4.Santiago

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NATHANIEL

Erano passate due ore da quando avevo salutato Demetra davanti alla porta di casa. Ero seduto sul suo tetto e mangiavo un panino, quando una voce entrò dentro la mia testa.
“Nate?”.
Era Daniel, mio fratello.
“Dove sei?”.
“Sul tetto della casa della ragazza”.
Nel silenzio della notte vi fu uno spostamento d’aria dietro di me e un odore di brezza mi raggiunse.
«Sono nel posto giusto allora».
«Ciao». Mi alzai, lo raggiunsi e lo abbracciai. «Sei stato via per un
bel po’».
Ci staccammo e ci sedemmo entrambi, quindi Daniel spiegò: «I Troni mi hanno mandato a controllare la situazione in diverse città, su ordine del Padre. Sta succedendo qualcosa, Nate. In Paradiso c’è tensione e qui sulla Terra le cose sono molto brutte».
Mi accigliai. «Che vuoi dire?».
«Voglio dire che qualcuno sta rapendo vampiri e licantropi, ma le cose sembrano cambiare piuttosto in fretta, quindi non escluderei prossimi rapimenti anche di nephilim o umani. E… mentre ero a Londra, non ero l’unico a indagare su queste sparizioni. A Mosca, invece, alcuni dei licantropi scomparsi, sono stati ritrovati in una fossa comune».

Appena Daniel ebbe finito, gli raccontai dei recenti avvenimenti che avevano coinvolto Demetra.
«Credi che coloro che hanno tentato di prendere la ragazza siano gli stessi dei rapimenti?».
Scossi la testa. «Non lo so. Ma so che non me ne starò con le mani in mano».
Daniel sorrise soddisfatto.
«Non mi aspettavo niente di meno, ma
vorrei partecipare, se a te sta bene».
«Non è stato rapito nessuno, qui. Da dove cominciamo?».
Daniel alzò le spalle. «Temo che prima o poi accadrà. Tu pensa a proteggere la ragazza, per il momento. Comunque...», fece un profondo respiro e riprese: «Se dovremo collaborare con Londra devi sapere chi sta indagando là».
Non lo chiesi, ma Daniel me lo disse
lo stesso. «È Cam».
Quel nome.

Mi fischiò nelle orecchie penetrando nel cervello e dandomi le vertigini.
«Non voglio sapere», decretai. «Non voglio sapere nient’altro».
Daniel sospirò, ma rimase in silenzio per molto tempo, osservando attento la campagna circostante e le strade intorno alla casa.
«Terremo al sicuro la ragazza. Vedrai», se ne uscì a voce bassa di punto in bianco. Appoggiò una mano sulla mia schiena e accennò un sorriso stanco.

********

ANGEL

Mi svegliai presto, stiracchiandomi nel letto vuoto, mentre l’aria invernale che entrava dalla finestra socchiusa mi accarezzava la pelle.
Anche quella sera non avevo permesso a Gabriel di restare con me; ho sempre voluto rimanere da sola.
Adoravo la sua brama e gli volevo bene, ma il mio cuore non apparteneva a lui e ogni volta che ci lasciavamo andare alla passione, mi sentivo in colpa. E tutto perché ero innamorata di uno stronzo.

Misi i piedi sul pavimento gelido e mi alzai per andare in bagno; dopo una doccia veloce, scesi in salotto a fare colazione con i capelli ancora bagnati.
«Buongiorno Angel», mi salutò Michele, seduto a mangiare.
«Buongiorno».
Mi unii a lui, versando del latte freddo in una tazza e poi immergendoci qualche biscotto sgretolato.
«Dormito bene?».
«Come al solito. Sai che non dormo mai molto».
«Lo so», disse con uno sguardo preoccupato che mi diede sui nervi. Per non sbottare subito guardai l’ingresso proprio mente entrava Gabriel.
«Buongiorno».
«Sì, proprio un buongiorno», rispose teso, lo sguardo piantato al suo cellulare.
«Che succede?», gli chiese Michele.
Gabriel lanciò il cellulare sul tavolo davanti a noi, annunciando: «Sono spariti due nephilim, stanotte. Hanno chiamato la polizia speciale di Barcellona».
Si sedette dall’altra parte del tavolo, versandosi anche lui del latte e mischiandoci il caffè.
Sbuffai. «Adesso quegli stronzi di vampiri spagnoli non si accontentano più degli umani e dei giochini con gli stregoni. Rapiscono anche i nephilim», esclamai stizzita.
Gabriel scosse la testa. «Non sono stati i vampiri».
Sollevai le sopracciglia. «Ah no?».
Gabriel sospirò, Michele lo fissò attento, in attesa della risposta.
«No. Due notti fa è sparito anche uno dei loro».
«Coooosa?».
Una strana inquietudine mi bussò in testa, una specie di avvertimento silenzioso. «C’è altro?».
Gabriel scosse la testa. «Dobbiamo vederci chiaro, la sparizione di vampiri e nephilim a due notti di distanza non mi convince. Anche se fosse opera degli stregoni o di qualche demone minore,
dobbiamo fermarli e tranquillizzare la polizia umana».
«La responsabilità è mia. Ci penso io», disse Michele.
Michele era membro della polizia, si occupava degli eventi sovrannaturali lì a Barcellona, aiutando angeli e nephilim del posto a indagare su omicidi, sparizioni, infrazioni di qualsiasi tipo da parte di branchi di lupi, clan di vampiri e club di stregoni spagnoli. Si occupava in parte anche di Madrid e altre città del centro e del nord.
Il sud, invece, era controllato da Rochel, un arcangelo tornato in Spagna da poco insieme ai suoi fratelli Raziel e Hadraniel, dopo un periodo di stasi in Paradiso.

Angels' War - PurgatorioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora