🌷🌼I can handle my shit🌼🌷

49 5 12
                                    

Rose

Dopo le noiose lezioni di fisica all'ultima ora uscì dalla facoltà di psicologia stanca e assolutamente non pronta a cominciare gli allenamenti di basket.

Non sono brava a correre, figuratevi a correre facendo palleggiare una palla, senza farmela sottrarre di mano poi!

Mentre camminavo per le maestose strade di New York con i suoi alberi ormai spogli per l'autunno glaciale che stiamo vivendo.

Alzai il viso all'insú per osservare le nuvole per capire dal colore se stava per scatenarsi un acquazzone o no.
Nemmeno il tempo a finire di formulare il pensiero che una gocciolina mi colpì in naso.

Non ci feci così tanto caso, dopotutto era una stilla.

Un'altra goccia scese dal cielo. Dopo un'altra e un'altra ancora.

<<Cazzo.>> Sussurrai irritata mentre cercavo nello zaino l'ombrello che aimé capì di aver dimenticato a casa.

Cercai di camminare veloce per non bagnarmi, ma cominciò a piovere con scrosci intensi.

Mi misi a correre più veloce che potei mentre i vestiti mi si attaccavano alla pelle. Avevo i calzini zuppi e i capelli inondati d'acqua, ma non mi importava più nulla perché dovevo arrivare a casa.

Mi venne un'idea: chiamare un taxi.
Effettivamente era la cosa più logica da fare. Mi fermai un secondo mettendomi in ginocchio sull'asfalto fradicio.
Tirai la cerniera del mio zaino e...no! Non è possibile! Non c'era nemmeno il cellulare nella mia sacca.

Ma dove avevo la testa stamattina.
L'unica alternativa possibile era correre a più non posso, senza scivolare, cosa che conoscendomi mi sarebbe successa.

Mi alzai da terra e scattai in avanti, scontrandomi con altri studenti come me senza ombrello.

<<Scusa!>> Continuai a ripetere a tutte le povere persone con cui mi scontravo mentre loro bofonchiavano irritate.

<<Scusami!>> Gridai all'ennesima persona che urtai più forte delle altre come se il mio corpo volesse dirmi che dovevo fargli male.
<<Rose!?>> Disse sorpreso il ragazzo dalla voce troppo familiare.
Mi fermai di scatto e lo guardai in faccia: William.

Lui mi guardò da capo a piedi mentre mi avvicinai a lui. Fece un sorrisetto compiaciuto e avevo già intuito il perché.
<<Hai messo la mia felpa.>>
<<Sì, grazie di averla lasciata. Ora non l'avrai indietro facilmente.>>

<<È fradicia.>> Constatò arricciando in naso.
<<L'avevo notato.>> Ribattei prontamente con un sorrisetto irritante stampato in faccia.
<<Vuoi usare il mio ombrello.>> Chiese di punto in bianco il che mi lasciò sorpresa.
<<William? Sei davvero tu? Non ti ha sostituito un clone alieno gentile vero?>> Domandai scherzosamente e lui allargò maggiormente il sorriso.

<<Allora vuoi l'ombrello?>> Chiese piano piano tornando serio.
<<No.>> Avrei avuto bisogno di quell' ombrello, ma la mia testardaggine me lo impediva.

Le gocce mi cadevano sulla testa incessantemente e sempre più forti, sembravano quasi spilli di ghiaccio che non potevano farti male.

William sgranò gli occhi ed esclamò scioccato
<<No! Rose ti ammalerai.>> Non potevo dargli tutti i torti, ma il mio ego è così grande.
<<La febbre passa.>> Sdrammatizai facendo un gesto la mano come per dire "chissene frega"
<<E soprattutto se sto qui a parlare con te avrò più probabilità di ammalarmi.>>

<<Tulipano, accetta questo ombrello e non fracassare i coglioni.>> Sbuffó esausto lui.
Non risposi e mi rimisi a correre anche se sentivo una presenza che mi seguiva.
Presi in mano lo zaino e mi riparai con quello. I miei libri saranno fradici!

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 28 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Garden HeartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora