non ho bisogno dei tuoi consigli né dei tuoi commenti velenosi. Se non ti piace come gestisco le mie faccende, allora sparisci da qui, Floris! Sparisci dalla mia vista prima che io perda del tutto la pazienza.»

Lei sgranò gli occhi per un istante, sorpresa dall'intensità della mia reazione, ma poi il suo volto si indurì, e senza dire una parola si alzò dal tavolo, dirigendosi fuori dalla sala con un passo altero.

La sala rimase in silenzio, i servi trattenevano il fiato, e io non potevo più tollerare quegli sguardi. Mi alzai di scatto, la sedia che strisciava rumorosamente sul pavimento, e mi diressi verso le mie stanze, lasciando la cena incompiuta e Deva ancora tremante al centro della sala.

Mi rinchiusi nella mia stanza, il cuore che batteva furiosamente nel petto. Sapevo di aver fatto un errore. Avevo sfogato la mia rabbia su Deva quando la vera causa della mia frustrazione era Floris. E l'espressione di Deva, la sua paura... mi tormentava. Era come se ogni volta che cercavo di proteggerla finissi per farle più male. E questo pensiero mi stava distruggendo.

Mi guardai allo specchio, la mia immagine riflessa mi restituiva un volto che non riconoscevo più. Il viso era segnato dalla cicatrice che mi attraversava dall'occhio fino alla guancia e la benda che copriva l'occhio mancante sembrava un marchio di debolezza. Tolsi la benda con un gesto deciso, esponendo il vuoto e lo zaffiro che mi avevano sempre ricordato cosa avevo perso.

HUNTED | Aemond TargaryenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora