JANNIK'S POV
Mentre lasciavamo il set, mi girai per guardarla.
Clelia aveva quel sorriso ancora stampato in faccia, quello che mi faceva sempre venire voglia di farle altre battute solo per vederla ridere ancora.
C'era qualcosa di speciale in lei, qualcosa che mi spingeva a cercarla ogni volta, come se la sua presenza fosse diventata un'abitudine naturale.
«Ehi, sei pronta?» le chiesi, cercando di sembrare più sicuro di quanto in realtà fossi. Non era solo una domanda, era una sfida, un invito a vedere cosa sarebbe successo dopo.
Lei mi guardò con quel solito sguardo un po' malizioso. «Pronta per cosa, esattamente?»
Mi misi a ridere, cercando di mantenere un'aria rilassata. «Per la nostra avventura post-shooting. Hai detto che sei pronta a festeggiare, no?»
Era vero, avevo lanciato la proposta senza pensarci troppo, ma adesso mi rendevo conto che mi stava mettendo un po' alla prova. L'idea di passare la serata con lei mi elettrizzava, e anche se non sapevo esattamente cosa ci saremmo inventati, l'importante era che fossimo noi due.
«Sì, sono pronta.» disse Clelia, con un sorriso complice. «Ma sono curiosa di sapere dove mi porterai.»
Le nostre mani si sfiorarono per un attimo. Fu un contatto fugace, ma mi fece sentire qualcosa di strano, quasi come se quel gesto casuale avesse un significato più profondo. Era una sensazione che mi spiazzava un po', ma allo stesso tempo non potevo fare a meno di cercarla, di volerla capire meglio.
«Allora, hai mai fatto un giro notturno in città?» le chiesi, cercando di mantenere la conversazione leggera. «Pechino di notte è incredibile.»
«No, mai...» rispose lei, guardandosi intorno con curiosità. «Ma non so se sono vestita per un giro turistico.»
La guardai per un istante, osservando come il vestito elegante che aveva indossato per lo shooting la rendeva ancora più bella. «Credo che starai bene ovunque, Clelia.» dissi senza pensarci troppo. Era vero, però.
Lei rise, abbassando lo sguardo per un secondo, come se non si aspettasse quel complimento. «Sai come far sentire una ragazza a proprio agio, Jannik.»
Era strano, perché non stavo cercando di impressionarla. Stavo solo dicendo quello che mi veniva in mente, quello che provavo. Ma ogni volta che parlavo con lei, sembrava che ci fosse una connessione più forte, come se qualcosa di invisibile ci stesse legando sempre di più.
Continuammo a camminare verso l'uscita del centro, e il traffico della città sembrava quasi lontano rispetto al nostro piccolo mondo.
Mi passai una mano tra i capelli, cercando di sembrare tranquillo, ma dentro di me c'era un sottile nervosismo. Non era una sensazione negativa, era più una consapevolezza di trovarmi in un momento particolare, di quelli che si ricordano per sempre.
Clelia camminava al mio fianco, guardando la città illuminata con occhi curiosi. Si vedeva che la affascinava tutto, ma non era solo la città, c'era qualcos'altro nell'aria, una sorta di tensione leggera che rendeva ogni momento intenso.
«Allora, dove stiamo andando?» chiese, incrociando le braccia e alzando un sopracciglio, come se mi sfidasse a darle una risposta.
Mi fermai un attimo, riflettendo. «E se improvvisassimo?»
Lei rise, scuotendo la testa. «Jannik Sinner che improvvisa? Non ci credo.»
Mi strinsi nelle spalle, divertito. «C'è una prima volta per tutto, no?»
In realtà, non era così comune per me agire senza pianificare tutto. Ma con lei era diverso. Mi piaceva lasciarmi andare, vivere il momento senza troppe aspettative o pressioni. Era strano, ma in qualche modo, con Clelia, tutto sembrava più facile.
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GAME, SET, LOVE//Jannik Sinner
Fanfiction«Questo è il tuo momento. Gioca per te stessa e per tutti quelli che credono in te. Non lasciare che la pressione ti fermi; ogni colpo che fai è un passo verso i tuoi sogni. Io sono qui, ti sosterrò sempre.» Lei, ha riscritto la storia del tennis...