Eleonora
Ho riflettuto molto su quello che è successo l'altra sera e ho deciso che la cosa migliore da fare sia quella di dimenticare l'episodio e comportarsi come se non fosse mai accaduto.
Credevi che non ci saremmo mai più né visti né sentiti, ma mi sbagliavo.Oggi mi sono precipitata in ospedale dopo una chiamata del dottor Antonioni, mio mentore e primario del reparto che mi ha chiesto di revisionare insieme il caso di Tommaso.
"Buongiorno Eleonora, prego entra pure" l'anziano medico mi invita a raggiungerlo nel suo ufficio mostrandomi cartelle, analisi e risultati di esami. Discutiamo per ore, ma quello che ne viene fuori è forse la prima buona notizia in questo periodo nero.
Saluto il mio maestro e mi avvio a passo spedito verso la stanza 15B per comunicare le nostre decisioni alla mamma di Tommaso. Quando entro lui sta sonnecchiando nel suo lettino, così mi avvicino a Giorgia, mi siedo accanto a lei per non rischiare di svegliarlo parlando a voce alta.
"La malattia di Tommaso è in una fase di stabilizzazione" le comunico tranquillizzandola immediatamente. "Purtroppo io e il professor Antonioni non siamo riusciti a capire quando, se, o in che forma si ripresenterà, ma abbiamo deciso che per ora è inutile tenervi ancora chiusi qui" le dico mentre lei mi abbraccia commossa. "Mi stai dicendo che possiamo uscire?" una vocina squillante fa capolino da sotto alle coperte insieme ad un paio di occhioni e ad un sorriso sdentato. "Si Tommy, domani potrai finalmente tornare a casa" gli rispondo con gli occhi lucidi mentre lui esulta per la gioia. "Che bello, così potrò andare a trovare Dybala e gli altri calciatori a Trigoria! Posso vero?" indaga fissandomi con uno sguardo da cucciolo a cui è impossibile dire di no. Mi mordo il labbro nervosa, ma non posso infrangere il suo sogno solo perché ho incasinato tutto con lui.
"Certo che puoi andare!" gli rispondo con un sorriso forzato per nascondere l'imbarazzo che mi provoca il solo pensare a lui. "Ora gli scrivo così possiamo organizzare nei prossimi giorni" aggiungo prima di congedarmi.
Esco in fretta dalla camera lasciandomi alle spalle i gridolini di gioia di Tommaso e mi chiudo nel mio ufficio per capire cosa fare. Non so come reagirà lui al mio messaggio, non so nemmeno se mi risponderà. Potrebbe mai infrangere il più grande desiderio di un bambino malato solo per farmi un torto?
Mi ha giurato di essere diverso dagli altri, spero abbia detto la verità.
Digito poche righe cercando di rimanere più distaccata e professionale possibile, premo invio e prego di ricevere presto una risposta.Paulo
Esco dal campo di allenamento insieme agli altri e mi avvio verso gli spogliatoi chiacchierando con Paredes e Pellegrini. Sono ormai tre anni che gioco in questa squadra e sono contento di aver trovato degli amici veri con cui condividere la mia avventura in giallorosso. Abbiamo passato insieme tante gioie e tanti dolori, ma abbiamo affrontato tutto come una grande famiglia. Se non ci fossimo stati gli uni per gli altri, probabilmete dopo la sconfitta a Budapest ci saremmo persi e non saremmo più riemersi da quella delusione immensa. Ma adesso è iniziata una nuova stagione, non c'è tempo per piangersi addosso, bisogna lottare tutti insieme e riprenderci ciò che ci è stato ingiustamente negato quella maledetta sera. Faccio la doccia e mi rivesto, pronto per tornare a casa dopo un'altra giornata impegnativa di allenamento sui campi di Trigoria, ma mentre mi avvio verso la macchina il mio telefono si illumina.
Leggo il nome sul display: che cosa vuole lei da me? Pensavo che non ci saremmo più sentiti, che presto avrei dimenticato il suo nome o cancellato il suo numero, ma nonostante tutti i miei sforzi ancora non riesco a togliermi dalla mente i suoi occhi di ghiaccio. Apro il messaggio e leggo con attenzione quelle poche righe:
"Buongiorno, scusami se ti disturbo, ma Tommaso verrà dimesso a breve e mi ha chiesto di venire a trovarvi a Trigoria. Si può organizzare un incontro nei prossimi giorni? Ne sarebbe veramente felice. Fammi sapere così informo sua madre."
Nessuna emozione, solo una semplice richiesta. Sa benissimo che non potrei mai rifiutare, non voglio dare una delusione così grande a quel bambino, di sicuro non se lo merita, ma d'altra parte non voglio nemmeno che lei pensi di aver vinto. Non può scrivermi dopo giorni di silenzio solo perchè vuole ottenere qualcosa da me, anche se il suo intento è nobile. La verità è che mi sarei aspettato un suo messaggio dopo quella sera, che però non è mai arrivato. Non sono abituato ad essere ignorato, non da lei, non riesco ad accettarlo. Potrei semplicemente fare un passo indietro ed invitarla di nuovo a uscire, darle una seconda possibilità, ma non posso masticare il mio orgoglio fino a questo punto, devo trovare un modo alternativo per rivederla. D'improvviso ecco l'idea geniale che aspettavo.
"Tommaso può venire a trovarci quando vuole, anche domani, ma ad una condizione: devi venire anche tu. Non possiamo rischiare una ricaduta, è necessario che accanto a lui ci sia qualcuno che sappia cosa fare in caso di complicazioni" digito in fretta senza pensarci troppo e premo invio.
Ho detto una piccola bugia, ma in buona fede. Aspetto un suo messaggio per tutto il pomeriggio, ma solo verso le sei e mezza arriva la sua risposta.
"Se servirà per far felice Tommaso ci sarò. Ci vediamo domani" ancora una volta dalle sue parole non riesco a cogliere alcun tipo di emozione. Nonostante tutto sorrido, non so perchè ma ancora non vedo l'ora di rivederla.
In realtà lo so: sono felice perché speravo in un altro incontro, speravo di potermi specchiare ancora nei suoi occhi celesti, di poter ascoltare il suono della sua voce e magari, se sono fortunato, di poter anche godere di nuovo del morbido tocco delle sue labbra.
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Non sarai mai sola ~Paulo Dybala ❤️🧡💎
Hayran KurguLei una dottoressa del reparto pediatrico dell'ospedale Gemelli di Roma che ama il suo lavoro più di ogni altra cosa. Lui il calciatore più forte della squadra capitolina che sogna di riuscire a vincere qualcosa con questi colori dopo la delusione...