~L'amnesia~

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Era un pomeriggio freddo e nevoso.
Mi svegliai distesa in mezzo al bosco senza ricordarmi niente, solo il mio nome e qualche squarcio di memoria della mia infanzia in un enorme castello con enormi cani. TROPPO SPECIFICO

Una strana malinconia mi abbracciò e cominciai a muovere delicatamente gli arti, ero fredda e sentivo il bisogno di bere acqua.

Il gelo e la nebbia che mi circondavano, avevano un effetto calmante sulla mia pelle, comunque sapevo per certo che non potevo rimanere lì fuori ancora a lungo.
Dovevo urgentemente trovare un posto al caldo e riparato possibilmente con qualcosa di cui cibarmi e dissetarmi o sarei morta congelata e di sete.

Mi alzai da quel soffice strato di neve gelida, i miei capelli ramati mi scesero dalle spalle e mi accarezzarono delicatamente i fianchi, annodati e spettinati li raccolsi in una coda e così cominciai a camminare.
Ero in assenza di una meta precisa, potevo solo osservare i dintorni e tentare di scrutare un tetto.

Passarono ore prima che mi resi conto di girare in tondo, l'istante prima di darmi allo sconforto notai con la coda dell'occhio una specie di piccola capanna e pareva avesse anche un camino...speravo con tutta me stessa che ci fosse anche della legna e qualcosa da mangiare.

Alla soglia, un odore pungente e ferroso mi penetrò nelle narici e mi fece tossire.
Andando contro ogni mia repulsione verso quel tanfo, decisi di entrare.

Fui accolta in una stanza buia e polverosa, al interno un tavolo di legno antico, con al di sopra una testa di lupo. Ecco da dove proveniva l'odore.
Una stretta allo stomaco mi fece accasciare vicino al tavolo e inconsciamente provai un sentimento di fastidio, tristezza e oserei dire quasi paura.

Come mai una testa sanguinante di lupo e ,quindi ancora fresca, era all'interno di una casa abbandonata da tempo?

Con decenza e rispetto, presi quella mezza carcassa e la sotterrai vicino casa, non potevo vederla mentre cercavo di sopravvivere.

Prima del crepuscolo riuscì a trovare della legna da ardere per riscaldarmi e la buttai nel camino, rimaneva solo riuscire ad appiccare il fuoco.
Cercai un fiammifero tra i numerosi scaffali ma non fui fortunata visto che era tutto umidi.
Decisi di prendere un sasso e un legno, provai talmente tante volte ad accendere il fuoco che cominciavano ad intorpidirsi le mani.
Alla fine, per mia grande contentezza, il fuoco prese vita.
Mi alzai da vicino al camino e grazie alla tenue e traballante luce delle fiamme riuscii a guardarmi meglio intorno.

Acceso il fuoco mi preparai per appisolarmi, mi presi una coperta di lana dall'armadio della camera padronale e mi misi davanti al calore inebriante, affascinante e, contemporaneamente, pericoloso del fuoco che danzava come per intrattenermi o forse ammaliarmi.

Più tardi, quando mi disincantai dalla sua elegante fatalità, notai che aveva cominciato a nevicare.

La neve mi è sempre piaciuta e per osservarla meglio mi sedetti alla finestra ad osservare la natura che faceva il suo corso, sapevo che se continuava a nevicare così non sarei sopravvissuta a lungo, stranamente, ciò non mi procurava malessere.
Le mie priorità al momento erano ben altre, dovevo ricordarmi dov'ero e come c'ero arrivata, in un modo o nel altro.

Seppur provando insistentemente a concentrarmi sulle mie grandi domande, la neve mi distraeva, era talmente candida, leggiadra e ipnotizzante, avevo voglia di uscire e correre sotto quei cristalli di acqua.
Non so come mai sentissi il bisogno di lasciare tutto e uscire fuori al gelo.
Il mio istinto di sopravvivenza era carente a quanto pare.

Passarono ore e ore o almeno credo, l'unico metodo che conoscevo per sapere che ore fossero senza orologio era tramite la distanza del sole dall'orizzonte, ma ora il sole non c'era e il cielo era dominato da una luna che, seppur mezza nascosta, era molto vivida e accompagnava la caduta della neve sulla foresta e sulla baita abbandonata dove io avrei passato la notte.
Arrendendomi, andai, con dispiacere e molti punti di domanda, cercai di rilassarmi e mi rannicchiai sulla poltrona vicino al fuoco avvolgente.

La giornata movimentata e faticosa si fece sentire, un tunnel buio mi circondava e lo scoppiettio della legna mi accompagnava nel mio lento addormentarmi.

~La rosa rosso sangue~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora