10.Camriel

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"How can you see into my eyes, like open doors
L

eading you down into my core
Where I've become so numb, without a soul
My spirit's sleeping somewhere cold
Until you find it there and lead it back home

Wake me up, wake me up inside I can't wake up,
Wake me up inside, save me,
Call my name and save me from the dark, wake me up
Bid my blood to run, I can't wake up
Before I come undone, save me
Save me from the nothing I've become"

-Bring Me To Life, Evanescence


CAMRIEL


Camminavo per le strade di Roma, lo sguardo fisso davanti a me, la sigaretta in bocca. James mi aveva chiamato, il principe della Corona proponeva di mantenere comunque la nostra collaborazione.
A Londra, come nelle altre città, continuavano a sparire creature e il
principe era deciso a scoprire la connessione che c'era tra i tizi che
avevamo ucciso al magazzino e il resto dei rapitori. Per me non faceva molta differenza, tanto dovevo indagare comunque e la Corona poteva essere un alleato valido, soprattutto nel reperire informazioni.

Percorsi la via fino in fondo, poi svoltai a destra. La città era un misto di edifici antichi e case moderne, macchine e autobus che sfrecciavano senza sosta. Vagavo da una strada all'altra da quella
notte.
All'inizio l'avevo fatto perché dovevo smaltire le sensazioni che avevo provato durante l'incontro con Angel e Nathaniel. Dopo quanto successo durante il viaggio, ero cambiato; avevo ricordato, il passato era riaffiorato alla mia mente, una parte del Camriel che avevo sepolto sotto innumerevoli strati di morte e violenza. Non pensavo di poter ancora provare cose come il dolore, l'amore, la mancanza.

Li avevo mascherati, comportandomi come al solito, senza far notare la differenza tra il demone che avevano combattuto anni fa e quello che si presentava loro in quel momento. Ero consapevole di essere diverso, ma non sapevo fino a che punto.
Avrei chiesto scusa per le ferite inferte, per il dolore provocato?
Forse sì, forse no.
I due lati opposti di me combattevano una guerra nella testa, il mio cuore si crepava sotto i colpi del mostro che sedavo, liberavo, rinchiudevo di nuovo.

Avevo percorso chilometri perso in quei pensieri, finché qualcosa di interessante non aveva colpito il mio sguardo. Licantropi, appostati dietro agli alberi e i cespugli di un parco, studiavano il sentiero aspettando qualcosa.
Mi confusi tra le ombre per osservarli. Poco dopo arrivarono un paio di nephilim e uno stregone, imboccarono proprio quel viottolo e subito lo stregone si guardò intorno, probabilmente aveva percepito le altre presenze.


Non fecero in tempo a fuggire, quindi ne avevo approfittato per seguire i licantropi, che se ne andarono con dei sacchi di juta sulle spalle, pieni delle vittime catturate.
Si fermarono nel viale stretto e sporco di una costruzione abbandonata, con un enorme portone di ferro che venne aperto dall'interno.

Mentre sparivano dalla mia vista, mi guardai attorno per cercare un altro accesso. C'era una finestra col vetro spaccato al piano superiore.
Mi avvicinai, infilai la mano nello spazio tra i mattoni e spinsi con gambe e braccia, lanciandomi qualche metro più su. Afferrai al volo il davanzale della finestra, mi sollevai ed entrai.
L'interno era buio e silenzioso, c'era odore di muffa, fogna e topi morti. Studiai l'ambiente abbandonato, nella completa oscurità: c'erano mobili
consumati dal tempo, un letto di legno senza materasso, tende strappate e una scrivania con alcuni fogli ingialliti sopra. Ignorai tutto e andai verso la porta, sperando ci fosse qualche collegamento con il piano inferiore.
C'era, come c'era una guardia in cima alle scale che servivano per raggiungerlo. Per fortuna, niente luci in quel corridoio.
Sorrisi, consapevole del mio vantaggio.

Angels' War - PurgatorioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora