1.Sogno

18 4 0
                                    

"And all I can taste is this moment
And all I can breathe is your life
When sooner or later it’s over
I just don’t wanna miss you tonight
And I don’t want the world to see me
‘Cause I don’t think that they’d understand
When everything’s made to be broken
I just want you to know who I am

Iris, Goo Goo Dolls


DEMETRA

Il mio campo visivo era ricoperto da piccoli puntini e tanti strani suoni mi entravano nelle orecchie.
Una vibrazione crescente si faceva spazio in un punto indefinito del cervello e si espandeva, riempiendo piano ogni organo, muscolo, osso, articolazione.
Non riconoscevo il mio corpo, non riuscivo a formulare un pensiero, non sapevo chi fossi, né dove mi trovassi.

Poi, nel caos della mente, comparve un’immagine.
Pensai di essermi addormentata, la sensazione degli occhi che cominciavano a contrarsi e la successiva percezione delle labbra chiuse mi diedero l’impressione che stessi per svegliarmi, mi fecero credere di poter riprendere possesso di me, ricordando nome e
posto in cui mi trovavo prima di cadere in quel vuoto, senza luce e senza rumore. Cos’era successo?

Davanti a me comparve una distesa verde senza confini, costellata di fiori colorati. Un tripudio di sfumature, come una tela impressionista appena dipinta. La luce che feriva gli occhi faceva sì che
tutto brillasse: le foglie erano smeraldi e i fiori erano rubini, zaffiri, ametiste, quarzi punteggiati qua e là da rose bianche diamantine.
Feci un respiro profondo, chiedendomi se quello che avevo davanti fosse reale o un sogno.
Il tempo continuò a scorrere nella sua dilatazione infinita, impossibile da quantificare. Secondi, minuti, ore.
Lo percepivo appena.

E all’improvviso… arrivarono i suoni. Come se qualcuno avesse girato la rotella del volume di uno stereo invisibile. Mi esplosero nelle orecchie tutti insieme, dandomi la sensazione di una gran confusione. Un turbine di rumori assordanti, che poco alla volta, si distaccarono l’uno dall’altro, fino a darmi la possibilità di distinguerli.
Il canto di un uccello, il fruscio delle chiome degli alberi, quello dell’erba, il respiro del vento, il chioccolare dell’acqua corrente di un torrentello vicino.
E poi il mio respiro, presente e vivo.

Mi resi conto che non ero davvero lì, dentro quel paesaggio, ma che lo stavo soltanto vedendo.
Doveva essere un sogno, o qualcosa del genere; anche se dovevo essere quasi sveglia.

Dopo aver chiuso e riaperto gli occhi ancora una volta, notai qualcosa di strano.
Avvertii il brivido di una presenza
accanto a me, sentii un soffio caldo sul collo, la pelle che formicolava. Il cuore cominciò a battere ancora più forte.
Stavo sognando qualcuno?
Provai a parlare, a dire qualcosa, a chiedere chi fosse, che si facesse
vedere. Niente.

Aspettai paziente, mentre nella mia realtà cominciavo a muovere le braccia e ad avere leggere contrazioni alle gambe. Mi stavo svegliando, ne ero certa.
Però volevo sapere chi avessi sognato, chi fosse quella presenza alle mie spalle. La curiosità mi stava divorando.
Frustrata, mi imposi di stare calma perché più mi agitavo, più acceleravo il processo di risveglio.
In un attimo, avvertii di nuovo quel respiro… così vicino da poterlo toccare con una mano.
Però non avevo mani da muovere e non potevo fare nulla per attirarlo davanti a me, cosicché potessi guardarlo.
Ecco, le mani erano perfettamente sveglie, le gambe si muovevano bene anche se qualcuno me le teneva alzate e la sua stretta sulle caviglie era forte.
Arrivò il mal di testa e il calore sulle guance.
No, no, no, pensai.
Non potevo aprire gli occhi, non ancora.

Angels' War - PurgatorioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora