Una cosa era rimanere in silenzio, ed in imbarazzo, mentre si è dall'altro lato di un vetro che per quanto trasparente riusciva a dare quel minimo di privacy necessaria...
Avrebbe potuto fare di tutto aldilà del vetro...aldilà del muro no?
Avrebbe potuto perdere tempo a sistemare i documenti...avrebbe potuto fare delle domande meno importanti ed approfittare dello spazio delle risposte per creare una delle sue amate liste ....
Avrebbe potuto tirare fuori il suo tacchino personale ed iniziare a pensare a tutt'altro mentre cercava disperatamente di riprendere il controllo del suo cervello...
Ma non quando sei seduto faccia a faccia con qualcuno che scatena , dentro di te, più emozioni di quelle che hai mai provato in tutta la tua vita....
Non puoi nasconderti se stai mangiando con qualcuno...
Non puoi evitare di percepire il calore delle sue gambe proprio vicino alle tue...
Non puoi ignorare il suo sguardo che sembra scavarti dentro...
Perché era vero...Dabi era un mostro e della peggiore specie...Ma non era uno stupido...
Aveva imparato ben presto a leggere le persone per poter sopravvivere quando, ferito ed arrabbiato, aveva iniziato a bazzicare nel bassifondi della città...
E quelli che non riusciva a leggere? I famosi giocatori di poker quotidiani?
Semplice...li faceva fuori...
Ma non aveva né l'istinto né tantomeno una valida motivazione per poter anche solo pensare di torcere un capello al ragazzo di fronte a lui...
Perché c'era di nuovo del cibo sicuro su quel tavolo...
C'era di nuovo una porzione di dolce, questa volta una bellissima panna cotta, che attendeva solo di essere divorata e magari usata per metterlo ulteriormente in imbarazzo...
E c'era quella gamba fin troppo vicina...
C'erano le sue guance rosse...
C'erano le sue mani, piene di cicatrici, che erano a meno di un soffio per poter essere toccate...
C'era quella bocca rossa che veniva sfiorata dai denti e che accoglieva le bacchette, e la porzione del cibo, facendogli immaginare tutt'altro scenario...
E poi c'erano loro.....
Quei magnifici occhi verdi che, per tutta la durata della cena , non si erano risollevati nemmeno per un momento... che gli restavano nascosti...celati...non permettendogli di ragionare sulla prossima mossa...non permettendogli di carpire ciò che stava pensando...
Ma una cosa era certa e Touya ci avrebbe scommesso tutto quel poco che gli restava... la sua misera vita compresa...
Quell'eccitazione...quella voglia...quel fuoco vivo che sembrava scorrere tra di loro, insieme ad una strana corrente elettrica, era percepita da entrambi...
Perché le guance continuavano a rimanere rosse sotto le lentiggini...e quel labbro continuava a sparire in mezzo ai denti bianchi....
Mentre le mani stringevano qualsiasi cosa, dalla penna alle bacchette, pur di rimanere rigide e ferme nella loro posizione...pur di non allungarsi in avanti...pur di non cedere....
E c'erano i respiri... sincronizzati...pesanti...come se ciò che si stava svolgendo nelle loro menti fosse talmente potente da poter essere condiviso anche solo a quella distanza...senza nemmeno parlare...
Era quasi come se l'eroe riuscisse a sentire veramente ciò che stava pensando....
Come se avesse una visione chiara, e distinta, dei pensieri poco casti che affollavano la sua mente.... come se, in realtà, non aspettasse altro che quella mano venisse davvero allungata per prenderlo, catturarlo, farlo suo...Ma era anche dannatamente consapevole delle telecamere che circondavano la sua cella...tutte puntate sul suo letto...tutte puntate su di lui...
E non c'era modo che lui riuscisse ad allungare nemmeno una mano senza che qualcuno, di quelli che avevano già provato ad ammazzarlo, non se ne accorgesse...
Cosa sarebbe successo se lo avesse fatto?
Avrebbero fatto irruzione nella sua cella?
Non doveva essere per forza un male no?
Magari Deku si sarebbe di nuovo arrabbiato...
Magari si sarebbe arrabbiato, talmente tanto, da riuscire a farlo spostare da quella struttura per poi portarlo in un'altra..
Ma a che prezzo?
Il progetto sarebbe sicuramente terminato e loro sarebbero stati allontanati...
Perché se Izuku si fosse alzato, proprio in quel momento, non ci sarebbe stato modo per lui per nascondere l'evidente erezione che premeva di nuovo nei pantaloni....così simile alla sua....così dolorosa, ma piacevole, da costringere entrambi a parlare per monosillabi solo per non far finire quel pasto e quella seduta.....
No...ci voleva un'altro modo...un'altra occasione... qualcosa che gli permettesse di poterlo toccare....ma...cosa?
Gli occhi azzurri si socchiusero pensierosi, mentre un cucchiaino di panna cotta scivolava tra le sue labbra, e tastò il terreno allungando un piede...
Un piede...un misero piede che sfiora quello dell'altro ragazzo ed entrambi socchiudono le palpebre facendo uscire un sospiro un po' più forte dalla loro bocca....
E finalmente...quegli occhi verdi tornano nei suoi...mentre il piede si allunga, ancora una volta, ed un piano folle si fa strada nella sua testa