Geremia

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Sia nel tragitto fino alla mia auto che poi fino a casa nessuno dei due disse nulla. In macchina alzai il clima per farla riscaldare un po', tremava ancora. Dopo circa una mezz'oretta arrivammo fuori la mia villa.

Fermai il Range Rover e mi girai verso di lei "sei sicura di voler rimanere da me per stanotte?"

Senza girarsi dalla mia parte rispose "non voglio stare sola e non voglio rovinare la serata di Jessica"

"Va bene, vieni" scendemmo dall'auto e la vidi titubante e allora aggiunsi "vieni, non ti tocco se non vuoi, ma entra in casa che stai gelando qui fuori." Si avvicinò al portico di casa, io aprii la porta e subito dopo ci trovammo all'interno.

Accesi la luce e chiusi la porta. La vidi guardarsi intorno con aria sorpresa e le dissi "accomodati pure dove vuoi, io ti preparo un tè caldo."

Con due tazze di tè in mano andai verso il soggiorno e la vidi lì, in piedi, con addosso solo quel vestitino...

Mamma mia quel vestitino... le sta una meraviglia. Da quando l'ho vista questa sera lì, in piedi, vicino alla sua amica, illuminata dalle luci calde del locale, non sono riuscito a staccarle gli occhi di dosso...

Era scalza e senza la mia giacca addosso, vicino a un mobile con una foto in mano, l'unica che avevo in vista. Eravamo io e mia sorella un paio di anni fa.

Mi avvicinai a lei con cautela e le porsi una delle due tazze fumanti e lei mi ringraziò con lo sguardo. La vidi posare la foto dove l'aveva trovata e poi prese un lungo sorso della bevanda che le avevo preparato.

Non riusciva a guardarmi in faccia, così le feci segno verso il divano e andammo a sederci.

"Grazie" mi disse di botto.

"Non devi ringraziarmi, non ho fatto nulla" le risposi sorseggiando il mio tè caldo.

"Invece no, grazie" alzò lo sguardo su di me e mi guardò negli occhi "se non fossi arrivato tu..." la vidi che non riusciva a finire nemmeno la frase, "e grazie che mi fai stare anche qui per stanotte".

Le feci un sorriso innocente "non c'è di che." Deglutii pesantemente solo al pensiero di mia sorella "scusami se ho reagito così, ho una sorella e non voglio nemmeno pensare se al posto tuo..."

Lei mi fermò, mi mise una mano sopra la mia che era appoggiata sullo schienale del divano. Sentii subito una scarica elettrica attraversarmi e il calore della sua mano. Entrambi guardavamo le nostre mani, una sopra l'altra e poi la sentii dire "non hai nulla da scusarti, non dovresti essere tu a farlo."

Sollevai lo sguardo nel suo e la vidi persa. "Stai bene?" la vidi togliere la sua mano dalla mia, alzare lo sguardo nel mio e annuire lievemente.

"Quindi hai una sorella? avete un bel rapporto?" mi chiese lei sorseggiando dalla sua tazza.

"Si, lei si chiama Cheryl, ha quindici anni" la vedevo osservarmi con attenzione e curiosità, le parole mi uscirono da sole "lei è tutta la mia vita, non lo permetterei mai le succedesse qualcosa. Sono molto protettivo nei suoi confronti, e questo mi porta ad esserlo con le ragazze in difficoltà." La vidi sorridere e le spuntarono di nuovo quelle due fossette così adorabili.

"Tu invece hai fratelli o sorelle?" I suoi occhi si rabbuiarono di colpo, divennero di un verde scuro e il suo sorriso scomparve immediatamente "scusami non volevo farti rivivere brutti ricordi"

"No, tranquillo, va tutto bene" mi rispose, fece un respiro profondo e continuo a parlare guardando fisso nel vuoto "Ho un fratello, lui si chiama Alexander. Quest'anno avrebbe dovuto compiere venticinque anni, ma purtroppo cinque anni fa una maledetta malattia me lo ha strappato via"

Opposite heartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora