~L'uomo dagli occhi color pece~

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Quell'uomo.
Era davvero freddo.
Le sue mani erano ghiaccio, pungenti sulla mia pelle sudata.
Ma ancora peggio non capivo come faceva a sapere il mio nome e perché mai mi avrebbe chiamata Miss?

In tono cordiale e pacato m'incitò a seguirlo "Venga con me signorina"
"Cosa vuole lei da me?Chi è? E dove mi trovo!?" Sbraitai
"Si calmi, se viene con me le racconterò tutto ciò che vuole sapere ma ad una condizione..."
"...Sentiamo..." incuriosita e al contempo terrorizzata ascoltai le parole che uscivano dalle labbra sottili di quel uomo imponente.

"Dovrà riuscire a sconfiggere lo spirito del giardino e non è facile, ve lo assicuro, ancor di più visto che tutto ciò dovrà essere fatto colpendolo nel suo punto debole e solo una volta"
"Com'è possibile?! Se lo colpisco solo una volta non creerò uno sgraffio, neppure nel suo punto debole!"
"Se la dovrà vedere da sola, con la sua forza sia mentale che fisica perché la avviso, proverà in tutti i modi a farla soffrire o di farle abbassare la guardia, quindi mi raccomando, occhi aperti"
Bene.
Neanche mezz'ora che sono qui e già mi sono cacciata nei guai.
Voglio sapere perché mi hanno portata qui, avrei anche un'altra domanda da fargli.

Camminavamo ormai da più di 15 minuti.
Dopo aver pensato molto, riuscì a formulare il mio quesito.
"Dove sono i lupi che mi hanno aggredita nel bosco?"
"Non l'hanno aggredita signorina, è lei che ha cercato di rubare la loro colazione"
Come fa a saperlo?!
Sarà uno di loro e se lo fosse, ora mi troverei in un mare di guai.

Dopo poco mi guardai intorno, i corridoi erano grandi e spaziosi, pieni di mobili di legno e di teli appesi ai muri con disegni medioevali.
I muri e il pavimento erano in mattoni grigi.
Tutto ciò creava un senso di freddezza e sembrava che quella grande casa non era abitata.

Mentre ero distratta nel osservare ciò che mi circondava, sbattei sulla schiena rigida ma apparentemente molto aggraziata del uomo che mi ha accolto, se si può dire così.

Mi allontanai di scatto, ero molto in imbarazzo e, mentre cercavo di balbettare una specie di "scusa", lui prese a parlare come se niente fosse accaduto.

"Signorina siamo arrivati, la prego si trasformi, vada dentro quella stanza e ne esca trionfante perché desidero molto raccontarle la sua vita da piccola..."
Mi osservò bene e si avvicinò alla mia faccia chinandosi leggermente in avanti, credo che fossi rossa come una goccia di sangue sulla neve, una cosa alquanto raccapricciante a vedersi ma è bellissimo il contrasto o almeno per me.
Dovevo entrare ed eliminare quello spirito, in un modo praticamente impossibile o almeno secondo me.

~La rosa rosso sangue~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora